Toscana

Emergenza carceri: Corleone, Toscana può dare l’esempio

L’emergenza del sovraffollamento nelle carceri va affrontata con estrema rapidità. Ma “mentre in un paese normale, condannato dalla Corte europea per i diritti umani per trattamenti crudeli e degradanti, si sarebbe sviluppato un dibattito per chiedersi come era potuta accadere una tragedia simile e come rimediare immediatamente, in Italia le parole gravi di Giorgio Napolitano, in cui si sollecitavano provvedimenti adeguati, sono state accolte con fastidio”. Questa la denuncia del garante regionale dei diritti delle persone detenute della ToscanaFranco Corleone, nel suo intervento di stamattina durante il seminario “Il carcere a giudizio”. Corleone, nella sua relazione, ha ricordato come l’Italia paghi lo scotto dell’appuntamento eluso della riforma della giustizia. “Serve – ha detto il garante – una volontà politica forte e una determinazione feroce: il lavoro, le misure alternative, il sopravvitto sono solo alcuni nodi che farebbero la differenza” per diminuire il numero dei detenuti e rendere le condizioni di vita in carcere accettabili. Secondo Corleone “è evidente che per ottenere risultati efficaci occorrerebbe un carcere con un numero di presenze legato al diritto penale minimo e mite”; dunque “è necessario aggredire la legislazione affolla carcere, dalla legge sulle droghe alle norme sulla custodia cautelare e prevedere misure in positivo”. Per quanto riguarda la questione di una misura di clemenza, il garante toscano ha ribadito di ritenere “inopportuno un provvedimento a pioggia” e di sostenere “una misura limitata a reati che hanno una portata enorme sull’affollamento carcerario”. La Toscana, prima regione ad abolire la pena di morte con una scelta coraggiosa, ha concluso Corleone, “può indicare al resto dell’Italia un modello per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), chiudendo subito la struttura di Montelupo fiorentino, può avviare progetti per l’uscita dei tossicodipendenti dal carcere, può presentare al Parlamento proposte di legge per cambiare la legge sulle droghe”. Il garante ha infine preannunciato che nel marzo prossimo sarà presentata alla Regione una proposta di riutilizzo della struttura che ospita l’Opg.

Il seminario di questa mattina, promosso dal Consiglio regionale della Toscana, dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Toscana e dalla Fondazione Giovanni Michelucci, e che ha visto la presentazione del volume degli atti del convegno “Il carcere al tempo della crisi”, si è aperto con il messaggio di saluto del presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci. “Le condizioni in cui si vive nelle carceri italiane sono vergognose, indegne di un paese civile – ha affermato Monaci – ma la sentenza europea sembra non aver scalfito più di tanto l’indifferenza per questo problema. Per questo è necessario agire, con iniziative come questa, per mantenere accesi i riflettori sulla questione delle carceri, affinché tutto non torni nell’oblio”.

All’assessore regionale al Diritto alla salute Luigi Marroni è stato affidato il compito di fare il punto sulla condizione attuale delle carceri in Toscana e sulle strategie messe in atto dalla Regione. In Toscana i detenuti sono attualmente 4060, il 24% in più rispetto alla capienza regolamentare delle carceri. Marroni ha ricordato che sono stati recentemente stipulati protocolli di intesa con il ministero e le autorità competenti. “Un numero consistente di detenuti secondo noi potrebbe essere indirizzato a pene alternative e ci siamo mossi in questo senso – ha spiegato l’assessore -. Il presidente della Regione Rossi ha chiesto garanzie al ministro affinché i posti liberati non siano di nuovo occupati in una spirale senza fine, fatto che migliorerebbe le condizioni di vita dei detenuti e che ci risparmierebbe la salatissima multa, 70 milioni di euro, che se le cose rimangono immutate ci verrà inflitta dalla Commissione europea”. E’ anche una questione di conti, oltre che di diritti civili: Marroni ha spiegato che mentre un detenuto in carcere costa 125 euro al giorno, un detenuto in comunità dedicate costa 30-35 euro al giorno. Per quanto riguarda l’Opg di Montelupo, Marroni ha riportato che nel 2012 sono stati dimessi 25 internati, affidandoli ai servizi territoriali che hanno elaborato per loro percorsi di cura e di recupero personalizzati; nel 2013 le dimissioni sono state 31. L’obiettivo è far rientrare i restanti internati non toscani nelle regioni di provenienza, agendo in accordo con le altre amministrazioni, e per tutti i toscani elaborare soluzioni alternative.