Gmg Lisbona 2023
Gmg Lisbona: Papa all’Angelus, “siete segno di pace nel mondo”
“Siete la speranza di un mondo diverso” dice prima di pregare per l’Ucraina e ricordare i tanti giovani che non sono potuti venire a causa di conflitti e di guerre”
“Permettete a me, anziano, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace”. Concludendo la Gmg dal Parque Tejo, il Papa ha confidato al milione e mezzo di giovani presenti il suo sogno di pace, e ha aggiunto: “Attraverso l’Angelus mettiamo nelle mani di Maria, Regina della pace, il futuro dell’umanità”. “Tornando a casa, continuate, per favore a pregare per la pace”, l’invito al popolo giovane: “Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso. Grazie di questo. Avanti!”. Tra i vari “obrigado” pronunciati dal Papa, anche quello “ai nostri nonni, che con la loro fede ci hanno trasmesso l’orizzonte della vita, che sono la nostra radice”. Infine, “un ultimo obrigado, quello più grande”: “Lo rivolgiamo a due persone speciali, ai protagonisti principali di questo incontro. Sono stati qui con noi, ma sono sempre con noi, non perdono di vista le nostre vite e le amano come nessun altro: obrigado a Te, Signore Gesù; obrigado a te, Madre nostra Maria, ti preghiamo con gioia”.
“Accompagniamo con il pensiero e con la preghiera coloro che non sono potuti venire a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante”. È l’invito del Papa, prima dell’Angelus recitato a conclusione della Messa finale della Gmg di Lisbona, al Parque Tejo. “Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto”, ha proseguito Francesco, inviando inoltre “un saluto ai giovani che non hanno potuto essere qui, ma hanno partecipato a iniziative organizzate nei loro Paesi dalle Conferenze episcopali e dalle diocesi; penso, ad esempio, ai fratelli e alle sorelle subsahariani riuniti a Tangeri”.