Toscana

Gorno della Memoria, settemila studenti toscani al Mandela Forum: le testimonianze degli ex deportati

“Invito le ragazze e ragazzi che sono venuti da tutta la Toscana a mettere davanti a casa propria sulla porta la scritta ‘qui c’è unantifascista'”. Lo ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze, aprendo il meeting. Nardella ha invitato a fare “come ha fatto il mio amico e collega sindaco di Milano, in risposta a quella vergognosa scritta che è stata apposta davanti alla casa del figlio di un ex deportato a Mondovì. Anche queste sono risposte efficaci, simboli che ci servono ad avere una memoria collettiva, e a coltivarla”.Tutte le forme di discriminazione, per il sindaco, “possono essere combattute grazie alla memoria, e quello che si fa oggi è fondamentale: incontrare i giovani, pensiamo ai viaggi che noi organizziamo in Polonia, in Austria e in Italia nei campi di concentramento e di lavoro. Anche quello è un antidoto, bisogna essere perseveranti: goccia dopo goccia, passo dopo passo, soltanto mantenendo la memoria e compiendo questi atti forti con i giovani noi possiamo cambiare quello che avviene”. Il senso della memoria è questo, incidere nel presente per costruire relazioni di pace e di giustizia: a voi ragazzi perciò dico, rendete vivo questo messaggio, è possibile, ogni giorno con tante piccole azioni”. Così Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, ha salutato i giovani presento. “Ascolterete non odio nelle parole dei testimoni oggi ma una scelta precisa, quella di raccontare, non odio ma la volontà di costruire”, ha detto Barni ai ragazzi, invitando a riflettere sul fatto che dopo la seconda Guerra mondiale non ci sono stati più conflitti in Europa, ma nel mondo sì: “E’ in corso la terza guerra mondiale come ha ricordato Papa Francesco – ha spiegato – e oggi invito a riflettere su tutte le vite spezzate.Riflettiamo sui processi che portano a questi orrori, su quali siano i meccanismi che li generano. Essere qui ad ascoltare oggi non ci permetterà più di rifugiarsi nell’indifferenza”.

Durante il meeting i ragazzi hanno ascoltato le storie di deportati militari, rievocate attraverso la lettura di alcune pagine dal diario di Elio Materassi, cittadino delle Sieci scomparso nel 2011. La persecuzione degli ebrei è stata raccontata dalle testimonianze di Kitty Braun e Tatiana Bucci, deportate nei lager, e di Vera Vigevani Jarach, esiliata in Argentina. Irvin Mujcic ha invece ricordato il massacro di Srebrenica, dove le milizie serbe nel 1995 massacrarono 8.372 musulmani bosniaci: un modo per ricordare che l’orrore può ripetersi nella storia, anche in tempi più vicini a noi.