Toscana

Firenze, Stato dell’Unione: Juncker, «in Europa la grande assente è la solidarietà». Migranti, plauso all’Italia

Nell’elenco dei successi citati dal presidente la protezione offerta dall’euro, le istituzioni che in questi anni hanno affrontato «una crisi dopo l’altra», la disoccupazione in calo, la crescita nonostante la crisi. Nell’elenco delle debolezze considerate, invece, figura anzitutto la «piccolezza» dell’Europa: se il nostro è di per sé un piccolo continente, «saremo ancora più piccoli economicamente e demograficamente»; poi l’aver troppo spesso ridotto l’Europa a solo mercato; la disoccupazione che si sta però affrontando con nuovi accordi commerciali internazionali e con un consistente piano d’investimenti; l’eccesso di regolamentazione e le interferenze nella vita dei cittadini. Per Juncker è tempo di crescere nell’unità (per esempio con un esercito unico che rappresenterebbe anche un motivo di risparmio per i singoli Stati), in quest’Europa che «si dà regole che non rispetta» e in cui «la grande assente è la solidarietà», come dimostra la crisi dei migranti che l’Italia ha affrontato «nonostante l’assenza dell’Ue», di cui ne ha così «salvato la reputazione».

Proseguono intanto nel Salone dei Cinquecento a Firenze i lavori della settima edizione dello Stato dell’Unione, iniziativa dell’European University Institute che da ieri vede dialogare esponenti politici e accademici sul tema «Costruire un’Europa dei popoli». «Civis europeus sum, sono cittadino europeo, e sono orgoglioso di avere questo privilegio e di aver sperimentato solo pace nella mia vita: per questo devo ringraziare l’Europa», ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano durante i lavori della mattinata. Se per un verso va recuperato l’orgoglio dell’essere cittadini dell’Europa, occorre anche che «i cittadini siano in cima all’agenda europea», secondo il ministro. È tempo di «aggiornare la promessa di pace e di prosperità fatta dai padri fondatori dell’Ue», adattandola al contesto e alle crisi attuali. La prima, citata da Alfano, è quella del Mediterraneo, che l’Europa «deve riscoprire» e dove sono in gioco oggi «i destini del mondo». Alfano si è dichiarato «orgoglioso di essere sul lato giusto della storia salvando migliaia di vite umane». Per rilanciare il bisogno di pace occorre poi, lavorare per una «difesa comune, nuova frontiera dell’integrazione europea» e inoltre fare in modo che «i 15 milioni di disoccupati» possano sperimentare che «l’Ue è la soluzione al loro problema».