Toscana
Firenze: fiori e una fiaccolata in ricordo dei senegalesi uccisi un anno fa
Firenze ricorda oggi Modou Samb e Mor Diop, i due cittadini senegalesi uccisi il 13 dicembre 2011 da Gianluca Casseri, il militante di estrema destra che ferì anche Sougou Mor, Mbengue Cheike e Moustapha Dieng prima di togliersi la vita. La strage è stata ricordata stamani nelle scuole del territorio, mentre nel pomeriggio una fiaccolata si terrà a piazza Dalmazia, il luogo in cui i due furono uccisi a colpi di pistola.
Fiori sono stati deposti sul luogo della strage per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, della Caritas e del Centro studenti La Pira. Qui sotto il nostro servizio video (Interviste ad Alessandro Martini, direttore Caritas Firenze e a Maurizio Certini, responsabile del Centro internazionale studenti Giorgio La Pira).
Poi, questa sera, al Mandela Forum si terrà un concerto con la partecipazione dei Super Diamono, di Yoro Ndiaye, Souleymane Faye, Bandabardò, Elio, Ginevra Di Marco, Paolo Hendel, Giobbe Covatta e Scena Muta. Il ricavato dello spettacolo sarà devoluto ai tre feriti.
Intanto la comunità senegalese di Firenze, tramite il presidente Pape Diaw, chiede al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il riconoscimento della cittadinanza italiana per i tre superstiti. «Firenze – scrive Diaw sulla piattaforma www.change.org – si è dimostrata molto solidale con noi. Quanto è accaduto un anno fa è frutto di una cultura, di una ideologia violenta e razzista alla quale la maggior parte degli italiani è estranea: riconoscere ai tre senegalesi feriti la cittadinanza italiana, sarebbe la dimostrazione di questo e un atto concreto di riconciliazione».
Richiesta da tempo portata avanti anche dalla Regione Toscana, che a ognuno dei tre senegalesi ha assegnato un contributo di 20 mila euro. Per quanto riguarda la cittadinanza, ha spiegato il presidente Enrico Rossi, «per ora hanno avuto i permessi di soggiorno temporaneo in attesa che si completi l’iter della pratica, in dirittura di arrivo, per la cittadinanza. E’ un impegno che abbiamo preso e vogliamo portarlo fino in fondo».
E poi, ha aggiunto Rossi, «Li abbiamo trattati come lavoratori italiani» riferendosi a Modou Samb e Mor Diop, e a Moustapha Dieng, reso tetraplegico dalle pallottole, insieme a Sougou Mor e Mbenghe Cheikh, feriti in modo grave. «Il contributo di 20 mila euro che abbiamo dato a ciascuna delle famiglie di Modou Samb e Mor Diop e a Moustapha Dieng, che purtroppo è ancora in cura presso un ospedale fiorentino – prosegue Rossi – è lo stesso che concediamo ai familiari dei toscani vittime del lavoro. Quanto abbiamo fatto è semplicemente doveroso e dovuto, ma fa anche parte di quello spirito solidale, umano e civile che è nella mente e nei cuori dei toscani».
«Firenze – ha ribadito oggi il sindaco Matteo Renzi – non è una città razzista, ne sono certo. Oggi io credo che la vera sfida, per noi, sia quella di insistere sul valore dell’accoglienza e dell’integrazione nelle regole».