Toscana

Corsinovi: «Porteremo in Regione le necessità dei più deboli»

«Con l’approvazione del nuovo statuto – sottolinea – ha preso avvio dal Meeting nazionale che si è tenuta a Modena il nuovo assetto istituzionale della Confederazione nazionale delle Misericordie che prevede un’articolazione nazionale e poi il livello di decentramento che avrà nelle regioni e nei coordinamenti zonali gli ulteriori livelli. Per quanto riguarda la Toscana si tratta di una conferma di quanto le 273 Misericordie toscane hanno voluto costituendo nel dicembre del 2010 la Federazione regionale che era un bisogno da parte delle nostre associate della Toscana ma che per ragioni di armonia con tutto il contesto confederale delle Misericordie non abbiamo utilizzato a pieno».

L’articolazione su base regionale porterà anche un miglioramento per i servizi ai cittadini?

«È il nostro intento. In una situazione politica generale abbastanza pregiudicata, nel senso che viene avvertito sempre di più il distacco tra la politica e il bisogno della gente, questo nuovo assetto è per dare in primo luogo alle nostre associate e di conseguenza ai cittadini che vi si rivolgono servizi più efficienti e più vicini ai loro bisogni. Le Misericordie sono infatti chiamate a rispondere ogni giorno a esigenze e bisogni sempre più drammatici e nuovi delle nostre comunità di cui sono al servizio».

La situazione interna al movimento ha vissuto momenti difficili. Soprattutto in Toscana dove alcune Misericordie sono uscite dalla Confederazione nazionale. A che punto siamo con il percorso di riunione?

«Il momento di maggiore criticità vissuto dal movimento ha coinciso con l’uscita della Misericordia di Firenze dalla Confederazione, la misericordia “madre” che ha dato avvio a tutto il nostro movimento, seguita poi da quella di Rifredi. Con le elezioni di Modena pensiamo di aver invertito la tendenza e di aver intrapreso la strada della riunione. Peraltro, la Misericordia di Firenze ha già compiutamente risolto il proprio percorso tornando pienamente all’interno della Confederazione nazionale. Sono tutti segnali che stanno a significare la volontà di superare questo rottura della comunione. Mi piace sottolineare che il movimento delle Misericordie si ispira alla carità cristiana. Tra confratelli credo che l’esercizio della riconciliazione, del perdono reciproco, siano alla base del nostro impegno quotidiano. Ora la volontà è quella di recuperare anche con l’unica Misericordia che è rimasta all’esterno, quella di Rifredi».

La Federazione regionale avrà il compito anche di tenere i rapporti con la Regione…

«La scelta della nostra nuova articolazione e del decentramento ha proprio questo senso: fare in modo che le Misericordie a livello regionale potessero esprimere una struttura di servizio di pari livello. Continueremo quindi a mantenere i rapporti con la Regione anche se, nei mesi scorsi, abbiamo registrato alcune fibrillazioni con la Regione. Grazie alla conoscenza personale con il presidente Rossi e con l’assessore alla sanità Marroni mi auguro un rapporto proficuo che sia nell’interesse dei cittadini, soprattutto dei più deboli che non riescono a far sentire la propria voce, che sono ormai prigionieri delle loro case, delle loro povertà, soprattutto nelle zone più disagiate e lontane della nostra Toscana. Proprio qui le realtà di volontariato rappresentano sia un presidio sociale sia un punto di riferimento per la popolazione. Noi vogliamo essere strumento per queste persone: vorremmo portare al tavolo della Regione le loro necessità».

Ha parlato di fibrillazioni con la Regione. Qual è la situazione del trasporto sanitario in Toscana?

«Il sistema del soccorso e dell’emergenza nella nostra regione che non eguali nel panorama nazionale. Abbiamo un sistema capillare ed efficiente che, grazie soprattutto alla rete del volontariato (Misericordie, Pubbliche assistenze, Croce Rossa), prevede presenze qualificate in ogni borgo e quartiere della nostra Regione. Tutto ciò consente ai cittadini di avere delle risposte immediate e all’altezza delle loro necessità. Evidentemente la crisi economica che ha investito il nostro paese, ha colpito anche la Toscana e il comparto della sanità. Mi auguro che non ci siano ulteriori tagli al settore del trasporto sanitario perché nella nostra regione ha un costo tra i più bassi a livello nazionale. Tagliare ulteriormente significa mettere a repentaglio soprattutto la vitalità e la sopravvivenza di tante nostre associazioni».

La questione della Misericordia di Pisa dove un grave indebitamento mette a rischio i posti di lavoro di settanta dipendenti. Cosa succederà?

«Qui c’è una gravissima crisi finanziaria ed economica che ha origine alcuni anni fa. I precedenti amministratori hanno fatto scelte che oggi si sono rivelate decisamente azzardate. Nella Misericordia di Pisa c’è una componente numerica di dipendenti che è assolutamente patologica perché superiore al numero dei volontari. Un’associazione di volontariato per essere tale deve vedere al suo interno, come parte preponderante, i volontari, per noi i fratelli e le sorelle. Sia da un punto di vista dirigenziale che di svolgimento dei servizi. Lo dico con grande sofferenza: gli attuali rimborsi della Regione purtroppo non consentono il mantenimento del numero attuale di posti di lavoro. Per quanto riguarda lo svolgimento del servizio non ci sono invece problemi. La Misericordia, dopo il periodo di commissariamento, è oggi affidata a due nuovi dirigenti che sapranno mantenere il punto di emergenza anche grazie alla collaborazione che ho chiesto da parte delle confraternite limitrofe».

Quello di Pisa è l’unico caso in Toscana?

«Nella generalità no. Potrebbero esserci altre situazioni di criticità con alcuni posti di lavoro in esubero in ragione sia della contrazione del trasporto sanitario sia di altri servizi tagliati. Ma si tratta di situazioni circoscritte e limitate ad alcune unità di personale che mi auguro si possano recuperare».