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Omicidio Primavalle: mons. Reina (ausiliare Roma), “Michelle ragazza bella e solare, il nostro dolore si traduca in cambiamento”

 “Il nostro dolore ora diventa una denuncia, ma deve tradursi anche in cambiamento. Eccolo il frutto, che questa morte non sia sprecata e che diventi il segno di una necessità, quella di cambiare insieme questo nostro mondo, perché non si arrivi mai a combinare eventi che travolgano l’esistenza, che sacrifichino la giovinezza sprecandola, che uccidano la vita”.Soffermandosi sul “nostro dolore, nel suo impasto di rabbia e disperazione”, il vescovo ha affermato che “deve trasformarsi in concime di speranza per una vita diversa, costruendo tutti una società dove queste cose non avvengano più, perché diventi il frutto di una vita nuova”. “Insieme innalziamo la nostra preghiera in suffragio di Michelle. La ricordiamo come una ragazza solare e bella. Porteremo nel cuore il suo sorriso e la sua voglia di vita. Ma soprattutto – ha concluso – ci impegneremo perché quanto accaduto ci renda persone migliori, amici del bene, attraverso dei ‘no’ convinti al male in tutte le sue forme e dei ‘sì’ responsabili a tutto ciò che rende la vita più bella”.

“Oggi, davanti alla bara di Michelle ci sentiamo tutti sconfitti e affranti. Davanti alla morte di questa nostra sorella come prima cosa ci dobbiamo fermare; dobbiamo togliere i sandali delle nostre tante certezze e avere l’onesta di compiere un sano e sincero discernimento”. Lo ha detto mons. Baldo Reina, vescovo ausiliare di Roma, nell’omelia del funerale di Michelle Maria Causo, la ragazza di diciassette anni trovata morta in zona Primavalle, a Roma. “La morte di Michelle ci pone delle domande come Chiesa e come società civile. Dove stiamo andando? Siamo coscienti o no che la nostra è una crisi di civiltà? Cosa stiamo offrendo ai nostri giovani? Ce la sentiamo ancora di dire che stiamo costruendo un futuro per loro, oppure siamo diventati tutti complici di progetti di morte? Sono domande forti. Lo so. Ma sono domande che, penso, tutti portiamo dentro e che ci invitano ad un attento esame di coscienza! Questa società nella quale tutti siamo immersi e di cui siamo parte integrante, non ha forse perso la bussola?”, si chiede il presule.Nella sua omelia mons. Reina ha ribadito che “il degrado non è in un quartiere o in una periferia”. “Il degrado è nel cuore di ognuno di noi. Il degrado è nella cultura che respiriamo, nella mentalità che tutti contribuiamo a creare, nel deserto dell’anima, immolando sull’altare dell’egoismo umano vittime sacrificali. La morte di Michelle ci deve mettere tutti quanti in discussione perché quello che è successo a lei poteva succedere a chiunque. Anzi. Per certi versi si è già consumato in ognuno di noi!”.

“Vorremmo dirlo subito che Michelle non è morta, ma vive. Ma ora noi stiamo di fronte al suo corpo morto, straziato. Questo suo corpo porta i segni del male che l’ha ucciso”. Lo ha detto mons. Baldo Reina, vescovo ausiliare di Roma, nell’omelia del funerale di Michelle Maria Causo, la ragazza di diciassette anni trovata morta in zona Primavalle, a Roma. Una morte che – ha auspicato il presule – “non sarà vana”. “Che da qui, proprio da questa bara sapremo ripartire, sapremo rialzarci, sapremo vivere da risorti camminando in una vita nuova”. “Oggi, davanti alla bara di Michelle sentiamo il tuo invito a prenderci cura della vita e a rialzarci. Sì! È proprio questo che farebbe Gesù: ci aiuterebbe a rialzarci! Direbbe a tutti noi: ‘Rialzatevi imparando a custodire la vita perché è preziosa’. Lo direbbe ai ragazzi: ‘Custodite la vita; una volta per tutte dite di no alle droghe, ai crack, alle sostanze. Custodite la vita perché voi siete preziosi’”.Il vescovo ha posto l’accento sull’importanza della vita dei giovani, di prendersene cura: “Che non facciano le cose perché le fanno tutti, che non sprechino la vita dietro mode omicide, che abbiano il coraggio di dire di no agli spacciatori di morte, che voltino le spalle a chi li considera merce di scambio, a chi li svende per un mucchio di denari, a chi li confonde dicendo che sballo è felicità mentre è solo un terribile baratro che inghiotte corpi e coscienze”. Quindi il suo messaggio agli adulti: “Custodite i ragazzi che non sono solo il futuro ma sono il presente di ogni società, custodite i loro sogni, la loro bellezza, la loro generosità”. Ai genitori: “Custodite i vostri figli. Accompagnateli nella difficile sfida educativa”. Alla Chiesa: “Custodite i giovani, andateli a cercare dove vivono, dove si divertono, dove passano il tempo. Non li aspettate in chiesa, uscite, cercateli, state con loro, amateli”. Ai politici: “Custodite i giovani creando per loro opportunità di sviluppo integrale, prospettive vere di impegno e di lavoro, progetti di società in cui loro siano davvero protagonisti”. “I giovani vi chiedono centri di socializzazione tutti per loro, ambienti più sicuri, luoghi più accoglienti”. Infine, un appello alle agenzie educative: “Custodite i ragazzi, non stancatevi di accompagnarli nel processo di maturazione umana, per favore parlate dei valori! Solidarietà, giustizia, bene comune, rispetto della vita, rispetto del creato… testimoniandoli voi per primi”.