Toscana
Ambiente: erosione costiera, presto una legge per la Toscana
Migliorare le politiche a tutela della costa toscana, prevedendo un’attività di programmazione e monitoraggio in capo alla Regione e introducendo al contempo una displina organica delle competenze regionali e degli enti locali in materia. E’ questo l’obiettivo indicato dall’assessore all’Ambiente, Anna Rita Bramerini, che ha illustrato il documento preliminare alla proposta di legge “Disciplina delle funzioni in materia di difesa della costa e degli abitati costieri”.
Nello specifico si propone di rinviare al PAER – Piano ambientale energetico regionale – la definizione delle strategie di intervento per il recupero e riequilibrio del litorale prevedendo un documento annuale approvato dalla Giunta, con propria deliberazione, per la programmazione degli interventi secondo le risorse in bilancio. Al centro dell’esposizione dell’assessore la necessità di coordinare e concordare con gli enti locali le politiche di intervento, attraverso l’istituzione di un tavolo istituzionale, denominato Osservatorio regionale della Costa (composto dal Presidente della Giunta regionale, o suo delegato, nonchè dai Presidenti delle province costiere, o loro delegati). L’Osservatorio avrà funzioni consultive, propositive e di coordinamento, esprimendosi, in particolare, sul documento operativo attuativo delle strategie contenute nel PAER. Previsto inoltre un rafforzamento del monitoraggio su scala regionale e riservato alla stessa Regione per l’esercizio della programmazione, in aggiunta al monitoraggio già svolto dalle province (per la difesa della costa e degli abitati costieri di propria competenza). La Regione potrà avvalersi del supporto tecnico di soggetti pubblici già esistenti, quali il Lamma, o avviare forme di collaborazione con università e centri di ricerca.
Sempre a fini semplificatori e per garantire uniformità sul territorio regionale, si rinvia ad apposito regolamento la disciplina delle procedure per la realizzazione di tutti gli interventi di recupero e riequilibrio della fascia costiera (anche quelli non inseriti nel piano), con particolare riferimento alle attività di ripascimento degli arenili.
Si propone quindi di istituire il “sistema informativo della costa”, con i i dati già in possesso di province e comuni, quelli relativi al monitoraggio sull’evoluzione della linea di riva effettuato a scala regionale e il catasto delle opere pubbliche di difesa della costa e degli abitati costieri.
La portavoce dell’opposizione, Stefania Fuscagni, ha ripercorso i principali passaggi dell’assemblea regionale in questi anni sul tema e le politiche della difesa della costa, centrando una questione: “Veniamo da un decennio in cui le funzioni di indirizzo regionale di fatto non si sono esrcitate” perché dal 2003 tutto è stato affidato alle Province come stazioni appaltanti, “che hanno fatto un’azione di surroga con risultati avvilenti”. E se “non si comincia a dire dove siamo arrivati” si rischia un mero “esercizio verbale”. La consigliera ha richiamato cifre e considerazioni a corredo: “147mila metri quadrati di spiaggia mangiati dal mare in una regione per la quale si conferma una importantissima vocazione turistica, eppure negli ultimi 10 anni si è speso circa il 50 per cento delle risorse disponibili per gli interventi; rimangono non spesi 46 milioni a fronte di una situazione critica”. Per Fuscagni quando si parla di “cabina tecnica o di osservatorio” non si capisce “con che funzioni” e questo è “un fatto allarmante”. E a proposito del sistema informativo della costa, “chi lo utilizza, chi deve rendicontarlo?”
La portavoce ha chiuso il suo intevento ribadendo un punto che attiene proprio alla stessa natura delle informative dalla Giunta al Consiglio, e alla loro “genericità”: “E’ una modalità comunicativa che non funziona”.