Toscana

Unitalsi, l’attesa di tornare a Lourdes: «Ma la nostra attività non si è mai fermata»

Il santuario di Lourdes riapre le porte ai pellegrini che presto potranno arrivare da tutta Europa. È questa la notizia che dà gioia e speranza ai tanti che in questi mesi  hanno seguito le vicende e le preghiere dal santuario e anche a chi, dopo la chiusura, ha iniziato a informarsi sulle ripartenze.Il santuario aveva già riaperto il 16 maggio ai fedeli della regione circostante, con severi protocolli da rispettare e mantenendo chiuse la grotta di Massabielle, dove la Madonna è apparsa a Bernadette, e le piscine. Ora anche la grotta riapre e gli spostamenti per la Francia sono di nuovo possibili. L’Unitalsi toscana, per il suo legame speciale con Lourdes, segue con attenzione tutte le notizie: in attesa di poter riprendere i pellegrinaggi, comunque, l’attività dell’associazione non si è mai fermata, come spiega il presidente regionale Roberto Torelli.Con quale spirito seguite la riapertura del santuario e le notizie da Lourdes?«Seguiamo le notizie dal santuario praticamente in diretta. Proprio in questi giorni il nostro presidente nazionale e alcuni amici si trovano a Lourdes per osservare come il santuario si sta organizzando per tornare ad accogliere i pellegrini. Questa realtà dovrà organizzarsi con la massima attenzione per ridurre al minimo ogni forma di rischio; tornare a Lourdes è un desiderio che abbiamo covato sotto la cenere in questi mesi e adesso abbiamo la possibilità di concretizzarlo, venendo incontro anche alle speranze che tante persone hanno di tornare al santuario dopo questo momento difficile».Quali saranno le date dei primi pellegrinaggi?. «L’Unitalsi nazionale ripartirà con un pellegrinaggio già alla fine di agosto con l’organizzazione tradizionale che abbiamo di aerei e pullman. L’Unitalsi Toscana, invece, programmerà un pellegrinaggio a fine settembre, uno a metà novembre e uno in occasione dell’8 dicembre, Immacolata Concezione; grazie ai protocolli che abbiamo potremo viaggiare in tutta sicurezza e con tranquillità». Alcune tra le persone che si recano a Lourdes sono anche le più a rischio in caso di infezione da Coronavirus, ci saranno delle restrizioni? «In condizioni normali in questi giorni sarebbe partito un gruppo di circa 500 pellegrini; a fine agosto e settembre immaginiamo che il numero sarà ridotto anche a causa del periodo, che non è quello tradizionale dei pellegrinaggi. Molti volontari fanno coincidere le ferie con il periodo in cui si mettono a servizio perché i pellegrini possano raggiungere Lourdes. Prevediamo un calo notevole nel 2020, che d’altronde è stato un anno difficile, ma cerchiamo di mantenere la nostra struttura organizzativa; il nostro servizio prevede un contatto ravvicinato con le persone malate e le coinvolgeremo solo se avremo la garanzia che per loro non ci saranno problemi. Su questo la situazione è in divenire: è prematuro fare oggi delle ipotesi, confidiamo che in questi mesi che ci separano dalla ripartenza dei pellegrinaggi ci possa essere un’ulteriore attenuazione dei contagi e un ritorno a una quasi totale normalità». Nel frattempo, quali attività porterete avanti in questi mesi? E quali sono quelle che avete potuto svolgere nei mesi scorsi? «Le nostre attività non si sono mai interrotte. Durante l’emergenza tanti dei nostri volontari hanno distribuito pacchi spesa e generi alimentari supportando i Comuni e le associazioni che si occupano di questo servizio. Le nostre attività più tradizionali, invece, sono proseguite condividendo momenti e incontri in videoconferenza e, adesso, stanno ripartendo in presenza, con tutti gli accorgimenti necessari. Il pellegrinaggio è il punto di partenza e di arrivo dei nostri percorsi, ma l’associazione porta avanti il suo servizio durante tutto l’anno. Ci occupiamo, ad esempio, dei più piccoli che vengono ricoverati negli ospedali pediatrici e delle loro famiglie, costrette a trasferirsi per motivi sanitari. Sono momenti in cui si subiscono dei traumi e cerchiamo di offrire loro sostegno e vicinanza. Questo servizio, che portiamo avanti a Firenze, Massa, Pisa e Siena, non si è mai interrotto. Tra le altre attività, ci occupiamo di supportare le persone diversamente abili nell’inserimento lavorativo e viviamo con loro dei momenti di condivisione. Oltre a questo, poi, ci sono gli incontri di catechesi e spiritualità che viviamo insieme come associazione cattolica». Quanto è importante tornare a Lourdes dopo il periodo che abbiamo vissuto, in cui la Chiesa si è più volte riunita spiritualmente per pregare Maria «salus infirmorum», salute degli infermi? «L’emergenza sanitaria ha dato a molti un’occasione particolare di riflessione. Tanti hanno sentito l’esigenza di riavvicinarsi al sacro e abbiamo avuto molte richieste di informazioni sui pellegrinaggi da parte di persone credenti ma non praticanti o lontane dalla nostra associazione. È normale che in questo periodo si senta l’esigenza dei luoghi i cui c’è un rapporto più forte con il Signore e con Maria. Cercheremo di offrire la possibilità di partire e di vivere quelle esperienze di condivisione tra i pellegrini e i volontari che rendono un pellegrinaggio unico».