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Pace: Sant’Egidio; Card. Zuppi, “servono profeti”
“Papa Francesco, un inguaribile sognatore che non smette di spingere affinché la guerra non sia la regola”. Così il presidente della Cei all’ Incontro internazionale a Berlino. “Il grande inganno del muro è l’identità e la sicurezza” ma “impedisce il dialogo o lo rende complicato”
“Servono operatori di pace, profeti di pace, audaci costruttori di pace. L’indifferenza e l’abitudine lasciano i muri così come sono e diventano un incentivo per costruirne altri. Non si costruiscono muri, se c’è giustizia, una pratica di fraternità e dialogo”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale, italiana intervenendo questa mattina al Forum dal titolo “Nessun muro è per sempre” che si è svolto a Berlino nell’ambito dell’Incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. “Servono profeti che fanno la storia”, ha detto Zuppi. Serve “il lavoro di uomini e donne di buona volontà che cercano la giustizia, che praticano la fraternità con tutti, che mostrano la possibilità di vivere insieme, che sanno vedere al di là del muro, che non si fanno ingannare dal muro e vivono come se il muro non ci fosse. E quindi lo abbattono. Qualche volta ci vuole molto tempo e molta resistenza”. Servono uomini e donne che “non smettono di leggere, di capire, di conoscere, di tessere amicizia e avere come unico interesse la pace. Il cielo non ha muri. Anticipiamo il cielo, ritrovando il gusto di abbattere i tanti muri sulla terra”. E rispondendo alle domande finali, il cardinale parla del Papa che lo ha chiamato ad andare per una speciale missione di pace a Kiev, Mosca, Washington e presto anche a Pechino: “Papa Francesco – ha affermato Zuppi – è un inguaribile sognatore che non smette di sognare e di spingere affinché la guerra non sia la regola, continuando in tanti modi a spendersi e a cercare di affrontare e risolvere i problemi”.
“Il grande inganno del muro è l’identità e la sicurezza. Un’identità con i muri è fragile, debole, per di più con la globalizzazione è paradossale. E la sicurezza non è mai data dal muro. Oggi è l’11 settembre. Non dimentichiamolo”. Ha poi detto il card. Matteo Zuppi. “Un muro è sempre motivo di tanta sofferenza”, ha osservato l’arcivescovo, “perché ci vuole tanto tempo perché un muro cada. Si costruisce in notte, è frutto di tanta fretta per dare risposte immediate e poi si impiegano decenni per liberarci da quel muro che crea prigioni da tutte e due le parti”. “Il muro di fatto impedisce il dialogo o lo rende complicato”, ha proseguito Zuppi. “Rende difficile quello che può essere semplice e dà una falsa sicurezza che diventa ossessione e paura”. “Ancora non abbiamo capito. Ancora la guerra per risolvere i problemi?”, ha chiesto il cardinale. “Ancora la violenza per trovare le ragioni, ancora i muri per trovare la sicurezza? Uno degli inganni del muro è che se non c’è il muro, c’è il caos, che il contrario del muro è l’essere invulnerabile. Questo è il grande inganno del muro”. “Il contrario del muro non è il caos”, ha ammonito Zuppi. “Siamo sulla stessa barca, lezione che richiamo di dimenticare facilmente per ritornare alla costruzione di muri”. “C’è molto da fare, forse dobbiamo fare di più”, ha detto Zuppi alla fine rispondendo alle domande. “Perché ci sono i solerti costruttori di muri che riempiono di paure e illudono di poterle vincere costruendo i muri”. “Il contrario del muro non è il caos, è anzi imparare a vivere insieme e capire la propria identità non perché isolata ma perché la confronto e la vivo insieme agli altri”.