Toscana

Rifiuti. Su distretto cuoio debutta l’economia circolare

Obiettivo ridurre, fino ad eliminare, lo smaltimento in discarica di fanghi di depurazione e di scarti della lavorazione conciaria per ricavare concime organico di alta qualità e conglomerati bituminosi e cementizi dando piena attuazione all’economia circolare. In particolare, ad oggi vanno in discarica 50 mila tonnellate di scarti di lavorazione (prodotti da conciatori e pellettieri) alle quali si aggiungono altre 20-30 mila tonnellate di scarti di pelli prodotte altrove nel territorio regionale e 20 mila tonnellate di carniccio e rasature ad oggi usate per produrre concimi. A questi rifiuti si aggiungono 70 mila tonnellate di fanghi.

«L’accordo- ha commentato il presidente della Regione Enrico Rossi – segna una rivoluzione nello smaltimento rifiuti e un grande salto di qualità anche per il settore industriale, perché porta sviluppi futuri per il lavoro, l’occupazione e la tutela dell’ambiente. Questo patto getta anche le basi perché in Toscana si possano attrarre nuovi investimenti sia nel settore del conciario sia nel comparto moda. Non ultimo, siamo in grado di risparmiare in discariche e inceneritori». Inoltre «sono in dirittura d’arrivo anche patti sulla carta e sul tessile».

L’impianto di depurazione di Santa Croce (con gli investimenti inseriti nell’accordo di programma da 204 milioni di euro del 2013) sarà interessato di tre macro interventi: un incremento della potenzialità del depuratore per il trattamento dei reflui domestici provenienti dalla Valdinievole (11 milioni di metri cubi l’anno) e della Valdera (6 milioni l’anno); la ristrutturazione del depuratore di via del Castellare a Santa Croce per il trattamento di una aliquota delle acque reflue domestiche della Valdinievole ai fini del riutilizzo negli insediamenti produttivi (acquedotto industriale); l’incremento della potenzialità della linea industriale del depuratore da 20.000 a 30.000 metri cubi al giorno.

Nell’impianto di trattenimento dei fanghi, sempre a Santa Croce (50 milioni di investimento), saranno realizzate opere connesse per aumentare la potenzialità fino a 150.000 tonnellate l’anno. C’è poi l’impianto di trattamento dei sottoprodotti di origine conciaria (investimento da 30 milioni di euro). Qui la linea di lavorazione del carniccio sarà modificata così da recuperare la quasi totalità del grasso dal residuo solido della lavorazione ed ottenere un nuovo prodotto (concime solido organo-fosfatico). Inoltre sarà installato un impianto di nanofiltrazione per la parziale concentrazione dell’idrolizzato da carniccio, per risparmiare energia termica (quindi metano) nella fase di concentrazione.