Toscana

San Miniato, riapre la «Casa Verde», centro per ragazze con disabilità

Appare come una struttura simbiotica nel suo legame con il bosco di lecci che lo attornia e il suggestivo centro storico medievale di San Miniato a cui è addossato. Un complesso la cui facciata muta gradualmente il colore nelle tonalità delle foglie nelle varie stagioni grazie ai pannelli microforati di cui è rivestita. Ma è anche una struttura che si lega fortemente alle ragazze con disabilità che da oggi ospita e cura: i lavori espressivi che hanno realizzato nei laboratori diventano un elemento decorativo del piano terra. fiori, case, bambini giocano nella totale trasparenza di quegli ambienti. Sembra una galleria d’arte che intreccia relazioni con l’ambiente in cui è immerso, è un complesso pensato per offrire benessere psichico.

Parliamo dell’innovativo progetto di Casa Verde, il centro di riabilitazione, di assistenza sanitaria e socio–sanitaria del IRCCS Fondazione Stella Maris che oggi è stato presentato dai vertici dell’Istituto al Vescovo di San Miniato, monsignor Andrea Migliavacca, al Sindaco, Vittorio Gabbanini, al notaio Mario Marinella, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che ha contribuito con finanziamenti specifici. Presenti Paolo Posarelli, architetto associato dello studio LDA.iMdA Architetti Associati di San Miniato che ha realizzato il progetto, Moreno Cerrai Direttore sanitario della Casa Verde e del Centro Diurno La Scala di San Miniato e i volontari dell’associazione che supportano questo centro.

Con un investimento di 5 milioni di euro – cifra che comprende l’opera già realizzata dal costo di 4 milioni di euro e il Centro Diurno Psichiatrico di Casa Verde i cui lavori sono in corso nella vicina colonica – è stato completamente recuperato e rinnovato il complesso che un tempo era adibito a Orfanotrofio «Madonnina del Grappa». Complessivamente sono stati realizzati 30 posti letto oltre agli spazi necessari per la riabilitazione, la cura e la vita sociale.  Un nuovo progetto che coincide con un rilancio complessivo anche dell’attività. Saranno infatti attivati percorsi riabilitativi specifici con nuovi laboratori, oltre a una stretta integrazione con le scuole, con il mondo sportivo e il volontariato. Una riapertura che, sottolinea il Vescovo monsignor Andrea Migliavacca, è motivo di festa e gratitudine: «In un’epoca in cui, come dice Papa Francesco, è ancora troppo diffusa «la cultura dello scarto», la Fondazione Stella Maris e Casa Verde si distinguono come un segno concreto di speranza da custodire e da consegnare alle generazioni future».

«A Stella Maris siamo molto felici che le nostre ragazze, i nostri ospiti, i nostri dipendenti facciano rientro a San Miniato nella loro bellissima casa immersa nel verde di queste magnifiche colline, sapientemente ristrutturata ed ampliata con tutti i confort e le tecnologie che l’attenzione al mondo della fragilità neuropsichiatrica richiede. Una vera e propria Casa Verde – commenta l’avvocato Giuliano Maffei, Presidente di Stella Maris – Oltre che a casa ciò rappresenta il rientro all’interno della Comunità di una città, quella di San Miniato, che da sempre ha saputo riconoscere nella fragilità dei nostri ospiti un punto di forza per la costruzione della società civile, cioè una vera e propria riserva di ossigeno valoriale che permette a tutti gli abitanti del territorio, a tutti i bambini ed i ragazzi delle scuole, di comprendere quali sono davvero le cose che contano nella vita, quali sono le cose essenziali. I nostri ragazzi, uomini e donne, sono un vero e proprio nutrimento umano e spirituale. Loro generano il bene e la bellezza, per questo sono così preziosi. Casa Verde: non è cosa da poco anche questo sguardo architettonico di Stella Maris che esprime bellezza, e non sarà finita qui perché avremo nel prossimo futuro il nuovo Ospedale e la nuova Villa Giotto a Marina di Pisa per gli ospiti di Montalto. I miei ringraziamenti vanno alla Fondazione Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato per aver sostenuto con contributi istituzionali il progetto e per aver lanciato Solidarietà e Sorrisi, iniziativa che ha coinvolto i cittadini e la comunità locale, in una missione davvero comune che ha permesso di acquisire gli arredi della struttura. Un grazie particolare e sentito lo rivolgo alla Associazione Gruppo Volontari Casa Verde Onlus per l’importantissimo sostegno e a tutti e ai tanti  benefattori. Grazie di cuore».

Dopo il progetto del nuovo ospedale di ricerca che a breve sarà realizzato nell’area di Cisanello a Pisa, questa opera rientra tra le priorità strategiche della Fondazione Stella Maris, da tempo impegnata nel rinnovamento di tutte le strutture, con l’obiettivo non solo di migliorare l’assistenza, ma di rendere il ricovero più sicuro e soprattutto su misura delle varie patologie psichiatriche di cui soffrono i pazienti ricoverati. Un rinnovamento complessivo di tutte le strutture dell’Istituto, per dare risposta alle esigenze più complesse. «Casa Verde – prosegue Roberto Cutajar, Direttore Generale di Stella Maris – rappresenta innanzitutto una tangibile dimostrazione dell’attenzione che la nostra Fondazione da sempre connette alla qualità dell’ambiente abitativo dei nostri ospiti, tutti portatori di disabilità neuropsichica grave e gravissima. Il progetto nasce intorno alla metà del decennio 2000-2010, insieme al progetto di ristrutturazione straordinaria della nostra sede di Montalto. Infatti, la ristrutturazione del Centro di Casa Verde fa parte di un piano pluriennale di completo rinnovo di tutto il patrimonio edilizio della Fondazione, che culminerà nella costruzione della nuova sede ospedaliera a Cisanello, mentre solo da qualche giorno finalmente potremo mettere mano al progetto di spostamento della sede di Montalto nel nuovo sito di Marina di Pisa. Ma l’investimento su Casa Verde, del valore di circa complessivi 5 milioni di euro, cade anche in un particolare periodo storico  che vede una maggiore articolazione delle risposte alle esigenze e bisogni delle persone con grave disabilità neuropsichica. Mi riferisco in particolare alla L.112/2015 che prevede progetti di abitazione in piccoli nuclei abitativi in un contesto urbano. L’investimento su Casa Verde e la decisione di confermare la bontà del progetto riabilitativo connesso di residenzialità. è effettuato nell’assoluta convinzione che le due risposte non solo non sono in contraddizione, ma rispondono a tipologie di disabili con bisogni completamente diversi. Per questo le attività di Casa Verde continueranno ad essere impostate nel segno della massima inclusione sociale e partecipazione alla vita del territorio sanminiatese, in un continuo scambio reciproco di esperienze e valori di vita. Oltre cinquant’anni di attività ci supportano nella nostra convinzione che siamo sulla strada giusta».

Il Sindaco Vittorio Gabbanini ribadisce come «Casa Verde, insieme all’attività della Fondazione Stella Maris, rappresentano un vero e proprio punto di riferimento nell’ambito sociale che va ben oltre i confini della nostra Città, grazie al lavoro di operatori e volontari con una preparazione all’avanguardia. L’idea che la struttura sia perfettamente integrata con l’ambiente e nel totale rispetto della natura, è un valore aggiunto che denota la volontà di offrire ai pazienti un luogo sano, pensato appositamente per il loro benessere».

IL PROGETTO La «Casa Verde», così chiamata perché immersa nel bosco, è sempre stata un punto di riferimento per l’associazionismo di San Miniato, così anche quando negli anni 80 è diventata residenza sociale per disabili della Stella Maris, ospitando essenzialmente ragazze affette da patologie neuropsichiatriche.

Il progetto realizzato da LDA.iMdA Architetti Associati di San Miniato è così innovativo da aver già collezionato numerosi riconoscimenti. «Il progetto è una ricerca di legami di fratellanza – spiegano gli architetti -: il legame con il bosco, il legame delle «ragazze ospiti», il legame dell’istituzione con la città attraverso il recupero dei percorsi nel territorio verso il nucleo storico, il legame e la ricerca verso la luce naturale, continuamente e ostinatamente cercata e filtrata nel vano scala principale, il legame visivo verso il paesaggio e la sua ostinata volontà di rimanere come il filare secolare dei cipressi tangenti alla struttura. L’idea matrice dell’impianto è quella di salvaguardare nei materiali e nelle forme – come evidenziato dalle geometrie delle coperture – l’impianto originario e sottolineare l’ampliamento con forme e materiali maggiormente legati alla cultura contemporanea. In questo elaborato processo progettuale l’idea e la consapevolezza di intervenire in un luogo «fragile» da un punto di vista paesaggistico ci hanno aiutato: la scelta del colore verde, non uniforme, del secondo livello della facciata indaga sulla possibilità di inserire e attenuare il nuovo volume nel contesto. la facciata ventilata non ha solo una valenza cromatica, ma vuol avere più attimi di lettura: il doppio livello microforato dei singoli pannelli le conferisce diafanità se osservata da vicino e massività se osservata da lontano. Infine ma non elemento marginale, il filtro e le bucatore sulla facciata principale esaltano il rapporto interno esterno: la luce naturale filtrata dal diaframma microforato crea nello spazio interno del vano scale principale una sensazione di quiescienza; le bucature con cui dialoga la facciata creano due cannocchiali ottici che proiettano con lo sguardo il fruitore dello spazio interno sul percorso d’accesso storico alla vecchia villa in un caso e sulla vecchia colonica in fase di ristrutturazione nell’altro».

Cosa c’è ai vari piani. Per quanto riguarda invece l’organizzazione degli spazi interni, il piano terra è destinato alle attività diurne. Sono stati quindi realizzate aree per le attività fisioterapiche, per i laboratori di pittura e le attività complementari, oltre al refettorio e le cucine. «E’ questo un ambiente di totale trasparenza – proseguono alla studio LDA.iMdA-, molto rilassante. Infatti l’ampio utilizzo della luce naturale non si spiega solo come risparmio energetico, ma di benessere per le ragazze ospiti». Il primo piano accoglie laboratori tecnici, la medicheria, ma soprattutto gli spazi notturni.  Ogni camera è molto ampia e in base alle patologie di chi ospita ha il bagno interno o esterno. Le finestre molto grandi sono di fatto dei quadri parlanti, che incorniciano porzioni di natura e scorci molto suggestivi della città medioevale e del bosco circostante. «Gli spazi interni – precisano gli architetti – nella loro semplicità hanno voluto ricreare la sensazione e l’idea di un clima ovattato, proprio in considerazione delle patologie neuropsichiatriche di chi vi vive, il colore base utilizzato è un grigio chiaro molto avvolgente che dialoga con linee colorate che formano e sottolineano le tre diverse zone dove le ragazze sono divise in base al grado della loro patologia: il verde, l’arancio e il blu, dettaglio cromatico che ritroviamo in tutti gli arredi e le icone, un po’ ancestrali, che individuano le varie funzioni». I colori evidenziano gli spazi in base alla gravità della patologia delle sue ospiti, diventando un elemento di orientamento per gli operatori. Al piano interrato sono state realizzati spazi per gli operatori (spogliatoi) e zone tecniche. 

I materiali sono un elemento di grande novità. «Il progetto è caratterizzato dall’estrema leggerezza degli ampliamenti al fabbricato esistente _ spiegano ancora gli architetti -. Si è optato per materiali che conferiscono poco peso alla struttura, come l’acciaio e il sistema Knauf Aquapanel. Grazie allo scavo del terreno per ricavare il piano interrato, nonostante l’aumento complessivo della volumetria il bilancio di peso sulla collina è rimasto invariato, salvaguardando la stabilità del versante.

Antisismico ed ecologico. Il progetto di «Casa Verde» ha altri pregi. Il primo è quello di aver scelto materiali e soluzioni in grado di farlo rientrare tra i fabbricati strategici antisismici. L’altro è quello legato alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico. «La facciata in doppia lastra di alluminio microforato migliora le prestazione estive dell’edificio raffrescando i lati più esposti ai raggi solari – concludono presso lo studio LDA.iMdA -. Infine  le centrali e le sottocentrali sono stati integrate nel paesaggio sfruttando la posizione di crinale del sito interrando parzialmente i manufatti e ripristinando la continuità del paesaggio in copertura». Il progetto si caratterizza per la forte attenzione ai rapporti con il paesaggio e alle relazioni sociali e umane riportando quella visione olistica e di benessere psicologico di chi ne vivrà gli spazi.

Il luogo e i volti di chi lo popola diventano espressione artistica. L’arte lega questo breve racconto attraverso la rilettura dell’artista toscano «Mercurio-S17S71» (www.mercurio-s17s71.it) dei volti delle ragazze dando vita nel 2011 alla collezione «Sciamani» (esposti in parte internamente alla hall d’ingresso). L’arte diventa espressione dei volti di chi popola i luoghi, raccontando i mondi infiniti e individuali che si leggono dietro gli occhi delle ospiti del centro neuropsichiatrico.