Toscana
La Giunta e il Consiglio comunale di Prato hanno incontrato il vescovo Giovanni Nerbini nell’ambito del Cammino sinodale
Lo stile proposto è stato quello indicato da Papa Francesco, basato sull’«ascolto profondo», un atteggiamento che ha contraddistinto il lungo percorso iniziato nell’ottobre 2021 e che ha visto il coinvolgimento di oltre duemila persone su tutto il territorio diocesano. «Questa volta abbiamo voluto incontrare gli amministratori locali, abbiamo voluto sapere anche da loro cosa chiedono gli uomini e le donne del nostro tempo alla Chiesa», spiega monsignor Nerbini.
All’iniziativa, che si è tenuta in Palazzo vescovile, hanno partecipato il sindaco Matteo Biffoni, alcuni membri di Giunta e un buon numero di consiglieri comunali della maggioranza. L’invito all’appuntamento era stato inoltrato dal presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti a tutti i consiglieri.
Negli interventi dei presenti è stata sottolineata l’importanza della dimensione dell’ascolto, un atteggiamento che ha dato modo di aprire una riflessione comune su come riuscire a intercettare quella fascia di popolazione, sempre più ampia, che vive ai margini della società. «Non si tratta solo di persone con fragilità di tipo economico – è stato detto in più di un intervento – ma anche cittadini che non riusciamo mai a incontrare e che non parlano con noi perché ritengono che le istituzioni non li rappresentano». Da questa riflessione è nata la proposta di «mettere nella nostra agenda politica questo punto e di farlo insieme alla Chiesa». In questo percorso si inserisce anche l’intenzione di coinvolgere sempre di più le nuove generazioni, «non dobbiamo immaginare quale città vogliamo costruire “per” i giovani, ma quale città possiamo costruire “con” i giovani, che non vanno assolutamente esclusi dal dibattito».
Un altro elemento di confronto ha riguardato la città multietnica e il rapporto con le confessioni religiose presenti all’interno della grande comunità pratese. Nel 2015, durante la sua visita in città, Papa Francesco esortò i pratesi a intessere «patti di prossimità» per costruire insieme «la casa comune», mentre Giovanni Paolo II, che visitò Prato nel 1986, sottolineò come «città e tempio crebbero insieme». «Oggi – è stata la riflessione finale – possiamo dire che “città e tempi”, al plurale, devono crescere insieme». Una indicazione che il Vescovo ha condiviso e fatto propria, «perché nessuno può essere escluso, occorre – ha concluso monsignor Nerbini – fare il grande sforzo di mettersi insieme, in ascolto profondo, per raccogliere le domande inespresse, in particolare dei giovani».
Cos’è il Cammino sinodale. Aperto solennemente nell’ottobre 2021 da Papa Francesco a Roma, il Cammino sinodale sta coinvolgendo le diocesi di tutto il mondo. Comunione, partecipazione e missione sono le tra parole d’ordine di un percorso che sta vedendo il coinvolgimento di moltissimi fedeli. A Prato il lavoro promosso dall’equipe del cammino sinodale, guidata da monsignor Basilio Petrà e Maria Laura Cheli, è stato incessante e molto proficuo, nonostante che i primi passi siano stati mossi in piena pandemia.
Oltre duecento gli incontri organizzati a livello parrocchiale e associativo e più di duemila le persone sono entrate in dialogo con sacerdoti e animatori dei vari gruppi di discussione. Tutto il materiale raccolto – e inviato a Roma in un documento di sintesi – si trova sul sito web della diocesi di Prato, nella sezione dedicata al Cammino sinodale.