Toscana
Piombino, ai lavoratori della «Lucchini» il sostegno del Papa
«Francesco, qui siamo alla fine. Fai qualcosa». È quanto chiedevano – in un video consegnato al Papa – gli operai della Lucchini di Piombino. La risposta del Pontefice non si è fatta attendere: «Cari operai, cari fratelli – ha detto stamani Papa Francesco al termine dell’udienza generale – sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza, la preoccupazione di padri di famiglie che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter costruire, nutrire e educare i propri figli, siate sicuri della mia vicinanza e della mia preghiera».
Si ferma il «gigante». L’altoforno dello stabilimento siderurgico tra poche ore smetterà di essere alimentato. Così il «gigante», simbolo della città toscana, subirà un periodo di riposo forzato: per una ventina di giorni, un mese al massimo, passerà ad una fase di «stand by». Non è la prima volta che la colata di acciaio si blocca. Ma questa volta la preoccupazione dei lavoratori e della città è altissima: le sorti dello stabilimento e di migliaia di famiglie sono ridotte al lumicino. Nel video ci sono operai che chiedono al Papa di «prendersi a cuore la vicenda, siamo disperati» e di «pregare anche per noi perché saremo i nuovi poveri del futuro». Infine c’è che auspica una preghiera per «una zona che rischia di morire e 4.500 persone che rischiano di essere mandate a casa, una bella fetta di patrimonio culturale e lavorativo che se ne va». Il Papa, guardando il video si è «commosso» ed è «rimasto triste». Ma stamani Bergoglio ha chiesto agli operai di non scoraggiarsi: «Il Papa è accanto a voi e prega per voi, affinché quando si spengono le speranze umane rimanga sempre accesa la speranza divina che non delude mai». E poi: «a tutti i responsabili chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e di generosità per riaccendere la speranza nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore di tutto le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica». «Per favore – ha concluso il Papa -, aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate!».
Le reazioni a Piombino. «La risposta del Papa è una risposta che ci tocca profondamente, una risposta che ci dà sostegno in un momento così drammatico per noi». Questo il primo commento a caldo di Lorenzo Fusco, lavoratore della Lucchini di Piombino e rappresentante delle Rsu. «Sentire Papa Francesco vicino in un momento per noi di così poca serenità mi auguro che ci dia la forza di resistere perché a Piombino la siderurgia non può scomparire. Vorremmo che la stessa solidarietà espressa da una personalità come quella del Pontefice – ha concluso Fusco – ci sia espressa, ma con atti concreti, dalle istituzioni». Il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, ha sottolineato le parole del Papa che «mostrano ulteriormente una sensibilità di cui non abbiamo mai dubitato». «Mi auguro – ha concluso il sindaco – che siano di ispirazione per chi ha il compito di mettere in campo soluzioni tese ad evitare il dramma sociale ed economico che rischia di verificarsi nel nostro territorio, con la fermata dell’area a caldo della Lucchini e la fine della produzione dell’acciaio».
Il futuro incerto della siderurgia. Nel futuro immediato l’impatto negativo della chiusura dell’altoforno sarà attutito con l’utilizzo di contratti di solidarietà. Il futuro si potrà scrivere solo dopo il 30 maggio, giorno in cui scadono i termini per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dello stabilimento. Con il disimpegno del magnate russo Alexei Mordashov, la Lucchini è dal 2012 in amministrazione straordinaria. Passata in secondo piano l’offerta d’acquisto presentata dal gruppo Smc del magnate arabo Khaled al Habahbeh, potrebbe ora avere la meglio quella della società indiana Jsw. Secondo l’assessore regionale dell’ambiente della Toscana, Annarita Bramerini «è necessaria una serie di investimenti che la Regione è disposta a stanziare insieme al governo per rilanciare l’attività industriale e mantenere posti di lavoro». «Servono bonifica e riqualificazione industriale perché non possiamo permetterci questa spada di Damocle», soprattutto di perdere di posti di lavoro. «Le nostre richieste al governo – spiega il presidente della Toscana, Enrico Rossi – sono chiare e finalizzate ad incentivare i privati ad investire su Piombino e garantire un futuro al polo siderurgico». La Regione ha in particolare chiesto che nell’accordo di programma vengano inseriti l’impegno a un contributo di 50 milioni di euro da risorse nazionali per la realizzazione le bonifiche del polo siderurgico e altri 10 milioni per quelle delle aree demaniali del porto, ma anche un contributo di almeno 30 milioni per il completamento del collegamento stradale tra il porto e la strada statale 398.