Toscana

Sant’Anna di Stazzema, il ricordo della strage. Mattarella: «Eccidio disumano»

«La memoria non è soltanto una dimensione personale ma una grande e decisiva questione politica che segna la storia di una comunità nel profondo, lasciando segni indelebili».  Così l’assessore regionale Vittorio Bugli, intervenendo ieri mattina a Sant’Anna di Stazzema, nel 73° anniversario dell’eccidio avvenuto il 12 agosto del ’44, uno degli episodi più efferati del secondo conflitto mondiale.

«Ci troviamo in un luogo simbolo – ha detto Bugli – in cui si è concentrato tutto il dolore del Novecento». «Oltre il commosso omaggio alle vittime – ha proseguito Bugli – oltre la testimonianza del dolore, dobbiamo rinnovare la promessa di impedire che le condizioni che resero possibili così tanti lutti si ripetano e tenere sempre a mente il monito di Primo Levi sul rischio che la storia torni anche sui propri passi peggiori».

«Questa orrenda carneficina – ha quindi proseguito l’assessore- è uno degli episodi più feroci dell’estate del 1944 in territorio toscano. La nostra regione ha pagato un prezzo molto alto per la conquista della democrazia e della libertà; 4.461 le vittime degli eccidi nazifascisti, 658 i condannati dal tribunale speciale, un decimo di tutti i danni di guerra, centinaia di deportati. Sono 83 i Comuni toscani che tra il ’43 ed il ‘45 subirono l’offesa della violenza nazifascista con ben 281 stragi».

«Oggi siamo in un momento particolare, dentro una congiuntura sociale ed economica che ci spinge ad allargare lo sguardo oltre le immagini raccapriccianti di questo eccidio feroce proprio per non venir meno all’impegno tante volte ripetuto di lavorare per la pace e per lo sviluppo del nostro Continente, facendone un modello di «potenza civile» nel campo dei diritti, del lavoro, della democrazia e della cittadinanza».

«Per questo l’Europa non deve avere la paura di perdere la sua «identità» e i suoi valori. Perché i «nostri valori» sono quelli indicati nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà. L’Europa che dobbiamo difendere è questa : l’Europa che riconosce la dignità della persona come valore primario e che difende la libertà di espressione, di religione, di orientamento sessuale».

A ricordo dell’eccidio è intervenuto anche il presidente della Repubblica con una nota. «A 73 anni dall’atroce, disumano eccidio di Sant’Anna di Stazzema – scrive Sergio Mattarella – desidero esprimere il mio deferente pensiero per le tante vittime innocenti, e la mia affettuosa vicinanza ai loro familiari e discendenti, i quali, insieme all’intera comunità di Sant’Anna, hanno saputo tenere viva la memoria, trasmettendo alle generazioni più giovani quella speranza di pace, quegli ideali di libertà, quei valori di rispetto della dignità di ogni persona, che in quel 12 agosto di morte sembravano per sempre negati».

«In questa nostra terra – continua il Capo dello Stato – si è consumato uno dei crimini più spaventosi della seconda guerra mondiale. Le rappresaglie e le barbarie ai danni delle popolazioni civili, purtroppo, non erano rare, eppure la ferocia nazifascista si abbatté allora sulla gente di Sant’Anna di Stazzema in modi così orribili da far calare il sonno della ragione e del senso di umanità. Tra le centinaia di corpi bruciati e oltraggiati spiccheranno per sempre i ricordi di gemme di vita, come la piccola Anna, uccisa a soli 20 giorni, o come gli otto fratellini Tucci, sterminati accanto alla mamma che implorava pietà. Quelle vite spezzate sono divenute simbolo di riscossa morale e civile. Ci richiamano all’impegno per costruire una società di donne e uomini liberi, in cui prevalgano la solidarietà, la giustizia, l’uguaglianza dei diritti».

«Il ricordo della strage – conclude Mattarella – rappresenta per tutti noi, per l’Italia e per l’Europa, per la Repubblica Federale Tedesca, una responsabilità comune: rendere sempre più forte la democrazia, conquistata al prezzo di tanto sangue e tanti sacrifici, è un compito storico da assolvere nelle scelte più grandi e in quelle più piccole, non dimenticando mai i valori comuni che fondano la civiltà del nostro continente e non consentendo agli egoismi e alle paure di prevalere sui doveri morali di solidarietà e di cooperazione tra gli Stati».