Toscana
Risorse per il rischio idrogeologico: Rossi forza il patto di stabilità
“A partire da 2015 – ha proseguito Rossi – li terremo fuori da patto stabilità. Accada quello che accada. Questi soldi li abbiamo, vogliamo spenderli perchè non vogliamo morire annegati per Maastricht. Scriverò anche al presidente Napolitano. Rispetteremo il patto se sarà alzato, e a questo sta lavorando il governo nazionale, sennò lo forzeremo volutamente. Visto che siamo in guerra, come dice il prefetto Gabrielli, mi appello a tutti i miei colleghi presidenti perché facciano così. Insieme potremo dire alla Merkel che l’Italia si rifiuta di annegare”.
I presidenti di Regione sono commissari per tutte le opere comprese nell’ultimo accordo con il governo, quello del 2010. “Chiedo che siamo nominati commissari per tutte le opere”, ha detto ancora Rossi. “E’ possibile farlo subito, con un emendamento allo Sblocca Italia. In Toscana ci siamo dati dei poteri nei confronti di enti attuatori, con la legge 35 che ci ha permesso di commissariare opere bloccate, come le casse di espansione di Figline e dei Renai. Abbiamo recuperato capacità di spesa, deciso importanti finanziamenti (tra cui, appunto, i 50 milioni l’anno) perché i lavori non si fermino mai e si faccia ogni anno spesa ben monitorata, rispettando i tempi, senza caduta di continuità. Nei prossimi giorni provvederemo al commissariamento delle opere affidate alla Provincia di Massa Carrara sul Carrione a Massa e sul Magra a Podenzana a quelle affidate al Consorzio di bonifica sud per la cassa di Castel di Pietro, a Grosseto. Siamo andati avanti per la cassa della Querciola a Pistoia, per quella della Roffia a San Miniato. Registriamo ritardi per lo Scolmatore e per i Laghi Primavera, a Pistoia. A Montedoglio siamo fermi perchè aspettiamo da mesi la nomina del direttore”.
Da questo bilancio un’altra decisione: “Convocherò in Regione una serie di riunioni sulle opere da fare, coinvolgendo tutti gli enti che devono rilasciare permessi e i ministeri interessati – dice Rossi – per chiarire e stabilire insieme entro quanto tempo l’opera sarà progettata, che tipi di permessi saranno necessari. Poi farò affiggere grandi manifesti dove trascriveremo gli impegni presi da ciascuno, perchè i cittadini lo sappiano. E se qualcuno non verrà alle riunioni lo farò sapere. Se si dovessero riscontrare ostacoli insuperabili a leggi vigenti manderò segnalazioni al presidente del Consiglio, che con lo Sblocca Italia potrà intervenire e correggere”.
L’Arno e Firenze. Proprio di recente il presidente Rossi ha avanzato al governo la richiesta di un finanziamento di 40 milioni che, aggiunti ai 40 già stanziati dalla Regione, consentirebbero di completare i lavori per la cassa di Figline e la diga di Levane. “Questi due interventi – ha detto – metterebbero la città nelle condizioni di affrontare in ampia sicurezza un evento come quello del ’66. Ma non me la sento di far passare ancora anni con il timore di quello che potrebbe accadere alla città se un simile evento si ripetesse. Proprio stamattina abbiamo trovato con il Comune un accordo per lo stoccaggio all’Anconella degli argini gonfiabili e delle paratie mobili che ci siamo impegnati ad affittare in tempi brevissimi con una trattativa privata e quindi ad acquistare in via definitiva.”
Per quanto riguarda la comunicazione delle criticità, e le definizioni “ordinaria, moderata ed elevata” utilizzate dal sistema nazionale e definite “arcaiche, inservibili e fuorvianti”, il presidente Rossi ha detto di aver parlato di questo problema con il prefetto Gabrielli per una loro revisione. “D’ora in poi – ha concluso – noi offriremo in primo luogo una descrizione, una specificazione puntuale delle previsioni. La classificazione nazionale la metteremo in fondo”.