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Brexit: Regno Unito cesserà di essere membro dell’Ue alla mezzanotte del 29 marzo 2019
(Bruxelles) «Il Regno Unito cesserà di essere membro dell’Ue alla mezzanotte del 29 marzo 2019» e da quel momento «diventerà un Paese terzo». Una scheda informativa che la Commissione ha pubblicato oggi sui negoziati Ue-Regno Unito sintetizza ciò che è già avvenuto dal 29 marzo scorso, quando il Regno Unito ha notificato la decisione di lasciare l’Unione, e che cosa dovrebbe avvenire.
Le priorità per la prima fase negoziale sono contenute nelle linee guida politiche preparate dal Consiglio europeo, che il 22 maggio ha autorizzato l’apertura dei negoziati e ha nominato negoziatore da parte dell’Unione la Commissione. L’esecutivo Ue a sua volta ha nominato Michel Barnier capo negoziatore e ha preparato nove documenti su temi specifici, tra cui i diritti dei cittadini, aspetti finanziari, la difesa e il nucleare, la collaborazione giuridica. Il 19 giugno scorso si è svolta la «prima fase negoziale» tra Ue e Regno Unito e sono stati definiti alcuni gruppi di lavoro. La seconda fase prenderà avvio la prossima settimana. Il Consiglio e il Parlamento, regolarmente informati sull’iter, voteranno l’accordo proposto dalla Commissione. Così pure il Regno Unito. L’intenzione è di concordare un «equilibrio di diritti e doveri», sapendo che da parte Ue sono indivisibili le libertà di persone, beni, servizi e capitali. I singoli Paesi non potranno stipulare accordi in questa fase. Se non si raggiungerà il consenso, i trattati Ue «cesseranno di essere applicati al Regno Unito due anni dopo la notifica».
«Abbiamo pubblicato nove documenti Ue su diversi temi: la posizione dell’Ue è chiara, abbiamo bisogno di sapere adesso qual è la posizione del Regno Unito in modo da poter avanzare». Lo ha ripetuto più volte stamane Michel Barnier, capo negoziatore Ue per il Brexit, dopo un incontro del Collegio dei commissari Ue. La Commissione ha infatti messo sul tavolo della prima fase negoziale alcune questioni particolari, tra cui i diritti dei cittadini, la finanza, i nuovi confini. Si tratta di «convergere verso soluzioni comuni» anche se al momento ci sono «assai numerose differenze di ambizioni» ha segnalato Barnier. Per esempio sui diritti dei cittadini la «posizione britannica non permette reciprocità», per cui i cittadini britannici all’estero sono tutelati secondo i diritti Ue ma «i cittadini Ue nel Regno Unito sono sottoposti al diritto britannico» e alle sue restrizioni. Disaccordo c’è anche sui regolamenti finanziari o ancora sulla «Common Travel Area» tra Irlanda e Regno Unito, ha citato Barnier, che ritiene essenziale «assicurarsi di essere su una medesima linea politica, prima di cercare soluzioni tecniche». Temi della seconda fase negoziale, che inizia la settimana prossima, saranno «l’Euratom o le procedure giudiziarie in corso alla data dell’uscita»: «più in fretta avanzeremo realmente» nel chiarire i temi negoziali, «più presto cominceremo a parlare delle relazioni future». Barnier, che negozierà solo col governo May, ascolterà però «i diversi punti di vista nel dibattito».