Toscana

Adozioni, soffia il vento dell’Est

DI REBECCA ROMOLICrescere ed allevare un figlio, è per una coppia un passo importante che li trasforma in una famiglia. A volte questo non è possibile ed allora si ricorrere all’adozione di un bambino italiano o straniero. In entrambi i casi, la strada che si presenta alla coppia è più o meno lunga, secondo dove si trovi il bambino, se la dichiarazione di abbandono è stata già fatta e molti altri motivi. Perciò, la materia delle adozioni ed in particolare quella delle adozioni internazionali, nel tempo ha avuto una sempre e più accurata legislazione, con lo scopo di proteggere il minore adottabile da una parte e aiutare in qualche modo i futuri genitori dall’altra.

In questo senso il 29 maggio 1993 all’Aja è stata firmata una convenzione sulla protezione dei Minori e sulla Cooperazione in materia di adozione internazionale. Lo scopo di questo documento è stato quello di introdurre un elemento nuovo nelle adozioni internazionali e cioè diminuire l’adozione «fai dai te». Questo vuol dire che una coppia che vuole adottare un bambino proveniente da uno stato estero, deve passare obbligatoriamente per un ente autorizzato che può essere un’associazione di volontariato, una fondazione o qualsiasi altra figura del mondo delle Onlus che aiuterà la coppia nell’attività di mediazione con lo stato estero del bambino. Ogni paese firmatario della convenzione l’ha poi ratificata con una sua legge, perché i principi sanciti da questo documento internazionale vogliono dare esclusivamente le linee guida in materia, giacché ogni nazione ha esigenze e caratteristiche diverse.

In Italia, questa convenzione è stata ratificata con la legge n. 476 del 31/12/98 ed è stata istituita anche una Commissione per le adozioni internazionali che in collaborazione con i tribunali dei minori controllano le adozioni.

«Non è possibile fare una comparazione tra i dati del 2001 e del 2002 – commenta la dottoressa Raffaella Pregliasco dell’area ricerca, formazione e documentazione del Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza di Firenze – perché i dati sono ancora in elaborazione, ma la Commissione ha redatto un rapporto sulle domande di adozioni prevenute dal 16/11/2000 al 31/12/2001, e quindi attraverso questa ricerca si potrebbe avere già un quadro riferimento».

In questo rapporto che la Commissione ha chiesto di svolgere al Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza di Firenze, i decreti di idoneità all’adozione di minori stranieri arrivati al 31 dicembre 2001, emessi dai Tribunali per i Minori, sono stati 7484.Di questi ben 443 decreti sono arrivati nel periodo 16 novembre – 31 dicembre 2000, mentre i restanti 7041 sono pervenuti durante tutto il 2001.

In Italia, tra le città che hanno le incidenze più alte di decreti pervenuti ai tribunali, troviamo Firenze con il 9.1%, preceduta solo da Milano, Venezia e Roma. Le maglie nere vanno a Brescia con solo il 5%, Bari (4.4%) e Torino (4.2%).

Delle 7484 coppie che hanno ottenuto il decreto di idoneità per l’adozione di un minore straniero, 1.857 hanno richiesto, poi, il visto per farli entrare in Italia. Questo dato è significativo, perché evidenzia che un quarto delle coppie ritenute idonee ha chiesto l’autorizzazione di ingresso di almeno un minore straniero.I tribunali per i minorenni che hanno concesso il maggior numero di decreti di idoneità sono tutti del centro–nord del Paese. Firenze risulta quinta con 146 casi, dopo Bologna con 153, e prima di Brescia con 106.

Per quanto riguarda, invece, la regione Toscana, sono ben 173 i minori ai quali è stata concessa l’autorizzazione all’ingresso in Italia. Di questi 173, 6 bambini provenivano dall’Africa, 22 dall’America, 23 dal continente asiatico e 122 dall’Europa.

C’è da sottolineare che l’autorizzazione all’ingresso del minore straniero in Italia, viene concessa esclusivamente se le pratiche sono state eseguite nel rispetto dei principi della Convenzione dell’Aja del ’93, e se ricorrono le condizioni di abbandono, poiché il visto d’ingresso corrisponde al riconoscimento di un’adozione pronunciata nel paese estero.

Tra i bambini entrati in Italia prevalgono i maschi rispetto alle femmine, il 55% di maschi contro il 45% di femmine. Per quanto riguarda l’età, per entrambi i sessi, si evidenzia una preferenza per la fascia che va da 1 anno ai 4 anni; circa il 51% del totale. La seconda fascia di età che viene richiesta è quella dai 5 ai nove anni che copre circa il 31% del totale. In Toscana, facendo riferimento sempre al numero di minori con il visto d’ingresso (173), sono ben 14 i bambini con meno di un anno, 108 quelli della fascia più richiesta e cioè 1-4 anni, 45 i minori dai 5 ai 9 anni e 6 i bambini con più di dieci anni.

Per concludere questa panoramica sulle adozioni, ci sono 4 paesi tutti appartenenti all’est europeo ai primi posti per la provenienza di minori. L’Ucraina è il primo paese con il 22.5%, seguita dalla Russia con il 10.5%, dalla Romania e dalla Bulgaria con il 9.3% e l’8.8%. Un altro dato interessante è che il 30.6% dei minori proviene dai paesi latino americani come il Brasile e la Colombia, dall’India e dalla Bielorussia.

Cosa farePer adottare un minore, la coppia deve fare una dichiarazione di disponibilità di adozione di fronte al tribunale dei minorenni. Su questa dichiarazione della coppia poi, il tribunale emette un decreto di idoneità o non idoneità, nel senso che dichiara se la coppia può procedere con il passo successivo oppure no. Con la dichiarazione di disponibilità è accompagnata da tutta una documentazione che riguarda la coppia. Tutto ciò viene inviato dal Tribunale dei minorenni ai servizi sociali territoriali che hanno 4 mesi per svolgere un’indagine psico-sociale sulla coppia e sulle loro capacità genitoriali.Alla fine dei quattro mesi i servizi sociali invieranno una relazione finale al tribunale che entro 2 mesi si deve pronunciare sull’idoneità o non idoneità della coppia.Se la coppia risulta non idonea, può allora ricorrere in Corte di Appello, contro la sentenza del tribunale dei minori. Se è dichiarata idonea, riceve il decreto di idoneità che non ha scadenza a patto che la coppia si rivolga ad un ente autorizzato per le adozioni entro 1 anno.Avuto l’idoneità dal tribunale dei minori la coppia, per fare entrare il bambino in Italia, richiedere il visto d’ingresso, che viene emesso dalle Commissione per le adozioni internazionali, se il bambino dichiarato adottabile proviene da uno stato estero. Il visto che viene emesso, evidenzia che l’adozione si è svolta nel rispetto della convenzione dell’Aja.

Dopo aver ricevuto l’ok per il visto la coppia si rivolge al tribunale dei minorenni per la trascrizione del provvedimento di adozione del giudice straniero nel registro dello stato civile, in questo modo il minore diventa a tutti gli effetti figlio della coppia richiedente con tutti i diritti che questo comporta.

I tempi per un’adozione variano secondo molti fattori. Prima di tutto secondo il paese estero e dalle sue condizioni socio-politche, se si tratta di un’adozione internazionale e dall’età dei bambini.

A CHI RIVOLGERSIA chi si deve rivolgere una coppia per iniziare le pratiche di adozione di un bambino che sta in uno stato estero? La Commissione per le adozioni internazionali, seguendo le linee della convenzione dell’Aja del 1993, ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 novembre del 2000 un elenco dove sono iscritti tutti gli enti autorizzati a trattare le adozioni internazionali. LE ASSOCIAZIONIAll’inizio in Toscana erano 19 gli enti appartenenti a questo albo, ma poi sono arrivati a 22. Questo albo degli enti autorizzati viene aggiornato due volte l’anno ed è sempre in continuo divenire. In Toscana gli enti autorizzati, secondo l’elenco aggiornato al 14 giugno 2002 sono:1) Associazione in aiuti umanitari;2) Ai.bi. associazione amici dei bambini;3) Amici missioni indiane;4) Associazione famiglia e minori;5) Associazione «I cinque pani»;6) Anpas;7) Azione per un mondo unito;8) Ciai – Centro italiano aiuti all’infanzia;9) Cifa – Centro internazionale famiglie pro adozione;10) Centro adozioni «La Maloca»;11) Centro aiuti per l’Etiopia;12) Comunità di S. Egidio – Acap;13) International adoption – associazione per la famiglia; 14) Istituto «La casa»;15) «L’airone» – adozioni internazionali;16) La primogenita international adoption;17) Missionarie della carità;18) Movimento Shalom;19) Nuovi orizzonti per vivere l’adozione – Nova;20) Procura generale della congregazione delle missionarie Figlie di S. Girolamo Emiliani;21) Rete speranza;22) Servizio polifunzionale per l’adozione internazionale – Spai. ALTRE INFORMAZIONITutti gli enti autorizzati dell’albo assieme a tutta la normativa è possibile vederla sul sito internet della Commissione adozioni.