Toscana
Toscana: ricerca, 600 mila euro per formare «agenti» di innovazione
«I titolari delle borse – sottolinea Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega alla ricerca – dovranno diventare esperti soprattutto nel trasferimento tecnologico, in comunicazione e marketing, nelle attività di incubazione verso spin-off e start-up. Per vincere la grande sfida di una innovazione capace di far recuperare produttività alle nostre imprese, puntiamo dunque sul capitale umano».
Ammesse alla presentazione dei progetti sono le Università pubbliche, gli Istituti di istruzione universitaria a ordinamento speciale, gli enti di ricerca pubblici nazionali con sedi operative in Toscana. Sono chiamati a mettersi in rete fra loro (ciascuna rete dovrà essere composta da almeno 3 soggetti) attraverso una ATS (associazione temporanea di scopo): ogni proposta dovrà articolarsi in differenti percorsi di alta formazione e ricerca.
Ciascun percorso (durata fra i 9 e i 18 mesi) alternerà alta formazione (all’estero) e ricerca (in Toscana). I destinatari delle borse saranno individuati, dai soggetti attuatori, attraverso specifiche procedure a evidenza pubblica.
Dopo un periodo di formazione all’estero, i borsisti dovranno svolgere anche un periodo di ricerca in poli di innovazione, incubatori e altri centri, pubblici e privati, attivi in Toscana.
«L’auspicio – aggiunge Targetti – è che questi “agenti” mettano a servizio le competenze sviluppate per rafforzare gli atenei nella loro cosiddetta terza missione: non solo le tradizionali (insegnamento e ricerca), ma anche le attività che ne facilitino il concreto impegno con società e industria».
Fra gli ambiti disciplinari su cui presentare progetti anche le tecniche per partecipare con successo ai bandi per l’utilizzo dei fondi europei.