Toscana

Imprese. Banca Intesa: 4,7 mld per export Toscana, cresce +16%

Un risultato trainato dalla pelletteria e dalle calzature di Firenze, che fanno segnare un +53%. Tuttavia, si spiega, «é significativo evidenziare come, anche al netto di questo distretto, le realtà toscane avrebbero realizzato un tasso di crescita migliore della media nazionale», con un +3,7% verso +0,9%. Positivo anche il comparto del lusso: abbigliamento di Empoli (+39%), calzature di Lamporecchio (+71%), pelletteria e calzature di Arezzo (+11%) così come il tessile e abbigliamento della città toscana. In leggera crescita la filiera agro-alimentare (+2%): i distretti dei vini dei colli fiorentini e senesi (+4%) e il florovivaismo di Pistoia (+14%) hanno più che compensato il calo del distretto dell’olio toscano (-7%).

In linea con le esportazioni del primo trimestre 2018 la filiera del marmo di Carrara (-0,2%), flette invece il cartario di Lucca sia nei prodotti in carta (-13%), sia nel settore delle macchine per l’industria cartaria (-21%). I settori ad alta tecnologia hanno realizzato 620 milioni di esportazioni, contro i 565 mentre del polo farmaceutico, che fa segnare una leggera riduzione (-8%) dopo il balzo dell’anno precedente (+40%), «I segnali positivi dell’export regionale provengono da settori e aziende che riescono a guardare ai mercati internazionali grazie a investimenti e strategie vincenti», e il «nostro gruppo sostiene i loro progetti di crescita, innovazione, internazionalizzazione e digitalizzazione, incentivando anche scelte di circular economy, leva sempre più strategica per le Pmi».

Per questo «nei primi 5 mesi dell’anno in Toscana e Umbria abbiamo erogato 1,4 miliardi di credito alle imprese», spiega Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo.