Toscana
Consiglio regionale: Monaci, ecco i tagli fatti. E ce ne sarebbero altri da fare
Il Consiglio regionale della Toscana è uno dei più virtuosi d’Italia. Parola del presidente Alberto Monaci. Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno Monaci snocciola dati e numeri. Sottolineando l’attuazione del decreto del Governo sui «Costi della politica». Ma lancia anche una serie di provocazioni: le istituzioni sono «sotto attacco, soprattutto le assemblee elettive»; i giovani, la loro intelligenza e il loro talento scacciati «dalle baronie, e quelle politiche sono le peggiori»; la crisi che attanaglia la Toscana chiede invece «fiducia e rinnovamento anche della politica», che deve comunque fare la sua parte.
Veniamo ai costi. L’assemblea toscana nel 2010 costava 30 milioni di euro; nel 2011, 25; nell’anno che si chiude 24,7. Così a dispetto dei costi che sono aumentati, come quelli sostenuti per l’attivazione degli organismi di garanzia (Garante per l’infanzia, Garante per i detenuti), o come quelli lievitati per la manutenzione e le assicurazioni degli immobili (cresciute del 61 per cento). Il presidente concentra l’attenzione sugli immobili, e segnatamente sugli immobili in affitto, anche e soprattutto in vista di nuove economie per il 2013. «Abbiamo ridotto in maniera consistente i consiglieri, dalla scorsa legislatura, e ci sono spazi che abbiamo in affitto, dei quali non abbiamo più bisogno. Ogni volta che cerchiamo di procedere per liberarli, la “casta dei legulei” ci blocca, ma io penso che sia meglio pagare una penale che continuare a sopportare costi di manutenzione e affitto per anni. Dobbiamo restituire le chiavi – rincara – sono determinato a chiudere questa partita». Altre invece la Toscana le ha chiuse sia con provvedimenti già adottati autonomamente, anticipando la riforma nazionale, sia con le leggi approvate mercoledì pomeriggio.
Monaci ricorda l’istituzione del collegio dei revisori della Regione. La Toscana è la prima in Italia, è un testo che «farà scienza» per la griglia strettissima di requisiti richiesta per accedere all’albo e per la scelta poi effettuata per sorteggio. La logica, ricorda il presidente, è quella del controllo, l’unica logica valida di fronte a comportamenti individuali scorretti. Accanto c’è la scelta di «trasparenza», incarnata dall’anagrafe pubblica dei consiglieri.
Quanto alle leggi su consiglieri e gruppi consiliari, approvate l’ultima seduta, il Consiglio toscano «era già tra i più virtuosi d’Italia», quindi «non ha avuto difficoltà nel rispetto dei tetti imposti». Tetti imposti alle indennità: 11mila e 100 euro lordi per i consiglieri, e 13 mila per i presidenti di consiglio e giunta. Anzi, qui c’è quella che Monaci chiama una «civetteria», visto che il tetto previsto a livello nazionale è più alto, di 13mila e 800.
In particolare, per quanto riguarda i consiglieri, cambiano le modalità di calcolo del rimborso spese omnicomprensivo e i relativi limiti di importo. Il rimborso spese per l’esercizio del mandato, sempre mensile omnicomprensivo, sarà composto da una quota fissa così determinata: per gli assessori 2.523 euro; per i vicepresidenti del Consiglio 2.203 euro; per il consigliere segretario del Consiglio e per il Portavoce dell’opposizione 2.140 euro; per il presidente di commissione e per il presidente di gruppo consiliare 2.110 euro; per vicepresidente e segretario di commissione e vicepresidente di gruppo consiliare composto da almeno 13 consiglieri 1.988 euro; per il consigliere 1.925 euro. Per i soli consiglieri è prevista inoltre una quota variabile in base alla distanza tra il Comune di residenza e la sede del Consiglio regionale.
La legge stabilisce che «in nessun caso, il rimborso spese, sommato all’indennità di carica e all’indennità di funzione, può determinare una spesa lorda complessiva superiore ai seguenti limiti: 13.000 euro per i presidenti di Giunta e Consiglio regionale; 12.800 euro per gli assessori e i consiglieri con indennità di funzione; 11.100 euro per i consiglieri».
Sempre a partire dal 2013, ci sarà l’abbattimento delle risorse finanziarie per i gruppi «del 61 per cento – spiega il presidente –, passando a 275 mila euro rispetto agli attuali 710». Infatti a ciascun gruppo verrà riconosciuto un contributo annuo fisso, al netto delle spese per il personale, di 5 mila euro a consigliere aderente al gruppo. Ai gruppi potrà essere poi erogato, come previsto dalla legge 213/2012, un ulteriore contributo di 0,05 euro per abitante della regione, in base alle risultanze dell’ultimo censimento della regione. Per quanto riguarda il personale dei gruppi il Consiglio si uniforma alla recente delibera della Conferenza Stato-Regioni che impone ulteriori riduzioni. Il che significa che, con la decima legislatura regionale, vi sarà una riduzione numerica del personale in dotazione ai gruppi. Nel frattempo, nello scorcio mancante di questa legislatura, i gruppi non potranno assumere nuovo personale per incrementare le proprie strutture di supporto.
Tra le altre novità quelle che riguardano i vitalizi – «Sono stati aboliti, non esisteranno più» –, perché dal 2015 si passerà al sistema contributivo. La legge stabilisce che esso «cessa di avere applicazione dalla fine della nona legislatura». Sarà comunque erogato agli ex consiglieri «aventi titolo alla scadenza della medesima legislatura».
Per quanto riguarda il trattamento di fine mandato viene messo un tetto: corrisponderà ad una mensilità per ogni anno di mandato per un massimo di 10 anni. Novità anche sulle auto di servizio, che in via esclusiva saranno riservate ai soli presidenti (della Giunta e del Consiglio).