Toscana

Firenze, Caritas inaugura due nuovi appartamenti per l’autonomia di ragazzi disagiati

 

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Nell’ambito del progetto sperimentale della Regione Toscana dedicato agli «Appartamenti per l’autonomia», l’Associazione Solidarietà Caritas-Onlus di Firenze, ha inaugurato ieri pomeriggio, due nuovi locali in Via Ponte alle Mosse. Un primo appartamento, «Casa San Lorenzo», era già stato aperto nel 2015, al momento dell’entrata in vigore dell’iniziativa regionale.

Obiettivo del progetto, che si rivolge a soggetti pubblici e del privato sociale che operano nel sistema integrato socio-sanitario toscano, quello di sostenere il bisogno di inserimento sociale, educativo e di avvio al lavoro di ragazzi disagiati vicini alla maggiore età o neo-maggiorenni presi in carico dai servizi sociali dei Comuni, sia italiani che stranieri, anche nella condizione di minori stranieri non accompagnati.

I destinatari sono minori in età compresa tra i 16 e i 18 anni; e i maggiorenni entro i 21 anni, per i quali il progetto di accoglienza prevede il prolungamento fino al compimento del ventunesimo anno di età.

Alla cerimonia sono intervenuti, fra gli altri, l’Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, il Direttore della Caritas Diocesana di Firenze, Alessandro Martini, e il Responsabile dell’Area Minori Caritas, Enzo Capretti.

«Come Caritas – ha dichiarato Alessandro Martini – siamo felici di questa esperienza nata solo qualche mese fa ma che ha già le caratteristica di una vera accoglienza in stile familiare. Tutto questo è stato però possibile grazie all’impegno generoso della famiglia Braganti, che ha messo a disposizione tante risorse, tanta passione, e tanta energia, per ristrutturare due appartamenti di proprietà, e adattarli alle nostre specifiche richieste che sono quelle di una casa famiglia. Gli appartamenti, che la famiglia Braganti ha dato in comodato d’uso alla Chiesa fiorentina, e che ora sono gestiti dall’Associazione Solidarietà Caritas, accolgono già dal mese di gennaio 11 ragazzi, che vengono quotidianamente accompagnati dai nostri operatori in un percorso di autonomia e indipendenza. Il nostro obiettivo è infatti quello di aiutare questi giovani affinché abbiano un futuro positivo, onesto, in un luogo bello ed accogliente».

Sempre in merito alla famiglia Braganti Martini ha poi aggiunto: «Questo è un grande segno di generosità, di accoglienza, di fraternità e quindi anche di una carità che non vuole essere assistenza ma che vuole essere accompagnamento, autonomia, rispetto, e tutela di questi giovani che hanno diritto a un futuro».

L’ingresso dei ragazzi nella Casa di Via Ponte alle Mosse, avviene tramite una selezione dei servizi sociali del Comune di Firenze o da altri comuni, come Scandicci, Pontassieve. All’Associazione Solidarietà Caritas spetta poi il compito di valutare se il minore o il ragazzo proposto è idoneo ad intraprendere il percorso. I gruppi sperimentali possono essere composti fino ad un massimo di 6 componenti. Quelli della Casa di Via Ponte alle Mosse sono articolati in due gruppi paralleli, uno di neo maggiorenni (18-21 anni) e l’altro di minorenni (16-17 anni).

I due appartamenti, sono di circa 100 mq ciascuno, e si trovano sullo stesso piano di una palazzina. Sono composti entrambi da un grande soggiorno con angolo cottura; 3 camere da letto; e da 3 o 2 bagni.

Nella struttura lavorano tre operatori, che si alternano nell’arco delle 24 ore, e che sono le figure di riferimento dei ragazzi in quanto sono loro ad aiutarli e ad insegnarli ad essere indipendenti. Il progetto della Regione prevede infatti che ogni ragazzo raggiunga la completa autonomia durante il percorso, anche nei lavori di casa, come lavare, stirare, cucinare, ma anche imparare a gestire correttamente i soldi, dato che ad ognuno viene data una piccola paghetta che deve essere utilizzata per tutte le spese.

Tutti i ragazzi del gruppo degli appartamenti devono essere impegnati per rimanere nel progetto. Per questo la metà di loro va a scuola, o frequenta corsi professionali, mentre l’altra metà ha un impiego. La Caritas grazie al suo Ufficio di orientamento al lavoro è infatti sempre a stretto contatto con loro e si occupa di avviare percorsi formativi o di alternanza scuola lavoro.

Durante la cerimonia di inaugurazione il cardinale Giuseppe Betori che si è trattenuto a lungo a parlare con i ragazzi, ha così commentato l’importante progetto: «In questa Casa troviamo un bellissimo incrocio di generosità – ha detto –. Quello di una famiglia, quello della Diocesi attraverso la Caritas, quello degli stessi ragazzi che si mettono in gioco per il loro futuro. Lo scopo è quello di dimostrare che è possibile creare dei percorsi di integrazione veri nella nostra società, anche per questi giovani che vivono in condizioni disagiate e che attraverso lo studio e il lavoro possono raggiungere quell’autonomia che gli permette di essere cittadini a pieno titolo della nostra comunità. E questo è possibile con la collaborazione di tutti ma anche attraverso una società che sappia accoglierli e sostenerli nel loro cammino verso il futuro».

Anche la famiglia Braganti ha espresso la propria gioia per tutti quei ragazzi che grazie alla collaborazione con Caritas e Diocesi potranno trovare un posto nella società: «Sentivamo il desiderio di fare un gesto concreto per la comunità – hanno affermato –. Da sempre abbiamo deciso dedicare parte della nostra vita a chi vive in situazioni di difficoltà. La scelta di mettere a disposizione i nostri due appartamenti, che originariamente erano il magazzino di un nostro negozio – hanno raccontato in conclusione – è nata per caso, da un incontro con l’Arcivescovo in occasione della visita pastorale lo scorso anno».