Toscana

Migranti. Don Biancalani: il centro di Vicofaro non è chiuso. La visita di Enrico Rossi

«Abbiamo avuto una ingiunzione da parte della Prefettura per la messa a norma del locale cucine del centro, dopo alcuni controlli dei Vigili del fuoco – ha spiegato il sacerdote a Radio Capital -. E per il rischio incendi abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura. Ma il centro non è chiuso, noi continuiamo con il nostro progetto». «Salvini è solito dire stupidaggini- aggiunge Don Biancalani- Faremo i lavori di messa in sicurezza della cucina e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo Salvini! Noi non ci fermiamo». Il riferimento è ad un tweet poco «istituzionale» che il ministro dell’Interno ha lanciato stamani. «Tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani, ancora un po’ e la canonica scoppiava…», ha scritto Salvini postando l’articolo del quotidiano Libero intitolato «Don Biancalani, fine oscena: perché hanno sgomberato il centro profughi del prete amico dei migranti».

Al parroco di Vicofaro, dopo le dichiarazioni di sorpresa della Diocesi di Pistoia, che però si è detta pronta a dare «tutto il supporto necessario a don Massimo Biancalani, perché la situazione possa evolversi nel migliore dei modi e dia più tranquillità anche a lui», è arrivata la solidarietà del presidente della regione. «Questa mattina – ha dichiarato Enrico Rossi – sono tornato a Vicofaro da don Massimo Biancalani per far sentire la mia vicinanza dopo la decisione della Prefettura di Pistoia di chiudere il centro accoglienza migranti con la richiesta di adeguarlo alle normative vigenti. Ho versato il mio contributo per sostenere la realizzazione dei lavori e invito tutti i cittadini a farlo».

«L’esperienza di Vicofaro – prosegue – mi sta particolarmente a cuore perché non ha fini di lucro e perché negli ultimi tempi don Massimo e i ragazzi ospiti hanno subito attacchi ingiustificati e insulti». Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avverte Rossi, «che si scomoda ancora una volta contro don Biancalani, svolga il suo incarico con la dignità richiesta ad una carica istituzionale e si adoperi affinché sia la Regione Toscana a gestire l’accoglienza». Nel corso della crisi migratoria del 2011, «la Regione seppe affrontare l’emergenza proponendo, assieme ai sindaci e alle associazioni del territorio, un sistema di accoglienza diffuso che ha mostrato efficacia ed efficienza».

Il presidente della Regione assicura che mobiliterà «le Asl, già impegnate nei controlli, per avere la certezza che tutte le strutture di accoglienza individuate dalle prefetture siano a norma».