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Onu, raggiunto l’accordo sul Global Compact for Migration. Mons. Auza (oss. Onu), «significativo passo avanti»

Dopo oltre un anno di dibatti e consultazioni tra gli Stati membri dell’Onu con politici e funzionari locali, esponenti della società civile e gli stessi migranti, il testo del Global Compact for Migration è stato completato ieri.

Il patto globale per la migrazione sarà il primo accordo intergovernativo, preparato sotto l’egida delle Nazioni Unite e frutto di negoziati tra gli Stati, per gestire in modo globale e completo le dimensioni della migrazione internazionale con una particolare attenzione ai diritti dei migranti e ad uno sviluppo territoriale sostenibile. Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha definito l’accordo «significativo» perché riflette un’idea condivisa dai governi e cioè che «la migrazione transfrontaliera è un fenomeno internazionale che richiede la cooperazione internazionale per gestirla al meglio ed evidenziarne il suo impatto positivo per tutti gli attori coinvolti». Inoltre, per Guterres il trattato «riconosce che ogni individuo ha diritto alla sicurezza, alla dignità e alla protezione e che gli obiettivi e le azioni messi in atto, implementati o sottoposti a revisione faciliteranno una migrazione sicura, ordinata e regolare, riducendo l’incidenza e l’impatto della migrazione irregolare «.

Il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Miroslav Lajčák, ha parlato di un «momento storico» e ha sottolineato l’enorme potenziale del Global Compact perché «è una piattaforma nuova per la cooperazione che non incoraggerà né frenerà le migrazioni, che non detterà norme agli Stati anzi ne rispetterà la piena sovranità e non sarà neppure giuridicamente vincolante ma sarà una risorsa che ci aiuterà a trovare un equilibrio e a sfruttare i vantaggi delle migrazioni, mitigandone i rischi». Gli aspetti caotici e i pericoli di sfruttamento insiti nelle migrazioni internazionali saranno adeguatamente monitorati dal nuovo accordo, secondo Louise Arbor, rappresentante speciale per le migrazioni internazionali, che crede «alla sicurezza, all’ordine, ai benefici economici e sociali» apportati dall’applicazione di un documento frutto di una collaborazione multilaterale.

«La Santa Sede nutre la speranza che il Global Compact for Migration non si limiti solo ad una buona gestione della migrazione, ma possa veramente essere un significativo passo avanti al servizio della persona, non solo di ogni migrante, ma di tutta l’umanità», ha dichiarato l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente presso l’Onu, intervenendo alla sessione conclusiva dei negoziati intergovernativi sull’«accordo per una migrazione sicura, ordinata e regolare». Il nunzio ha definito il processo globale di definizione del documento un percorso educativo sulle migrazioni internazionali, dove al centro è stata sempre una narrazione positiva del fenomeno e anche «il vivace scambio di idee sulla questione, i dibattiti onesti su alcuni termini e principi chiave, le innumerevoli conversazioni e dialoghi tra delegazioni e co-facilitatori e tra le stesse delegazioni, l’elenco delle best practice inserite nel Global Compact hanno migliorato la nostra comprensione a riguardo».

Mons. Auza ha voluto sottolineare che questa visione globale sulle migrazioni «fungerà da punto di riferimento internazionale, nella gestione globale della migrazione, non solo per i governi ma anche per la cooperazione internazionale e per le organizzazioni non governative, tra cui quelle basate sull’esperienza di fede, che hanno le mani in pasta e sono presenti sul territorio per aiutare i migranti». Secondo Auza, il Global Compact non giustificherà più l’alibi dell’ignoranza perché «Stati, società civile o chiunque di noi, non potrà non essere consapevole delle sfide che le persone migranti devono affrontare e delle nostre responsabilità nei loro confronti, in particolare verso le persone più bisognose della nostra solidarietà». Infine, il nunzio ringrazia anche per aver tenuto conto nella stesura del documento dei quattro verbi utilizzati da Papa Francesco in riferimento alle migrazioni – accogliere, proteggere, promuovere e integrare -, «principi che garantiscono il rispetto della dignità umana di tutti i migranti» e bussola dell’agire della Chiesa di fronte a questo storico e globale movimento di interi popoli.