Toscana
I servizi pubblici? Bocciati
La sanità occupa una parte consistente dell’indagine e l’84% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare le strutture socio sanitarie. Nonostante ciò ben il 59% degli intervistati ha fatto ricorso a strutture private a pagamento, anche se il 72% del campione giudica sufficiente la qualità dell’offerta sanitaria pubblica. Il ricorso al privato pare imputabile ai tempi di attesa nelle strutture pubbliche: il 63% dichiara di aver dovuto sempre aspettare, il 35% qualche volta e solo il 2% mai.
Quali sono le prestazioni che richiedono tempi di attesa particolarmente consistenti? Anche se non è possibile avere un quadro complessivo della realtà regionale, poiché si riscontrano rilevanti variabili territoriali, esiste un insieme di prestazioni per le quali i tempi di attesa sono ritenuti inaccettabili ovunque. Si tratta delle prestazioni specialistiche che, in genere, proprio per le loro caratteristiche, sono erogate da strutture non omogeneamente diffuse sul territorio: dalla Tac alla risonanza magnetica; dall’oculistica agli interventi di riabilitazione, dall’oncologia alla neurologia.
Per quanto riguarda la presenza sul territorio dei distretti e presidi sanitari, l’analisi dettagliata delle risposte l’84% degli intervistati conosce e utilizza i distretti. a fronte di un 16% che non li conosce evidenzia carenze di strutture in tutte le province toscane.
La casa è un problema per quasi un quarto degli intervistati (22%), a pesare è soprattutto il canone troppo elevato (58%) e la difficoltà di locazione (28%), ma non mancano neppure quanti si lamentano dei costi eccessivi per l’acquisto e della tassazione «iniqua» sul bene-casa.
Uffici e sportelli pubblici sono considerati efficienti dal 65% degli intervistati, contro un 35% di insoddisfatti. Esiste però un problema diffuso di accessibilità: un intervistato su tre lamenta l’esistenza di barriere architettoniche. Un terzo degli intervistati (32%) lamenta anche inadeguatezze nel sistema degli orari, in particolare per la mancanza di apertura pomeridiana. Segnalato anche un disagio diffuso per la difficoltà nell’accesso alle informazioni.
In tema di sanità e servizi sociali, soprattutto per quanto riguarda gli anziani, la Toscana enuncia tanti diritti attraverso leggi e regolamenti, ma non li garantisce poi nei fatti, è il giudizio della FnpCisl. «Le pubbliche amministrazioni della Toscana, Regione in testa, devono smettere di scrivere libri dei sogni e guardare in faccia la realtà ha commentato il segretario generale della Fnp Cisl della Toscana, Enzo Grazzini . Noi non discutiamo la qualità delle leggi e delle tante normative. La Toscana ha, soprattutto in materia di servizi sociosanitari, un’ottima legislazione virtuale, ma una situazione reale insoddisfacente determinata dalla carenza di risorse. E le carenze si avvertono ancora di più dopo il riassetto che ha cancellato i piccoli ospedali. ancora in troppi casi i distretti sociosanitari mancano o hanno grosse carenze, con la mancanza spesso della possibilità di visite specialistiche. Inoltre grande attenzione va dedicata al fenomeno emergente dei non autosufficienti: le carenze sono pesanti, per 1’assistenza residenziale e soprattutto per quella domiciliare. Sono indispensabili risorse aggiuntive, in termini economici e di personale qualificato da dedicare all’assistenza territoriale ed a quella domiciliare per gli anziani, che costituiscono una quota importantissima della popolazione regionale».
L’indagine non si è limitata ai soli pensionati (54% del totale), ma ha riguardato ogni classe di età: il 20% degli intervistati ha meno di 45 anni, il 18% tra 45 e 55; la classe di età più consistente del totale è quella degli ultra 65. Gli uomini prevalgono sulle donne (52% contro il 48%). La Fnp (Federazione Nazionale Pensionati) toscana associa 105.126 iscritti, poco meno della metà dunque dei 211.144 associati alla Cisl toscana e conta su 10 federazioni provinciali, circa 100 leghe territoriali e una rappresentanza in quasi tutti i comuni della regione.