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Ue: Juncker, «passare da un’Europa imperfetta a una ogni giorno più perfetta»

(Strasburgo) «Uniti siamo più forti, questa è l'essenza dell'Unione europea». Jean-Claude Juncker nel suo Discorso sullo stato dell'Unione richiama i principi fondanti l'Ue, dalla pace alla solidarietà, dallo sviluppo economico a un protagonismo politico sulla scena mondiale.

Tiene, in genere, un profilo basso: «La Commissione attuale – afferma – è un episodio nella lunga storia dell’Ue». Per questo non traccia un bilancio di quanto finora realizzato, anche perché «il lavoro continua per fare dell’Ue imperfetta una Unione ogni giorno più perfetta».

«Modestia e lavoro», il motto che sceglie Juncker, «ecco la nostra agenda per i prossimi mesi». Poi un richiamo contro i populismi: «Rispettiamo di più l’Unione europea, non sporchiamo la sua immagine». E ancora: «Diciamo sì a un patriottismo che non si scaglia contro gli altri, diciamo no a un nazionalismo che distrugge, che cerca colpevoli negli altri e che non cerca risposte ai problemi dei cittadini».

Nell’agenda dei prossimi mesi, fino al vertice di Sibiu del 9 maggio, già in vista delle elezioni, il presidente della Commissione definisce alcune priorità in ambito economico e commerciale, nei settori della difesa e delle migrazioni, per la protezione delle frontiere, per la lotta al terrorismo, per lo sviluppo dell’Africa. La crisi economica, arrivata 10 anni fa dagli Usa, è superata, ma è necessario – dice – rafforzare l’occupazione e il pilastro sociale dell’Unione.

Ribadisce l’impegno per l’adesione dei Balcani, fa accenno alla politica protezionistica degli Usa, segnala il problema, umano, politico e militare della Siria e di altre regioni instabili nel mondo. E sulle migrazioni chiede impegni comuni: «Io sono e resto contrario alle frontiere interne, dove sono state create vanno eliminate. Altrimenti questo sarebbe un regresso dell’essere e del divenire europei».