Associazioni e movimenti
Meeting Rimini, «luogo dove le diversità si incontrano»
La 44ª edizione è in programma dal 20 al 25 agosto: presenti Zuppi, Baturi, Mattarella. Ci presenta il programma Andrea Simoncini, vicepresidente della Fondazione Meeting
In un mondo dove l’incontro telematico a distanza è diventato una routine, servono appuntamenti che ricordino quanto sia importante il confronto dal vivo. Con questo spirito è attesa la 44ª edizione del Meeting di Rimini, in scena dal 20 al 25 agosto.
Il titolo dell’edizione 2023 è «L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile» ed è ispirato al libro di don Giussani «Il cammino al vero è una esperienza», che raccoglie gli scritti che diedero una prima forma alle idee del movimento di Comunione e Liberazione. Il titolo del Meeting 2023, dunque, è un invito a scoprire o a riscoprire l’amicizia nel suo significato profondo, nella sua forza generativa, nelle sue origini e nelle sue prospettive per l’esistenza di ogni uomo e per la costruzione di una nuova socialità. Sull’onda cavalcata dalla scorsa edizione, il meeting di quest’anno conferma il ritorno ai numeri realizzati prima della pandemia: ospitato nella Fiera di Rimini, l’evento prevede oltre 100 convegni, 16 mostre, più di 500 relatori e 150mila metri quadri di superfice allestita.
Ad aprire la manifestazione sarà la Messa celebrata dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, il quale sarà protagonista anche del primo incontro del meeting («Fratelli tutti. Testimonianze di un’amicizia operativa sulle orme di papa Francesco»). Il convegno principale, incentrato proprio sulla frase che dà il titolo all’edizione 2023 e ne rappresenta il tema di fondo, è affidato a monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei. Nella giornata conclusiva è previsto anche l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra sarà la relatrice del convegno «Il lavoro al centro della democrazia».
Se il fil rouge che unisce tutti gli eventi in programma è l’amicizia, le tematiche affrontate rispecchiano il caleidoscopio di sfide che la nostra società si trova e si troverà ad affrontare: sostenibilità ambientale, problemi energetici, lavoro, accoglienza, sport. Spazio anche all’arte, con le opere di Alberto Burri e la mostra – realizzata in sinergia con la Collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani – «La forma delle parole», nella quale dodici grandi protagonisti dell’arte contemporanea italiana dialogano con i sogni e le idee delle giovani generazioni, raffigurando «parole chiave» scelte da giovani under 35.
«Il meeting di quest’anno vuole sottolineare come gli esseri umani e i popoli cerchino irresistibilmente una relazione, un legame, un contatto» spiega Andrea Simoncini, vicepresidente della Fondazione Meeting. «Quella di Rimini è una delle manifestazioni “popolari” più longeve e seguite. Questo perché rappresenta un luogo dove le diversità si incontrano e si parlano, e a ognuno è lasciato lo spazio per esprimersi. La presenza del Capo dello Stato, un ritorno visto che era già venuto a un precedete meeting durante il suo primo mandato, e della presidente della Corte Costituzionale confermano che il meeting è diventato un punto di riferimento super partes per il Paese. Infatti – prosegue Simoncini – il tema dell’amicizia è allo stesso tempo e “ossimoricamente” sia profetico che realista. Profetico perché l’amicizia dei popoli incarna quella profezia di pace a cui il Papa ci chiama ogni giorno e che tramite il meeting cerca di realizzarsi nell’incontro con “il diverso”. L’amicizia, però, è anche realismo: nella società di oggi, debilitata dalla pandemia, impaurita dai venti di guerra e frammentata dall’ostilità verso “il diverso”, l’amicizia rappresenta l’unica via per garantirci un futuro».
A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa rende così speciale il Meeting di Rimini, capace di attrarre numeri elevatissimi di partecipanti? Nell’edizione del 2022, infatti, le presenze complessive sono state 800mila, più di 80mila le presenze fisiche ai convegni e oltre 100mila le visite alle mostre. Una possibile risposta potrebbe essere data dal meeting del 2020, durante l’estate tra la prima e la seconda ondata Covid. «Eravamo indecisi se farlo o meno. Alla fine, decidemmo per una versione in presenza, ma ridotta nei numeri: 500 persone al giorno. Fu comunque un’esperienza positiva, in primo luogo perché confermò ciò che anima tutti noi organizzatori: l’uomo desidera il contatto con gli altri, ricerca l’incontro, è qualcosa intrinseco alla sua natura. Inoltre, da quell’edizione sui generis abbiamo iniziato a implementare i servizi digitali per rendere possibile seguire in streaming gli incontri. Adesso online e presenza convivono senza sostituirsi, una sorta di parabola che delinea la futura convivenza tra tecnologia e socialità».
Tuttavia, conclude Simoncini, ciò che rende speciale la manifestazione non è qualcosa di astratto o nascosto, ma anzi concreto e in piena vista, mostrato nel nome «completo» dell’evento: Meeting per l’amicizia fra i popoli. «I relatori, i partecipanti, i circa 3mila volontari senza i quali il meeting non sarebbe possibile, tutti coloro che si riuniscono a Rimini sanno che lì potranno incontrare degli amici e stringere relazioni importanti per la vita».