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Unicef: Chaiban, “il 2024 si preannuncia sempre più cupo per i bambini colpiti da conflitti armati e catastrofi”
Il vicedirettore generale dell’Unicef, Ted Chaiban, ha parlato oggi durante la conferenza stampa al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.
“In oltre 25 anni di carriera con l’Unicef, è difficile ricordare un anno in cui la situazione dei bambini colpiti da conflitti e disastri sia stata tanto grave quanto quella a cui stiamo assistendo. Per le organizzazioni umanitarie, il nostro lavoro è stato raramente così importante e forse mai così complesso. L’orribile situazione a Gaza, che ci scuote nel profondo della nostra umanità, ne è un esempio. All’inizio di questa settimana, l’Unicef ha lanciato un appello per fondi di emergenza pari a 9,3 miliardi di dollari per raggiungere almeno 93,7 milioni di bambini in 155 Paesi”.
Lo ha dichiarato il vicedirettore generale dell’Unicef, Ted Chaiban, durante la conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.
Tuttavia, ha avvertito, “in un momento in cui i bisogni umanitari e di protezione non sono mai stati così grandi, ci stiamo avvicinando al 2024 affrontando previsioni di finanziamento sempre più fosche. I fondi flessibili – che ci permettono di rispondere con una velocità, una portata e un’agilità possibili solo con questo tipo di finanziamento – si stanno riducendo, limitando la nostra capacità di rispondere rapidamente e di garantire un’azione basata sui bisogni. Inoltre, la capacità degli attori umanitari di raggiungere in sicurezza le popolazioni colpite nel luogo in cui si trovano è sempre più a rischio, dato che continuiamo a vedere attacchi contro gli operatori umanitari in tutto il mondo”.
Nel corso dell’anno, i bambini di tutto il mondo, in primis di Ucraina, Gaza, Sudan, hanno dovuto affrontare violazioni e negazioni dei loro diritti. “Oltre alle aree che occupano i titoli dei giornali, colpite da conflitti e altre crisi, ci sono anche altri bambini che soffrono. Quest’anno ho incontrato bambini bisognosi in Giordania, Libano, Egitto, Ciad e Mali. Questi conflitti devastanti, uniti all’aumento dei disastri legati al clima, alle epidemie e agli sfollamenti, fanno sì che i bambini continuino a subire l’impatto inimmaginabile di crisi prolungate e minacce emergenti”, ha aggiunto, spiegando che “in tutti questi contesti l’Unicef è sul campo, fornendo ai bambini e alle famiglie aiuti essenziali salvavita ed esplorando nuove soluzioni innovative a sfide che affliggono l’umanità da secoli. Ma in un momento in cui i bisogni umanitari e di protezione non sono mai stati così grandi, temiamo che la nostra capacità di rispondere alle esigenze dei bambini sia destinata a subire una forte pressione. Tra le emergenze con un finanziamento insufficiente figurano Sudan, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Haiti, Etiopia, Yemen, Somalia, Sud Sudan e Bangladesh”.
“L’Unicef e i nostri partner sono impegnati a fornire una risposta completa alle numerose crisi umanitarie che colpiscono i bambini, ma i bambini non dovrebbero pagare il prezzo della nostra inazione con le loro vite e il loro futuro. Hanno bisogno di un accesso continuo ai servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria, l’acqua potabile, i servizi igienici di base e l’istruzione”, ha concluso Chaiban.