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Brexit: l’Unione europea accelera sui negoziati. «Dal 30 marzo 2019 il Regno Unito sarà un Paese terzo»
(Bruxelles) Il Consiglio «Affari generali» (articolo 50) dell’Unione europea ha ufficialmente autorizzato oggi la Commissione ad avviare i negoziati «sulle eventuali disposizioni transitorie applicabili dopo il recesso ordinato del Regno Unito dall’Ue».
Le odierne direttive contengono alcune precisazioni sulle eventuali modalità transitorie. In particolare «non saranno ammissibili scelte di comodo». Il Regno Unito, cioè, «continuerà a partecipare all’unione doganale e al mercato unico (con tutte e quattro le libertà) e l’acquis dell’Ue continuerà ad applicarsi integralmente nei suoi confronti e al suo interno esattamente come se fosse ancora uno Stato membro». Di conseguenza, il Regno Unito «dovrà restare vincolato agli obblighi derivanti dagli accordi conclusi con i Paesi terzi». Qualsiasi modifica dell’acquis decisa nel periodo di transizione dovrà applicarsi automaticamente al Regno Unito. Si tratta di una disposizione che fa chiara luce rispetto ad alcune voci e «tentennamenti» registratisi in una parte del mondo politico britannico.
Inoltre si applicheranno «tutti gli esistenti strumenti e strutture dell’Unione in materia di regolamentazione, bilancio, vigilanza, attività giudiziaria ed esecuzione, ivi compresa la competenza della Corte di giustizia dell’Unione europea»: anche su questo punto da Londra erano giunte dichiarazioni politiche contrastanti. Ancora: in base al mandato del Consiglio alla Commissione, dal 30 marzo 2019 il Regno Unito «sarà un Paese terzo». Come tale «non sarà quindi più rappresentato nelle istituzioni, organi e organismi dell’Unione».
Il periodo di transizione dovrà essere definito chiaramente e limitato precisamente nel tempo, e «dovrà concludersi non oltre il 31 dicembre 2020». Le disposizioni dell’accordo di recesso «relative ai diritti dei cittadini dovranno quindi applicarsi dalla data in cui termina il periodo di transizione». Fra i temi da chiarirsi durante i negoziati, la Commissione segnala specialmente i diritti di proprietà intellettuale, la protezione dei dati personali e le materie doganali.
A tempo debito la Commissione «pubblicherà una bozza di testo giuridico dell’accordo di recesso, comprensivo delle disposizioni transitorie. Spetterà poi al Consiglio, previa approvazione del Parlamento europeo e al Regno Unito, conformemente alle proprie norme costituzionali, concludere l’effettivo accordo a norma dell’articolo 50» del Trattato Ue.