Toscana

«Ecco perché votare per noi». L’appello di tre candidati

Le coalizioni in campo sono tre, guidate rispettivamente da Bersani, Monti e Berlusconi. Anche altre liste, che corrono da sole, potranno avere eletti, ma nessuna può sperare di ottenere il premio di maggioranza e proporsi per governare. Per questo abbiamo chiesto a tre candidati presenti nelle liste toscane delle tre coalizioni di rivolgere tramite il nostro settimanale un appello agli elettori. Abbiamo scelto tre cattolici, facilmente riconoscibili per il loro impegno. E pensiamo di non far torto a tutti gli altri candidati, dal momento che il voto di preferenza ci è negato da questa legge bislacca e il voto va solo al simbolo di partito.

Natalino Giorgio Guerrini è nato ad Arezzo nel 1958, sposato e con tre figli, è un imprenditore artigiano nel settore alimentare, che per due mandati è stato presidente nazionale di Confartigianato. Già consigliere comunale ad Arezzo, ha avuto impegni nell’Agesci e nell’Ucid. È capolista Udc alla Camera nelle circoscrizioni di Toscana, Umbria e Lombardia.

Gabriele Toccafondi, nato a Firenze nel 1972, sposato e con due figli, è parlamentare uscente del Pdl di cui è anche coordinatore provinciale. Dirigente di cooperativa, si è occupato di formazione professionale prima, e successivamente del settore sociale. È al 5° posto nella lista toscana del Pdl per la Camera.

Federico Gelli, nato a Castelnuovo Val di Cecina nel 1963, è sposato e ha un figlio. È stato presidente provinciale delle Acli e membro della direzione nazionale. Medico con specializzazione in sanità pubblica è stato dal 2000 al 2010 consigliere regionale e nel secondo mandato vicepresidente della giunta regionale. Dal settembre 2012 è direttore sanitario del presidio ospedaliero Firenze Centro. È al 23° posto nella lista toscana del Pd per la Camera.

Guerrini (Udc): Una scelta di coerenza

Senza l’Udc non ci sarebbe stato il governo Monti, non avremmo superato la logica dell’estremismo bipolarista degli ultimi anni e aperto il sistema al nuovo. Insomma dopo la sfida solitaria del 2008 l’Udc ha aperto il varco alla terza repubblica costituendo poi l’asse portante della coalizione che ha dato vita al governo d’emergenza che ha evitato all’Italia il baratro greco.

Stiamo con Mario Monti perché crediamo che sia l’unico in grado di governare, per questo abbiamo una lista comune al Senato. Ma non rinunciamo alla nostra storia e alla nostra autonomia. Per questo c’è il nostro marchio di sempre per la Camera, dove si può apporre, nella scheda rosa, la croce su un simbolo, quello dell’Udc, che raccoglie e rilancia una storia importante, con lo Scudo e la Croce, che tanto hanno dato a questo Paese, portato dalle macerie del dopoguerra ad essere quinta potenza economica mondiale.

Dal punto di vista degli interventi sul terreno dell’economia, sul quale ho da mettere a disposizione sia la mia realtà di imprenditore, sia la mia lunga esperienza alla guida della Confartigianato nazionale, dobbiamo lavorare per una vera liberalizzazione che da una parte favorisca la concorrenza e la diminuzione dei prezzi, e dall’altra sproni la sussidiarietà sul terreno del welfare.

Chi come noi, e come me, opera da sempre, coerentemente, all’interno del mondo cattolico, sa che il rigore non può essere separato dalla solidarietà. Occorre difendere la famiglia e i suoi valori, unico polmone di risorse che aiuta chi sta perdendo il lavoro e si trova in difficoltà. La famiglia va difesa anche sul terreno della sua essenza fondamentale: un uomo e una donna sposati, che hanno figli frutto della loro unione. Questo resta il cardine della nostra società.

Questa campagna elettorale è piena di promesse. L’Udc è, e fa, una scelta diversa, mettendo in lista esperienza e competenza, candidando persone perbene che lavoreranno per diminuire la pressione fiscale, per evitare l’aumento dell’Iva, che rafforzeranno le detrazioni soprattutto per chi assume giovani e le deduzioni per la famiglia. Dobbiamo ridare all’Italia potere di acquisto e soprattutto fiducia nelle sue grandi potenzialità di crescita.

Giorgio Guerrini

 

Toccafondi (Pdl): Via l’Imu anche al non profit

Il modo migliore per fare campagna elettorale è chiedersi e darsi le ragioni di un impegno pubblico, è vero per tutti e ancora più vero in una educazione cattolica. Ma il bisogno di capire è di tutti. Ecco quindi che il momento elettorale è il momento in cui ognuno si chiede cosa interessa, quali i criteri di scelta, quali le preoccupazioni. Da cattolico in questo percorso ho scoperto che usando la ragione si verifica che «l’intelligenza della fede» diventa «intelligenza della realtà». Chi si domanda «per chi votare», così per chi «chiede il voto», l’uso della ragione diventa fondamentale. Per chi si presenta conta dire cosa vuol fare, conta dire cosa ha fatto.

Per quanto riguarda il tema dell’educazione nel corso degli ultimi 5 anni sono stati recuperati grazie a miei emendamenti in commissione bilancio: 960 milioni per l’istruzione paritaria. Una dura battaglia contro chi non vuol comprendere che il contributo alle scuole libere e paritarie non è un «regalo» o una «elargizione», erroneamente definite private, ma un aiuto concreto per garantire una vera libertà di educazione. Il futuro e il mio impegno proseguirà per un sistema di vera libertà di scelta educativa: buono formativo o credito di imposta. Ho svolto un lavoro che ha contribuito al riconoscimento del «fattore famiglia». Ho sempre cercato insieme al PdL di favorire con detrazioni fiscali tutte quelle famiglie che hanno figli a carico ed i particolare quelle numerose. Detrazioni sono aumentate di 320 euro a figlio con meno di 3 anni e di 150 euro se superiore di 3 anni. Vogliamo difendere la famiglia come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Abbiamo avuto il merito, tramite il raggiungimento del traguardo dello «Statuto delle Imprese», di ridisegnare tutto il corpus dei principi e dei diritti necessari a tutelare le piccole e medie imprese. Sosteniamo da sempre che la politica deve essere d’aiuto verso chi vuole fare impresa sia essa una multinazionale o piccoli artigiani.

Il Pdl inoltre, se ottenuta la maggioranza, si adopererà per togliere l’Imu sulla prima casa e l’Imu al non profit. La sussidiarietà non è un principio astratto, chi fa opera di bene per tutti non deve pagare l’Imu come invece sta accadendo.

Il prossimo Parlamento sarà chiamato ad affrontare molti temi sensibili: eutanasia, aborto, matrimoni e adozioni tra persone dello stesso sesso, solo per elencarne alcuni. Su questo i cattolici diranno la loro. Io partirò da quanto ha affermato Benedetto XVI durante la sua visita al Parlamento tedesco: «anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso…proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà». In fondo è sempre una questione di uso della ragione.

Gabriele Toccafondi

 

Gelli (Pd): Per un Paese più giusto

Il Paese è ad una svolta e ora è il momento che la politica, i politici, si assumano la responsabilità di governare. Da quando il governo tecnico ha preso in mano l’economia dell’Italia, condotta fin dentro il precipizio dal centrodestra, sono stati necessari sacrifici pesanti che hanno purtroppo colpito, in larga parte, le famiglie e le imprese che oggi si aspettano dal nuovo governo risposte concrete di sviluppo e di equità. Lo spirito e la storia che animò la presenza dei cattolici in politica, un tempo unitaria nella Dc e oggi frammentata nei diversi schieramenti, è stata in questi anni recenti troppo marginale nella sua capacità di alimentare una vera «visione politica». Un difetto che ha colpito tutti i governi della cosiddetta «seconda repubblica». Il bisogno di futuro del Paese ha un urgente bisogno di riscoprire la ricchezza del nostro messaggio politica e la credibilità di una forte testimonianza etica. La presenza dei cattolici nelle responsabilità della politica non deve più costituire solo un apporto marginale ai programmi delle coalizioni.

Nel corso dell’esperienza di governo che ho fatto fino al 2010 in Regione Toscana, mi sono convinto che alcuni «pilastri», derivati dalla mia formazione giovanile nell’associazionismo cattolico, siano oggi di straordinaria e urgente attualità: in primo luogo riconoscere che il rapporto fra i cittadini e le istituzioni non può non fondarsi sui principi di sussidiarietà e solidarietà. È ora di abbattere le barriere di un fisco iniquo verso le famiglie, le ipocrisie di uno stato che si affida al volontariato solo per risparmiare, le nebbie di una burocrazia complicata per le imprese e per i cittadini, troppo spesso corrotta o inefficiente.

In secondo luogo credo, da cattolico, che l’Italia debba finalmente proporsi di vincere la battaglia contro l’illegalità e la criminalità organizzata. Non si tratta solo di creare un Paese più giusto e più vivibile per i nostri figli, si tratta anche di riequilibrare deboli e forti, onesti e disonesti, perché un Paese che punisce, tassa, colpisce solo i più deboli (le giovani coppie, i disoccupati, gli anziani, le famiglie immigrate) è un Paese che rinuncia al proprio futuro favorendo invece  impunità e corruzione, sfruttamento e sopraffazione.

Infine da cristiano impegnato in politica, credo che occorra un supplemento di testimonianza a partire dalla sobrietà dei comportamenti di ciascuno e dei partiti nel loro complesso. Sono assolutamente convinto che si debba cancellare al più presto il finanziamento pubblico ai partiti e ridurre il compenso dei politici. È infatti un obbligo morale per ogni governante che chieda sacrifici ai cittadini quello di avere comportamenti trasparenti, sobri, civilmente coerenti con l’incarico affidatogli dagli elettori.

Federico Gelli