Toscana

Tav: il presidente della Regione Rossi pronto a chiedere i danni

La Regione Toscana chiederà il risarcimento integrale dei danni subiti in seguito al sequestro della trivella per i lavori del sottoattraversamento di Firenze per l’alta velocità ferroviaria. Lo farà se i comportamenti denunciati dalla Procura della Repubblica di Firenze saranno confermati in via giudiziaria. Così il presidente toscano Enrico Rossi ha inviato una lettera di diffida agli amministratori delegati di Rete ferroviaria italiana, Italferr (la società del Gruppo Ferrovie dello Stato che opera nel campo dell’ingegneria dei trasporti ferroviari) e Nodavia (la società consortile per azioni che sta realizzando i lavori).

La decisione del governatore è maturata in seguito alle notizie, diffuse pochi giorni fa, del blocco dei lavori in seguito al sequestro della trivella (giudicata non adeguata) utilizzata per scavare il passante ferroviario sotto il capoluogo regionale, e poi anche la realizzazione del rivestimento del tunnel con materiali non adeguati e infine lo smaltimento abusivo dei rifiuti.

Se il giudizio della Magistratura confermerà le accuse – questo l’assunto della Regione – i danni che deriveranno dal blocco dei lavori risultano imputabili ai tre amministratori delegati, in quanto conseguenza immediata e diretta di negligenza, imprudenza ed imperizia nella direzione e realizzazione dei lavori. La Regione giudica il ritardo nella realizzazione dell’opera in grado di causare danni gravi e irreparabili alla collettività toscana.

I danni sono di carattere economico sia per il mancato utilizzo dei lavoratori dell’indotto, ma soprattutto perché pongono la Toscana in posizione marginale rispetto alle altre regioni interessate dall’alta velocità.

Ma secondo il presidente toscano si configurano anche danni all’ambiente e alla salute dei cittadini toscani per il ritardato sviluppo del trasporto pubblico locale conseguente alla realizzazione dle nodo fiorentino, in particolare nella tratta Firenze – Prato. I danni all’ambiente derivano anche dalla mancata realizzazione del progetto di riambientalizzazione dell’area mineraria di Cavriglia, che dovrebbe avvenire con le terre e rocce risultanti dallo scavo del tunnel dell’Alta velocità.

Quanto all’entità dei danni, la lettera di diffida li quantifica in centinaia di milioni di euro all’anno.

E’ per tutte queste ragioni che le lettere inviate agli amministratori delegati di Rfi, Italferr e Nodavia costituiscono una formale diffida e la messa in mora dei destinatari.