Toscana

Consiglio regionale: seduta solenne a Livorno per il Giorno della Memoria

Si è aperta con i saluti del presidente del Consiglio provinciale di Livorno, Fabio Di Bonito, la commemorazione del Giorno della Memoria svolta per iniziativa del Consiglio regionale della Toscana, questa mattina, nella sala consiliare della Provincia di Livorno.

«Esprimo vicinanza alla famiglia del bambino che ha perso la vita nell’incendio di venerdì scorso in un palazzo proprio qui a Livorno», ha esordito Di Bonito. Che poi è entrato nel merito nella commemorazione: «in questi giorni ho avvertito e vissuto un senso di stanchezza, rispetto al Giorno della Memoria, una stanchezza che preoccupa perché fa capire che esiste il rischio che, con il tempo, essa possa trasformarsi in atrofia della memoria». Il 27 gennaio 1945 venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz e questa data è presa a simbolo per indicare la liberazione degli ebrei chiusi nei campi di sterminio realizzati dalla Germania nazista. Questa data non può dunque essere fatta scivolare nell’oblio e nella mancanza del ricordo. L’ignoranza e la non conoscenza, ha aggiunto Di Bonito, alimentano i pregiudizi.

Dopo i saluti di Di Bonito, che ha ringraziato l’Assemblea toscana di aver scelto la città dei Quattro mori, è stato il presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, a sottolineare che quella ebraica è una forte comunità profondamente inserita nella nostra società aggiungendo, a dimostrazione del radicamento degli ebrei nel tessuto locale, i nomi di alcuni ebrei livornesi illustri, fra cui il rabbino Elia Benamozegh, Elio Toaff, Amedeo Modigliani.

Livorno ha sempre sentito l’impegno imprescindibile di ricordare la Shoah, l’evento più tragico del Novecento, ha aggiunto Kutufà ricordando che l’Amministrazione provinciale ha dato vita nel tempo, tutti gli anni, ad una serie di iniziative di ogni livello. Ha poi aggiunto che l’impegno è stato quello di dare la parola ai testimoni diretti della tragedia e il ricordo, con emozione, dell’appassionata testimonianza del concittadino Isacco Bajona, scomparso pochi giorni fa, con quel mostrare il numero impresso nel braccio, segno della folle volontà nazista di annientare l’uomo e ridurlo a numero. Sono perciò inaccettabili tutte le tesi negazioniste o quelle parzialmente giustificazioniste sulla responsabilità forte anche dell’Italia.

Il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, ha ringraziato di aver scelto Livorno e ha aggiunto di essere orgoglioso di fare il sindaco in una città che non ha mai avuto il ghetto pur avendo storicamente una numerosa comunità ebraica, una città che ha avuto le leggi Livornine, che è stata coacervo di razze e di religioni. Dopo aver ricordato anche lui il concittadino Bajona, il sindaco Cosimi ha esortato a non sottovalutare i rigurgiti di antisemitismo che stanno apparendo, fra l’altro, in Francia e in Ungheria e ha concluso con un ammonimento: l’antisemitismo è trasversale.

«Per chi pensa che il fascismo abbia fatto cose buone si deve ricordare come tutto questo viene sotterrato dalle carneficine e dalle tragedie». Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci durante il suo intervento nella celebrazione del giorno della memoria. «Gli italiani capirono sulla propria pelle che unico baluardo non poteva che essere la democrazia. Non possiamo pensare che saltino gli equilibri rappresentativi. Se ebrei subirono destino tragico, tutta Italia ha pagato con il fascismo che ha finito per inoculare morbo del razzismo». «L’Europa unita è nata ad Auschwitz con il rifiuto di quella storia per imboccarne altra. La costituzione di identità politica e comunitaria – ha concluso Monaci – è nata dal rifiuto di ciò che è stata la Shoah».

«In Toscana il Giorno della memoria dura tutto l’anno». Così la vicepresidente della Giunta regionale, Stella Targetti, ha dato il «la» al proprio intervento a Livorno, partendo da questo importante motivo di orgoglio, che ha trovato il consenso e la partecipazione dell’intera regione. «Basti pensare alle 281 manifestazioni sparse su tutto il territorio, al treno della memoria che dal 2002 ha coinvolto migliaia di ragazzi e centinaia di professori, a tutto il lavoro di approfondimento fatto nelle scuole toscane. Un progetto di crescita della conoscenza che fa leva sui giovani, con il contributo della scuola e dell’università. Con al centro di tutto – secondo la vicepresidente – il principio della responsabilità individuale, unico antidoto in grado di impedire tragedie come quelle che hanno segnato il Novecento». «Affidiamoci all’intelligenza e alla passione dei nostri giovani – ha concluso Stella Targetti – vero motore delle numerose attività che interessano la nostra Regione, per creare, insieme, anticorpi contro le ideologie di morte».

Alla seduta solenne hanno assistito alcune classi del Liceo Scientifico Enriques di Livorno.