Toscana

Adozioni in Toscana, rallenta il trend negativo

Sembra rallentare il trend negativo che ha caratterizzato in questi ultimi anni il fenomeno adottivo. Anche in uno degli aspetti più rilevanti, ovvero la disponibilità delle famiglie all’adozione, che si attesta nel 2016 sulle 455 domande per la nazionale e 233 per l’internazionale (erano state rispettivamente 454 e 249 nel 2015). Questo è quanto emerge dai primi dati, ancora provvisori, sull’andamento delle adozioni nel 2016, disponibili grazie alla collaborazione con il Tribunale per i Minorenni di Firenze e all’attività di monitoraggio del Centro regionale Infanzia e adolescenza.

Le adozioni internazionali registrano un lieve incremento rispetto al 2015 (239 rispetto alle 200 del 2015), in gran parte ma non esclusivamente dovuto allo sbloccarsi della situazione di stallo con il Congo, che ha consentito l’ingresso in Toscana di 35 bambini da tale paese proprio nel corso del 2016.

Per quanto riguarda l’adozione nazionale, rimangono sostanzialmente stabili le dichiarazioni di adottabilità pronunciate dal Tribunale per i Minorenni di Firenze (19 da «genitori ignoti», riferibili sostanzialmente alle situazioni di non riconoscimento alla nascita, e 21 da «genitori noti») per un totale di 40 (erano state 37 nel 2015). Tornano su valori più contenuti le adozioni nazionali (33) e gli affidamenti preadottivi (27), rispetto ai numeri più consistenti che erano stati una peculiarità degli ultimi anni (48 e 50 le adozioni nazionali registrate nel 2015 e 2014), ma comunque in linea con quella media di circa 40 adozioni l’anno che caratterizzano l’andamento delle nazionali nella nostra regione.

La disponibilità di informazioni di dettaglio sulle caratteristiche di bambini e famiglie sostiene e facilita la riflessione sulle pratiche professionali di quanti quotidianamente lavorano a sostegno dei percorsi adottivi e che si confrontano con contesti di continuo cambiamento. Per questo la Regione, con il supporto tecnico del Centro regionale e insieme ai servizi, agli Enti autorizzati e in particolare ai Centri Adozione, che rappresentano ormai da molti anni un’esperienza di eccellenza del lavoro con le famiglie, ha investito in un percorso di revisione e attualizzazione di alcuni strumenti di indirizzo metodologico e operativo fondamentali per orientare in una prospettiva per quanto possibile omogenea il sistema regionale.

Il rafforzamento e l’ampliamento degli ambiti di collaborazione con gli Enti Autorizzati all’adozione internazionale in una logica di integrazione delle risorse disponibili, anche informative e conoscitive, sono alla base dell’accordo di collaborazione fra Regione, Centri Adozione ed Enti, che viene oggi rinnovato e sottoscritto. Uno strumento che ha contribuito a rilanciare, già nella precedente versione, la partecipazione integrata anche a quei gruppi di lavoro di riflessione sulle procedure e le pratiche che hanno condotto all’aggiornamento dei documenti di indirizzo regionale.

L’indagine del centro regionale

È stata presentata all’Istituto degli Innocenti una indagine, che ha approfondito, con l’aiuto dei servizi sociali coinvolti, le caratteristiche e i percorsi delle situazioni in carico ai servizi al 31/12/2014 (212 situazioni – di cui sono rientrate nell’indagine 114 – che fanno riferimento ad adozioni formalizzate anche molti anni prima rispetto alla data di rilevazione).

Il «fallimento» inteso come formalizzazione della decadenza della potestà genitoriale, è una situazione che viene monitorata con l’aiuto dei servizi dal Centro regionale e che negli ultimi anni è oscillato in Toscana fra 1 e 2 casi dal 2012: un numero limitato considerate le diverse migliaia di bambini e ragazzi ancora minorenni che stimiamo residenti nel territorio regionale. Peraltro anche la presenza di bambini e ragazzi adottati accolti nelle strutture residenziali toscane non è arrivato a sfiorare, al 31 dicembre di ogni anno, le dieci unità. Nella ricerca presentata oggi le situazioni «gravi» che hanno vissuto o stanno vivendo un’esperienza di allontanamento dal nucleo familiare (19) rappresentano un piccolo sottogruppo.

Uno dei dati più rilevanti dell’indagine è che fra le famiglie coinvolte meno della metà aveva partecipato a iniziative di informazione e preparazione, quota che scende ad un quarto per la fase dell’attesa. Nella fase del post poi le informazioni disponibili ci dicono che per queste famiglie i servizi sono entrati in campo in tempi non prossimi alla formalizzazione dell’adozione. In un quarto dei casi il bambino è stato preso in carico nell’anno stesso in cui era stato adottato, nel 10% l’anno successivo, il 16% fra il terzo e quinto anno, il 32% oltre il sesto anno dall’adozione, in una prospettiva che si ipotizza di risposta ai problemi emergenti, piuttosto che di prevenzione.

Altro aspetto che emerge con forza è la necessità di prevedere forme di sostegno integrate in una prospettiva di continuità nelle diverse fasi dell’esperienza adottiva. In questa prospettiva sono orientati gli strumenti di indirizzo regionali di recente varati, che necessitano ora di azioni significative di implementazione a livello territoriale. Infine è utile segnalare che nel report trova spazio la pubblicazione di un’indagine di follow up territoriale sul fenomeno adottivo svolta dall’USL 9 Grosseto che offre una prospettiva di analisi per un certo senso diversa e complementare. L’indagine, finalizzata ad effettuare una ricognizione a livello di USL sullo stato del fenomeno adottivo, ha coinvolto le famiglie che avevano adottato tra 2005 e 20013, anche a fronte del significativo incremento di accessi ai servizi sanitari della zona anche a distanza di più anni dall’adozione. Importante quindi il focus sulla dimensione dell’intervento anche sanitario.

«I modelli di intervento e di lavoro del sistema di servizi con gli aspiranti genitori adottivi e con le famiglie adottive costituiscono in Toscana un’esperienza significativa nel più ampio ambito del sostegno alla genitorialità – afferma l’assessore a sociale, diritto alla salute e sport Stefania Saccardi –. La Regione Toscana ha investito, in questi ultimi anni, nella conoscenza del fenomeno, nella revisione dei propri strumenti di orientamento metodologico e operativo ai numerosi soggetti e servizi del sistema per le adozioni, ma anche nel creare connessioni positive fra i diversi contesti di vita e lavoro con le famiglie. Il convegno di oggi offre un quadro aggiornato del grande lavoro fatto».