Toscana

Elezioni, guida al voto

A livello nazionale quello di domenica 5 giugno (si vota in un solo giorno) è un test piuttosto importante. Tanti i Comuni al voto e tra questi spiccano quattro tra le sette maggiori città italiane: Roma, Milano, Torino e Napoli. Le prime tre erano governate dal centrosinistra, la quarta da un esponente della sinistra, Luigi De Magistris, che è favorito per un mandato bis. Anche Piero Fassino può riprendersi Torino, specie se riesce a raggiungere il 50% al primo turno. Più aperti, invece, i confronti a Milano e a Roma. Nella prima città il centro destra si presenta unito attorno a Stefano Parisi e può sperare nel ballottaggio con Giuseppe Sala, del centrosinistra. A Roma, invece, Renzo Giachetti (centrosinistra) sconta la fine anticipata dell’amministrazione Marino e i maldipancia nel Pd. Ma il centrodestra, presentatosi diviso (Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia e Lega; Alfio Marchini con civiche e Forza Italia) rischia di non arrivare al ballottaggio, che dovrebbe esser certo per la pentastellata Virginia Raggi.

Nei sei centri toscani a doppio turno molto probabile il ballottaggio. Un test elettorale limitato ma interessante. Si può definire così l’appuntamento di domenica 5 giugno per i sei comuni toscani sopra i 15 mila abitanti chiamati alle urne: e se gli occhi dei commentatori saranno puntati soprattutto su Grosseto – dove per il dopo Bonifazi si presentano 10 candidati sostenuti da ben 18 liste – è magari da qualche altro centro che possono venire le maggiori sorprese. Nel capoluogo maremmano lo scenario più prevedibile sembra essere infatti quello del classico ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra, esattamente come cinque anni fa, quando alla fine fu confermato il sindaco di area dem.

Il test probabilmente più interessante è invece quello di Sesto Fiorentino, ma anche a Montevarchi i giochi sono molto aperti. Ma sarà interessante anche vedere cosa succederà a Sansepolcro, con Daniela Frullani che cerca la riconferma alla guida di una coalizione di centrosinistra, il centrodestra che stavolta punta su Tonino Giunti ma dove ci saranno anche i 5 Stelle con Catia Giorni e un quarto aspirante sindaco, l’imprenditore Mauro Cornioli, alla guida una «coalizione civica e trasversale» – come lui stesso l’ha definita – composta dalle liste «Il nostro Borgo – Cornioli Sindaco», «Insieme possiamo» e «Democratici per cambiare».

Per un mandato bis, ma verosilmente con qualche patema in meno, corre anche il sindaco uscente di Cascina Alessio Antonelli, che nel 2011 stravinse al primo turno con quasi il 67% dei consensi. La coalizione di centrosinistra di cui è alla guida dovrà vedersela con quella di centrodestra, con i 5 Stelle e con altre due liste, «La sinistra e i comunisti – Alternativa per Cascina» e la civica «Progetto Cascina».

Ad Altopascio, dove si vota per la prima volta con il doppio turno in seguito allo «scollinamento» dei 15 mila abitanti con il censimento del 2011, non si è potuto invece ripresentare Maurizio Marchetti, giunto alla fine del suo secondo mandato, che candidandosi comunque alla testa della lista di centrodestra «Insieme per Altopascio» cerca di passare il testimone al vicesindaco uscente Francesco Fagni, sostenuto anche da Fratelli d’Italia e Lega Nord. Il centrosinistra punta quantomeno al ballottaggio con la candidata sindaco Sara D’Ambrosio, che potrà contare sull’assessore regionale Marco Remaschi in lista e anche sull’azione di disturbo proveniente dai due candidati sindaco Giovanni Matteo Tori e Ferruccio Del Sarto, entrambi consiglieri comunali uscenti, il primo eletto con la sua lista civica «Per Altopascio» e l’altro nell’ambito della maggioranza uscente, ma ora deciso a correre da solo con l’autorevole endorsement del sindaco di Verona Flavio Tosi. Da notare infine – caso unico tra i centri maggiori – l’assenza dei 5 Stelle.

Comuni toscani sotto i 15 mila abitanti. Sono venti i centri toscani sotto i 15.000 abitanti nei quali domenica 5 giugno si voterà con il turno unico. Centri popolosi nonché storicamente importanti come Orbetello, Carmignano, Seravezza, Vecchiano, Montignoso, Civitella in Val di Chiana, Chiusi, Pontremoli, Castiglione della Pescaia, Larciano, Buti, Anghiari, Scansano (in ordine decrescente di popolazione) e alcuni piccoli, sotto i tremila residenti, ovvero Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, Santa Luce, Trequanda, Roccalbegna, Ortignano Raggiolo e Capraia Isola, il meno popolato della Toscana. Proprio qui è stata presentata un’unica lista, la civica di centrodestra del sindaco uscente Gaetano Guarente, che però ai termini di legge sarà confermato solo se si recherà alle urne oltre la metà degli aventi diritto. Per il resto, panorama variegato: dalle due alle cinque liste in lizza, con formazioni di centrodestra e centrosinistra sempre presenti, i 5 Stelle a macchia di leopardo, civiche varie e sinistra radicale qua e là a completare il quadro. La sinistra parte da un vantaggio di 17 a 3 nei confronti del centrodestra, che nel precedente turno aveva conquistato Pontremoli, Roccalbegna e appunto Capraia.

COME SI VOTA NEI COMUNI FINO A 15 MILA ABITANTI

Si può tracciare un segno o solo sul candidato sindaco, o solo sulla lista collegata o anche su tutti e due: in ogni caso il voto va ad entrambi. E’ eletto Sindaco chi ottiene più voti

COME SI VOTA NEI COMUNI OLTRE I 15 MILA ABITANTI (DOPPIO TURNO)

Si può tracciare un segno: 1) sul candidato sindaco ( e viene attribuito solo a lui); 2) su una lista collegata o anche sul candidato sindaco collegato (vale per entrambi) 3) voto disgiunto su un candidato sindaco e una lista non collegata (vale per entrambi). Viene eletto al primo turno il candidato sindaco che ottiene il 50% più 1 dei voti. Altrimenti si vota domenica 19 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati

PREFERENZE per i consiglieri comunali

Si può esprimere il voto di preferenza scrivendo negli appositi spazi il cognome, oppure il nome e cognome (in caso di omonimia) dei candidati consiglieri comunali appartenenti alla lista votata.

Nei Comuni fino a 5 mila abitanti si può esprimere una sola preferenza;

nei Comuni con più di 5 mila abitanti si possono esprimere due preferenze, ma in tal caso devono essere di genere diverso (un uomo e una donna); se dello stesso genere la seconda preferenza è nulla