Toscana

La Toscana per l’Algeria/3: Da Campiglia Marittima arrivano le protesi

DI MICHELANGELO PASQUINELLILa grande e panoramica struttura dell’ex Ospedale di Maremma, che da Campiglia Marittima domina la Val di Cornia fino al mare e all’Elba, ha riaperto le porte che erano state chiuse nel 1992 quando i reparti venivano tutti concentrati nell’ospedale di Villamarina a Piombino. O meglio, la sua nuova destinazione a centro clinico di riabilitazione aveva cominciato quasi subito ad ospitare qualche specializzazione, mentre procedevano i lunghi lavori di restauro che duravano nove anni, spendendo circa 5 miliardi di lire di un finanziamento del Cipe.

Sono arrivati i 27 posti letto per chi non può recarsi giornalmente con i propri mezzi alle terapie, ma la grande novità è stata l’apertura di una parte del centro all’iniziativa privata con un laboratorio ortoprotesico dato in gestione alla «Ortopedia sanitaria Bindi», col titolare Giampaolo Bindi che diventa amministratore delegato e socio del Centro Ortoprotesico di Campiglia. Si tratta di un noto imprenditore piombinese, professore universitario a Pavia dove insegna al corso di laurea del suo settore, già vicepresidente dal 1975 al 1992 della Federazione italiana laboratori ortopedici e dal 1992 al 2000 presidente nazionale e vicepresidente mondiale, facendo parte anche di una commissione ministeriale, oltre che autore di conferenze in tutto il mondo. L’ortopedia Bindi ha due negozi a Piombino, oltre ad un capannone di 500 metri quadri per le attrezzature, negozi a Siena, Livorno, Cecina,Venturina, Elba.

Nel centro campigliese si preparano anche le protesi per i ragazzi algerini colpiti dalle mine antiuomo (con una tecnica appresa al Centro protesi di Heidelberg), che sono anche ospitati per la riabilitazione. Questa esperienza ha arricchito i tecnici della «Bindi» dal punto di vista scientifico, ma anche soprattutto da quello umano.

L’Ortopedia Bindi ha attualmente una trentina di dipendenti, ma col centro di Campiglia sono destinati ad aumentare. Si stanno tenendo anche degli stage e alcuni dei partecipanti poi lavoreranno nella stessa sede del centro, con buone prospettive di sviluppo del settore e con molti altri progetti da attuare. Basti pensare che oggi, oltre alla cura, fortunatamente si pensa sempre di più alla prevenzione, molto attuata ad esempio nel campo della scoliosi giovanile dove si applicano appositi «busti» protesici che contribuiscono a risolvere i casi più diffusi che prima non venivano seguiti.

Il titolare del centro, Giampaolo Bindi, dopo una prima esperienza lavorativa all’Ibm, ha cercato un nuovo futuro professionale frequentando una scuola di ortopedia a Milano, dove avrebbe voluto fermarsi e dove ha acquisito «l’imprenditorialità milanese». Ma il richiamo della sua terra e il clima infinitamente migliore hanno attratto nuovamente Bindi a Piombino dove si è trasferito all’età di trent’anni. Nella sua azienda lavorano anche la moglie e i due figli, anch’essi laureati in ortopedia protesica.

Anche l’assessore regionale alla sanità, Enrico Rossi, si è dichiarato soddisfatto di questo nuovo centro e della parte data in gestione ai privati, pur specificando che il cosiddetto «pubblico-privato» è una delle tante forme della gestione della sanità, non uno strumento assoluto. «L’importante – ha sottolineato – è che rimanga il carattere universalistico, perché l’accesso alla sanità è per tutti e in Toscana il governo del settore è al 95% pubblico».

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