Toscana
Rossi, poca luce per la Toscana nel 2013. Ma la regione è «sana»
Non c’è molta luce all’orizzonte per la Toscana nel 2013. Ma la regione è sana, ha tenuto, nonostante la grande crisi. Parola di Enrico Rossi. Il Presidente della Regione, durante la consueta conferenza stampa di fine anno, ha fatto un bilancio dell’anno che si sta chiudendo e ha tracciato le prospettive per il 2013.
«Noi – ha detto – non vediamo molta luce per il 2013, se non cambieranno le politiche di investimento, il supporto al credito e una volontà di ripresa di carattere più generale». Il 2012, ha sottolineato, è stato un anno difficile ma ce «l’abbiamo fatta mantenendo la Toscana a un livello forte». Secondo Rossi, pur in un momento di difficoltà la regione è «nella fascia delle regioni più dinamiche», con «risultati negativi ma relativamente migliori rispetto al resto del Paese» per occupazione, Pil e soprattutto export.
Il presidente si è però detto «molto preoccupato» per il 2013 perché oltre ai 17 mila posti di lavoro persi ci sono «34 mila lavoratori in cassa integrazione e alcuni rischiano di perdere la protezione sociale». Per quanto riguarda la Regione, Rossi ha ricordato che «abbiamo eliminato 100 enti dalla finanziaria 2011 a oggi» e che «la manovra che abbiamo fatto, che non colloca la Toscana tra le regioni più tartassate perché ha un carico fiscale comunque inferiore alla media, ci mette in condizione di affrontare con serenità il 2013».
Capitolo delicato: la sanità. Rossi ha detto il sistema toscano chiuderà il bilancio «in equilibrio». «Abbiamo – ha sottolineato – chiuso un anno con grande difficoltà, ma anche quest’anno in equilibrio con i conti sanitari, nonostante i pesanti tagli che sono stati fatti. A primavera potremo rendicontare i conti della sanità in pareggio». Per quanto riguarda il «buco» da 420 milioni di euro della Asl di Massa, per il quale Rossi è indagato dalla Procura, è un caso, per il governatore, «trasparente e cristallino e nel 2013 sarà in pareggio anche il bilancio di Massa». Ma per il presidente non finisce qui: Rossi ha infatti aggiunto che si «vuole divertire a sfidare tutto il Paese affinché siano certificati i bilanci di tutte le Asl come lo sono i nostri». Rossi ha anche annunciato che sarà presentato un «progetto di riorganizzazione della sanità toscana». I capisaldi? «20 aziende sono troppe» ha spiegato Rossi ed «è già stata assunta la decisione di superare le Società della salute». Tutto ciò per «accentrare la spesa in modo da controllarla in modo migliore». Del resto, ha aggiunto, la Toscana «con gli Estav ha tracciato una strada che anche altre regioni oggi stanno seguendo». Rossi ha affrontato anche la questione del rinvio dell’Isee obbligatorio in materia di prestazioni sanitarie e ticket che doveva diventare obbligatorio da inizio 2013. «Con il Governo si era aperto un tavolo per la revisione dell’Isee nazionale, abbiamo aspettato che questo lavoro arrivasse a compimento. La crisi e le successive dimissioni del Governo hanno impedito che si concludesse e noi eravamo già in ritardo con la comunicazione alle persone di questa grande novità. Ma l’Isee obbligatorio partirà, probabilmente nella prossima primavera».
Altro argomento delicato quello degli aeroporti, in particolare quello di Peretola con l’ipotesi della nuova pista. Qui Rossi è stato categorico: la variante al Pit per lo sviluppo dell’aeroporto di Firenze è in dirittura d’arrivo ma non diventerà operativa se prima non sarà costituita una «holding» tra gli scali di Firenze e Pisa. Il presidente ha spiegato che la variante sarà approvata dalla giunta all’inizio dell’anno e poi trasmessa al Consiglio. «Non è – ha spiegato – solo una variante per l’aeroporto di Firenze ma interessa tutta la Piana, per la tutela e la salvaguardia di una grande area dove sorgerà un parco agricolo. C’è poi un grosso intervento sulla mobilità su ferro e anche la sistemazione e l’adeguamento dell’aeroporto di Firenze con la pista convergente-parallela che per l’Enac è l’unica possibile». Però, ha precisato, «senza la holding c’è un rischio economico per Pisa e un rischio ambientale per Firenze. Per questo ho chiesto, in particolare ai soci pubblici, di accelerare su questa strada». A proposito delle modalità con cui crearla, Rossi ha detto che «io ho chiesto che le due società si costituiscano in una holding, che per ragioni di per sé evidenti non si devono far concorrenza, devono integrarsi perché possano avere funzioni diverse: a Pisa i volumi e a Firenze i margini. Dopodiché toccherà ai tecnici, che sono più bravi di me, stabilire il quando, il come, e il cosa. L’importante è che esista una struttura in grado di governare il sistema, e per me questa è una precondizione». La Regione Toscana è capofila dei soci pubblici dell’aeroporto di Pisa (16,90%), nel cui capitale figurano anche la Provincia di Pisa (9,27%), il Comune (8,45%) la Camera di Commercio (7,87%) la Provincia di Livorno (2,37%), lo stesso Aeroporto di Firenze (2%). Nello scalo fiorentino la Regione detiene poco meno del 5%, il Comune di Firenze il 2,18%, la Camera di Commercio di Firenze il 15,4%.
Argomento spinoso quello dalla Costa Concordia. La Regione chiede che «entro gennaio» sia presentato un piano per la rimozione della Costa Concordia, indicando il porto di destinazione per lo smantellamento del relitto. «Prima della fine della fase emergenziale, – ha detto Rossi – vogliamo un piano, per sapere dove andrà il relitto». Il governatore ha ribadito la richiesta di portare la nave a Piombino. «Mi affido al ministro Clini e al governo – ha detto Rossi -. Certo che siamo un pò inquieti: ci avevano detto che la nave sarebbe stata portata via a Natale. Natale è passato e ci dicono che sarà portata via a fine estate. Noi diciamo che va portata via di lì e che va portata nel porto più vicino, cioé a Piombino. Su questo aspettiamo risposte ora. Perché devono essere fatti subito investimenti e interventi per adeguare Piombino».
Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non sarebbe interessato a incarichi di governo in un eventuale esecutivo di centrosinistra. Lo ha detto lo stesso governatore, parlando con i giornalisti nella conferenza stampa di fine anno. «Ho un patto – ha detto Rossi – con i cittadini della Toscana che scade nel 2015». Un altro incarico «non è all’orizzonte e non sarebbe gradito». Rossi ha anche ribadito il suo giudizio su Mario Monti: «Monti è un liberale, è cosa diversa da me. Ci sono cose su cui siamo d’accordo e altre su cui la pensiamo diversamente. Rispetto al populismo di Berlusconi per me è una persona seria. Non lo condivido, ad esempio sull’equità, su cui si è fatto poco, e sullo sviluppo sul quale il Governo poteva fare di più».