Toscana

Migranti. Don Biancalani: disobbedisco e accolgo, Chiesa è ospedale

L’ordinanza del Comune di Pistoia «mi vieterebbe di accogliere. Ma noi stiamo disobbedendo, perché la coscienza ci dice questo». La disubbidienza, quindi, è l’arma per rispondere all’odio che diventa classe dirigente, come sostiene il sindaco di Riace Mimmo Lucano? «In questa situazione credo di sì. È quasi naturale disobbedire a una legge che va contro l’uomo, contro la Costituzione». Lo spiega don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro (Pistoia), a margine del XXII Meeting per i diritti umani della Regione Toscana. «A noi che lavoriamo coi migranti rimane l’articolo 10 della Costituzione», ma «abbiamo pochi strumenti. Accogliere, infatti, significa incamminarsi su un binario molto ripido», visto che «lavoriamo con una legge ingiusta», prosegue.

È una missione complicata quella del parroco, una fatica però a cui però non si sottrae, perché «la chiesa è un ospedale da campo e non un fortino isolato dalla storia». Così «anche ieri sera sono arrivati dei ragazzi. Ormai siamo con le persone in chiesa e sto chiedendo ai miei parrocchiani un sacrificio enorme. Abbiamo fortunatamente una chiesa grandissima, ma abbiamo all’interno dell’aula liturgica 50 persone». Certo, confessa, «abbiamo qualche parrocchiano che non ci ha ancora capito, ma sono contento perché la gente nel quartiere alla fine ci segue, capisce che ci stiamo mettendo il cuore, con grossi sacrifici economici perché non abbiamo contributi».

Nei giorni scorsi, conclude don Biancalani, «abbiamo avuto un episodio molto brutto a Pistoia che i media hanno sottaciuto: si è suicidato un 30enne ghanese, senza documenti dal 2011. Mi dicevano degli amici che questi ultimi provvedimenti probabilmente lo hanno spinto a pensare che per lui non ci fosse più speranza. Si è impiccato ed è finito per alcuni giorni mangiato dai topi. Siamo a livelli di disumanità che non si può accettare».