Toscana
Province, assessore regionale Bugli: «Toscana prima Regione a definire riordino»
“Ci saranno cambiamenti enormi, ma proprio per questo rappresenterà una grande opportunità per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, semplificare la pubblica amministrazione, aumentarne la trasparenza e la produttività”.
“I principi che ci hanno guidato in questo lavoro – ha detto Bugli – sono stati sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. Quello che ne deriva è la Regione di domani, una Regione che non sarà più solo ente di legislazione e programmazione ma anche ente gestore di molte funzioni, dall’agricoltura alla caccia e pesca, dall’ambiente alla difesa del suolo, dalla formazione professionale alla realizzazione e manutenzione della viabilità regionale”.
Parlando del riordino istituzionale e del futuro del personale delle Province, Bugli ha ricordato che entro il 31 di ottobre dovrà essere stabilito in via definitiva l’elenco del personale che transiterà dalle Province alla Regione.
Negli accordi definiti tra Province, Città metropolitana e Regione il personale interessato al trasferimento è di 990 unità e comprende i dipendenti che si occupano di ambiente, agricoltura, formazione professionale, strade regionali.
Il riordino riguarda anche il trasferimento delle funzioni di agricoltura dalle Unione dei Comuni alla Regione.
Il trasferimento non riguarderà i dipendenti che cesseranno il servizio entro il 2016. Dunque chi andrà in pensione entro il 2016 resterà nel ruolo provinciale fino al pensionamento.
Le risorse attualmente disponibili per il trasferimento di funzioni dalle Province alla Regione sono 41,3 milioni (derivanti dalla somma dei circa 22 milioni che la Regione trasferiva alle Province e 18,8 milioni provenienti da entrate extratributarie). Queste risorse saranno sufficienti per coprire le spese del personale citato e per il trasferimento di ulteriori dipendenti provinciali con funzioni di supporto amministrativo. La selezione di questi ulteriori dipendenti avverrà su base volontaria tramite avviso già pubblicato.
Restano da definire le questioni riguardanti la polizia provinciale e i servizi per l’impiego. Riguardo a questi ultimi Governo e Regioni si sono impegnati a reperire le risorse necessarie per il personale a tempo indeterminato con questa suddivisione: 2/3 a carico dello Stato, 1/3 a carico delle Regioni e a sottoscrivere singole convenzioni tra ciascuna Regione e Ministero.
Per la polizia provinciale, invece, il decreto-legge 78/2015 prevede il passaggio del personale ai Comuni per le funzioni di polizia municipale, salvo il personale che la Provincia trattiene per l’esercizio delle sue funzioni fondamentali.
E’ attivo un confronto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori per cercare di mantenere l’unitarietà del corpo provinciale e non disperdere il patrimonio di competenze e professionalità acquisito dalla polizia provinciale in questi anni.