Toscana
Shoah. Treno memoria «cuore» seduta solenne Consiglio toscano
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Testimoni «degli oltre sei milioni di ebrei, ma anche di dissidenti politici, rom, omosessuali, cancellati dalla faccia della terra per mano di un’ideologia totalitaria brutale, come fu quella nazista e fascista, perché purtroppo i campi di concentramento ce ne furono anche in Italia». Così diventa centrale il ruolo della memoria tra le giovani generazioni, che si tiene viva «sfidando la retorica, riuscendo a dare testimonianze dirette. Come quelle delle sorelle Bucci, che, in modo molto semplice e diretto, colpiscono al cuore i giovani».
In Italia, aggiunge l’assessore alla Presidenza Vittorio Bugli prendendo la parola in aula, «le deportazioni ad opera dei nazisti iniziarono nell’autunno del ’43, dopo l’armistizio. Circa 40.000 tra antifascisti, resistenti, partigiani e operai che avevano partecipato agli scioperi contro il regime, insieme ad intere famiglie di ebrei furono catturati e consegnati ai tedeschi. Ne sono ritornati circa 3.000». Ed è qui che anche Bugli sottolinea il ruolo centrale del treno della memoria, iniziativa voluta dalla Regione che «dalla prima edizione del 2002 ha formato 700 docenti e quasi 7.000 studenti. Siamo orgogliosi di questa esperienza, perché parte dalla formazione», visto che per addentrarsi nella geografia dell’orrore dell’olocausto, dentro i campi di concentramento, «bisogna essere preparati». Il treno, poi, «crea consapevolezza, ovvero il miglior antidoto all’indifferenza. Quindi contribuisce a costruire quello spirito utile non solo alla comprensione del passato, ma soprattutto per orientare il presente verso un futuro migliore».
Oggi, infatti, «anche nel nostro Paese e nel mondo vediamo aumentare atti di antisemitismo e di razzismo ispirati a vecchie e nuove dottrine. Minoranze, che però sempre di più vengono allo scoperto insinuandosi nel corpo sociale come un potente veleno. Per questo, ora più che mai è necessario fornirsi degli anticorpi che la storia e la memoria possono dare a piene mani», conclude Bugli.