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Nicaragua: arrestato un altro sacerdote, il sesto in otto giorni
Si tratta del sesto arresto di un sacerdote in otto giorni, mentre sale a 13 il numero di sacerdoti attualmente detenuti dalla dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo, compreso il vescovo di Matagalpa, mons. Rolando Álvarez Lagos.
La polizia del regime di Daniel Ortega ha arrestato domenica un altro sacerdote. Si tratta di padre Ramón Angulo Reyes, parroco della chiesa di Nuestra Señora de Fátima, situata a Wapy, nel comune di El Rama, una località della costa caraibica nel sud del Nicaragua, appartenente alla diocesi di Bluefields. Si tratta del sesto arresto di un sacerdote in otto giorni, mentre sale a 13 il numero di sacerdoti attualmente detenuti dalla dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo, compreso il vescovo di Matagalpa, mons. Rolando Álvarez Lagos. Ieri si è appreso che il capo della stazione di polizia di Wapy, Eddy Santo Espinoza Castro, accompagnato da tre agenti, è arrivato in parrocchia per portare il sacerdote a una presunta riunione, con un pretesto. E di padre Reyes non si hanno più avuto notizie.
Novità, nel frattempo, dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh): ha notificato al Centro per l’assistenza legale interamericana sui diritti umani (Calidh), con sede in Argentina, che la denuncia presentata il 20 febbraio alla Commissione contro le violazioni dei diritti umani nei confronti di mons. Rolando Álvarez da parte dello Stato nicaraguense proseguirà attraverso l’iter previsto in questi casi. “Questo significa che è iniziato il processo, il cui scopo è quello di condannare lo Stato nicaraguense per le violazioni dei diritti umani subite nella persona del vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, e siamo molto fiduciosi che ci sarà giustizia per mons. Álvarez”, ha dichiarato Danny Ramírez, del consiglio di amministrazione del Calidh, secondo quanto riporta la stampa indipendente nicaraguense.
Ramírez ritiene che il fatto che il caso sia stato ammesso dalla Cidh porrà mons. Álvarez in uno scenario diverso, in quanto non solo sarà beneficiario di misure cautelari e provvisorie emesse sia dalla Cidh che dalla Corte interamericana, ma ora esiste anche un processo internazionale aperto contro lo Stato nicaraguense.