Toscana

Festa della Toscana: Monaci, guardare a Europa per difesa parlamentarismo e tutela cittadini

Il tema della Festa della Toscana 2014, “Guardare oltre”, Alberto Monaci lo declina cominciando dal presente, e segnatamente dalla difesa di “un’istituzione rappresentativa e democraticamente eletta con suffragio universale che si vorrebbe prima marginalizzare, poi sicuramente superare”. Il presidente del Consiglio regionale, che apre con il suo intervento la seduta solenne per la tradizionale ricorrenza, guarda oltre “una retorica della funzionalità della riduzione degli spazi di democrazia e dei centri decisionali istituzionali”, per far risollevare l’economia, l’occupazione, la disponibilità di reddito dei cittadini. E se certo occorre “superare la difesa delle utilità non necessarie, anche dei privilegi ove presenti”, resta da esercitare “una difesa serena, in nome e per conto di coloro che verranno dopo di noi ad esercitare un mandato popolare che non può essere soppresso”.

La riflessione per l’edizione 2014 si ispira alla centralità del cittadino nell’azione istituzionale e non come “mero interlocutore del potere del momento”. L’occasione è data dai quaranta anni dall’istituzione in Regione Toscana del Difensore civico. “Una bella pagina della storia di questa Regione”, dice il presidente che, riferendosi alla soppressione degli analoghi istituti di livello locale per ragioni di risparmio stigmatizza “una scelta dei tecnici che, mi auguro, il ritorno della politica voglia correggere, in qualunque modo”.

Monaci legge l’esperienza del Difensore nell’ottica di un richiamo ad un miglior rapporto fra cittadini e istituzioni, alla luce di quel che può insegnarci l’esperienza europea, dove la cultura dell’ombudsman è ben radicata. 

Guardare oltre non può che porsi nella dimensione comunitaria, “che è il nostro futuro, non la nostra condanna” afferma il presidente, che evoca “la nostra patria Europa”, come ebbe a chiamarla Alcide De Gasperi nel suo discorso alla Conferenza parlamentare europea il 21 aprile del 1954. A quel contesto, dice Monaci, “vogliamo guardare”, per meglio organizzare la capacità di tutelare i cittadini nel loro rapporto con la pubblica amministrazione e con le istituzioni; ma anche per difendere “la ragionevolezza di un sistema democratico fondato sul parlamentarismo”. Perchè la giusta evoluzione del ruolo del parlamento europeo non può avere uno “stridente controcanto nell’involuzione di una mortificazione a livello nazionale”; intendendo con ciò “soprattutto la mortificazione delle assemblee elettive, legislative e non”.