Toscana

Al via la riorganizzazione della macchina regionale. Ecco chi sono i nuovi direttori

C’erano fino a ieri in Regione Toscana un direttore alla presidenza, primus inter pares, e sette direttori generali: all’organizzazione, alla competitività e sviluppo delle competenze, al governo del territorio, alle politiche ambientali e energia, alle politiche per la mobilità, trasporto pubblico e infrastrutture, all’avvocatura, ai diritti di cittadinanza e coesione sociale. C’erano anche quattordici dirigenti a capo di altrettante aree di coordinamento.

Ora scompariranno. Dal 1 agosto, da oggi, diventa operativa la riorganizzazione della macchina regionale annunciata nei mesi scorsi e definita nei dettagli nelle scorse settimane. Tutti i nuovi direttori sono stati nominati (salvo uno, che sarà scelto dopo l’estate): i primi sono stati nominati una settimana fa, gli ultimi ieri. La riorganizzazione serve a modellare una macchina più snella e pensata per essere ancora più efficiente: un solo direttore generale invece di otto, tredici direttori (con l’aggiunta di uno a scadenza per la gara sul trasporto pubblico locale, fino alla fine del 2015) al posto degli altri sette ex direttori generali e dei quattordici dirigenti di aree di coordinamento. Quattordici figure anzichè di ventidue, otto in meno, con un risparmio a regime dal 2016 di quasi 1 milione e 200 mila euro l’anno, oneri riflessi compresi a carico del datore di lavoro.

Tra i nuovi vertici , senza considerare i riconfermati, due arrivano dal di fuori dei ranghi della Regione, scelti per guidare la direzione agricoltura e sviluppo rurale e la cultura e ricerca. Molte sono le conferme. Qualcuno ha cambiato area o è stato promosso.

I nomi del direttore generale e dei tredici direttori

Il neo direttore generale della giunta regionale, negli ultimi cinque anni direttore generale alla presidenza, è Antonio Davide Barretta. Lucia Bora rimane alla guida dell’avvocatura regionale. Patrizia Magazzini dirigerà gli affari legislativi, giuridici e istituzionali. A Paolo Giacomelli rimane affidata la programmazione e bilancio. Carla Donati è stata confermata alla guida della direzione organizzazione e sistemi informativi. Monica Piovi è il nuovo direttore per i diritti di cittadinanza e coesione sociale (ovvero sanità e sociale): dopo un’esperienza maturata in più uffici regionali ed anche in Consiglio regionale, dal novembre 2006 è stata nominata direttore amministrativo dell’Estav centro, l’ente di area vasta a supporto delle aziende sanitarie, dal settembre 2010 direttore generale dell’Estav centro, quindi Estav Sud-est (2012), direttore dell’Asl di Empoli (2013) e dallo scorso maggio commissario dell’area vasta Sud Est. Nuovo è anche il direttore all’agricoltura e sviluppo rurale: Roberto Scalacci, già responsabile della Confederazione italiana agricoltori (Cia) a Bruxelles. Edo Bernini continuerà ad occuparsi di Ambiente e Energia ma, ad interim fino probabilmente a dopo l’estate, avrà anche la direzione delle difesa del suolo e protezione civile. A capo di infrastrutture e mobilità rimane Enrico Becattini. Ad urbanistica e politiche abitative, – dopo che nei giorni scorsi Maria Sargentini (già presidente dell’Osservatorio sulla rimozione della Costa Concordia) è stata nominata direttore dell’Arpat, l’agenzia di protezione ambientale della Regione – arriva Aldo Ianniello, fino a ieri dirigente responsabile del settore delle Via, le valutazioni di impatto ambientale. Per la cultura e la ricerca la Regione ha reclutato l’economista della cultura e consulente e docente di management culturale Roberto Ferrari. Albino Caporale è il nuovo direttore alle attività produttive. Paolo Baldi guiderà la direzione istruzione e formazione, mentre Saverio Montella è il direttore a tempo, fino alla fine dell’anno, che dovrà seguire la gara per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale.

Stipendi

Il direttore generale della giunta regionale, rispetto al precedente assetto gerarchicamente sovraordinato rispetto agli altri direttori e dunque con maggiori responsabilità, avrà uno stipendio annuo (lordo, al netto degli oneri riflessi) di 170 mila euro. Il compenso dei tredici direttori è stato fissato in 130 mila euro l’anno ciascuno (120 mila per la direzione a termine per la gara sul Tpl) contro i 127 e 162 mila euro che potevano essere pagati fino ad oggi. Scompare la quota di compenso correlata ai risultati conseguiti. I direttori continueranno ad essere valutati rispetti agli obiettivi annuali assegnati, ma il lavoro svolto bene non comporterà alcun premio. In caso di valutazione negativa decadranno invece dall’incarico.