Toscana
Ait, la tariffa dell’acqua non cambia. Ora un percorso per la ripubblicizzazione
Al tempo stesso, nello spirito del referendum sulla pubblicizzazione del servizio idrico integrato, i sindaci hanno deciso di sviluppare insieme alla Regione Toscana un percorso per una ridefinizione della governance delle aziende di gestione con l’obiettivo di valorizzare la presenza ed il ruolo della componente pubblica. Questo, piuttosto che riacquistare le quote azionarie delle aziende esistenti possedute dai partner pubblici, un’operazione che, con il metodo transitorio varato dall’Autorità per l’energia Elettrica ed il gas (AEEG), verrebbe a costare 1,5 miliardi di euro solo per la Toscana.
«L’approvazione della tariffa – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini – è avvenuta con una decisione sofferta, perché il metodo imposto dall’Autorità nazionale, seppur provvisorio, scontenta tutti. Proprio per questo la Regione ha voluto e vuole essere accanto ai sindaci per avviare insieme un percorso nei limiti delle competenze degli Enti Locali e della Regione. Tutto questo con l’auspicio che faccia la sua parte, indispensabile, anche il governo. Rivolgiamo un appello perché da Roma arrivino risposte o in termini di risorse aggiuntive o in termini di leggi che ci mettano nelle condizioni di dare seguito agli esiti referendari. Vogliamo intraprendere un percorso virtuoso e condiviso – ha continuato Bramerini – con tempi certi. Ci avvarremo, così come indica la legge di riforma degli ATO, di due strumenti importanti, la Consulta, istituita dal Consiglio Regionale, composta da soggetti designati dalle associazioni sindacali, imprenditoriali, dalle associazioni dei consumatori e dalle associazioni ambientaliste e dal Forum dei movimenti per l’acqua che ha il compito di formulare proposte sulla qualità, l’efficienza e l’efficacia dei servizi; e dell’Osservatorio, che supporterà la Giunta per garantire trasparenza e informazione sui dati e costi relativi ai servizi. Insomma, tutti i portatori di interesse potranno confrontarsi avendo presenti da un lato le tariffe per le famiglie, le imprese e la difficile situazione in cui versano i bilanci degli Enti Locali tra tagli e patto di stabilità».
«E’ stata una discussione molto seria e molto serrata – ha commentato il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, presidente dell’AIT – che guarda a quelli che sono i problemi molto concreti di un sistema che ha bisogno di stabilità e dentro questo ci stiamo muovendo per arrivare a una decisione che sia la più razionale possibile. Il solco è stato segnato dalla legge 69, cioé l’idea di andare verso una uniformità nella gestione del Servizio Idrico Integrato e verso una stabilizzazione del sistema. L’obiettivo è anadare verso una ripubblicizzazione. Abbiamo fatto un’operazione molto importante che è lo spostamento dei costi operativi e di quelli di investimento, se non facciamo un’operazione in cui sosteniamo gli investimenti il sistema va in crisi».
«Abbiamo davanti problemi legati alla potabilizzazione dell’acqua in alcune zone come la Val di Cornia; – ha detto il direttore AIT Alessandro Mazzei – possibili problemi in Versilia per sversamenti in alcuni fossi che scaricano a mare; ci sono stati problemi su parti di acquedotto tra Pisa e Livorno; dobbiamo realizzare le fognature e i depuratori ancora per vaste aree della regione. Senza risorse non si possono fare investimenti per rimediare ed evitare questi e altri problemi. Quindi l’approvazione delle nuove tariffe del servizio idrico toscano serve a finanziare una serie di investimenti fondamentali. Certo, ci sono molte criticità, segnalate a dovere da alcuni sindaci e dai comitati cittadini, e si deve auspicare che il metodo tariffario arrivi ad aggiustamenti definitivi. Tuttavia – conclude Mazzei – resta fondamentale garantire il livello degli investimenti previsto dai piani d’ambito, per non abbassare i livelli di servizio per l’utenza e per non incorrere nelle sanzioni dell’Unione Europea, specie in materia di depurazione delle acque reflue. Così, l’approvazione delle tariffe 2012-2013, pur in presenza di un metodo tariffario transitorio ed insoddisfacente, serve proprio a garantire la realizzazione degli investimenti previsti, senza gravare ulteriormente sulle bollette dei cittadini».
L’assemblea dei sindaci ha ribadito quanto sia legittima l’aspettativa di tutti i cittadini di aver acqua a sufficienza e di buona qualità. Difficilmente si ha consapevolezza della complessità del sistema che garantisce tale bene e dei relativi costi. Né è conosciuta l’arretratezza del sistema di infrastrutture ed impianti, che rende necessari e urgenti gli investimenti. In Toscana per l’adeguamento e potenziamento della rete acquedottistica, fognaria e per nuovi depuratori sono necessari investimenti per un importo complessivo di 1,9 miliardi di euro. L’Ue ha previsto entro il 2015 l’adeguamento dei depuratori ai nuovi parametri europei, pena l’apertura di procedute di infrazione che comporterebbero nuove sanzioni per i cittadini.
Per questi motivi, responsabilmente, i sindaci hanno ritenuto comunque necessario approvare le tariffe per poi però legittimamente pretendere dai gestori del servizio idrico integrato il miglioramento del servizio e l’attuazione degli interventi necessari. Tariffe che non variano sostanzialmente rispetto agli anni procedenti, anche se questo non era affatto scontato, proprio perché consentono di realizzare tutti gli investimenti necessari e urgenti.
L’assemblea ha incamerato le decisioni delle varie conferenze territoriali che in maggioranza avevano votato a favore della nuove tariffe. Solo per la zona di Arezzo si è arrivati a decidere esclusivamente i parametri del calcolo della tariffa, senza approvarne il risultato, che sarà rimandato alla decisione dell’AEEG. Mentre per la zona dell’area metropolitana fiorentina si rimanda ad una nuova convocazione della conferenza territoriale che si terrà nei prossimi giorni.