Italia

Georgofili: Mattarella saluta i familiari delle vittime

Al termine della cerimonia di commemorazione al Palazzo di Giustizia di Firenze in occasione del trentennale della strage dei Georgofili, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è intrattenuto qualche minuto con alcuni dei familiari delle vittime dell’attentato che così la vita alla famiglia Nencioni (il padre Fabrizio, la moglie Angela e le due figlie Nadia e Caterina, di 8 anni e 50 giorni) e allo studente universitario Dario Capolicchio.

Nel corso della cerimonia il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha sottolineato come le stragi del 1992/1993 <<furono brutali prove di forza di Cosa nostra per tentare di destabilizzare e mettere in ginocchio lo Stato>>. <<L’intera campagna stragista – ha aggiunto – si sviluppò senza che gli organismi preposti a garantire la sicurezza della Repubblica potessero dar prova della capacità di controllo di pericoli così grandi come quelli rivelati da attentati che si intrecciavano con vicende come apparentemente lontane, i fatti di Saxa Rubra e di via dei Sabini a Roma e le imprese della cosiddetta Falange Armata. Gesta attraverso cui emersero dall’ombra, con alcune varianti, vecchi strumenti delle strategie di provocazione e di destabilizzazione politica>>.

<<Pur non essendovi nata, abito a Firenze da tanti anni. Il boato della notte fra il 26 e il 27 maggio del 1993 è stato il segno atroce della mia appartenenza alla città, alla sua storia e al suo valore” e oggi “sento di dovere tributare a questa città riconoscenza per la capacità di reagire a una strage odiosa>>. Lo ha detto la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra, nel suo intervento all’iniziativa. <<Non solo la Corte Costituzionale ha sempre difeso i principi di libertà ed eguaglianza, posti a fondamento dello stato democratico; ha anche coinvolto le realtà territoriali nel promuovere la cultura della democrazia. In diverse occasioni la Corte ha, infatti, riconosciuto conformi al riparto costituzionale delle competenze leggi regionali che hanno introdotto misure di ‘diffusione dell’educazione alla responsabilità sociale e della cultura della legalità>>, ha aggiunto Sciarra.

Per Margherita Cassano, primo presidente della Corte di Cassazione <<la strage rivelò la forza dello stato di diritto>>.  <<Un avvenimento così tragico, lungi dal produrre una lacerazione tra collettività e istituzioni, è stato rivelatore della forza e della solidità dello Stato di diritto che ha risposto con la lucidità della ragione e il convinto rispetto delle regole, alla spietata strategia mafiosa>>, ha concluso.