Vita Chiesa

C’è anche la giovane fiorentina Maria Cristina Ogier tra i nuovi venerabili proclamati dal Papa

L’Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori ha accolto con grande gioia la notizia: “Papa Francesco ha autorizzato oggi la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che riconosce le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Cristina Ogier, nata il 9 marzo 1955 a Firenze e morta l’8 gennaio 1974 a Roma, a soli 19 anni. Accogliamo con gioia questo ulteriore dono del Santo Padre; Maria Cristina Ogier arricchisce la schiera di testimoni della fede della Chiesa fiorentina a cui si riconosce la designazione di venerabili, e si unisce a Giorgio La Pira, don Giulio Facibeni, il card. Elia Dalla Costa, mons. Olinto Fedi e suor Diomira Allegri, dichiarata venerabile nel gennaio scorso. Segnata sin da piccola dal una grave malattia, Maria Cristina Ogier ha vissuto interamente la sua breve vita e la sofferenza come dono per Dio, vedendolo e servendolo nei fratelli. Da bambina già assisteva e confortava gli ammalati, anche accompagnandoli con l’Unitalsi nei viaggi a Lourdes, e poi si è spesa fino all’estremo delle forze nelle opere di carità a favore dei poveri, degli anziani, dei disabili e nelle missioni. La breve ma intensa vita di Maria Cristina Ogier racchiude il messaggio di chi si è fatto testimone della presenza del Signore che ci incontra sulle strade della vita e ci chiede di accoglierlo e accompagnarlo in quanti vivono nella sofferenza e nella marginalità. Continuiamo a guardare alla sua testimonianza per trarne frutto per la nostra vita cristiana”.

La Venerabile Serva di Dio Maria Cristina Ogier nacque a Firenze (Italia) il 9 marzo 1955. All’età di circa quattro anni, le venne diagnosticato un tumore alla base encefalica. Operata in Svezia, riuscì a salvarsi, diagnosticando però una aspettativa di vita piuttosto breve.

Sin da bambina frequentò con la famiglia la parrocchia dove, sotto la direzione spirituale del parroco, percorse un grande cammino di fede. In occasione della Prima Comunione e della Cresima non volle regali, chiedendo a parenti e amici di devolvere il corrispettivo dei doni ai più bisognosi. Desiderò recarsi solo in pellegrinaggio a Lourdes dove, nella Grotta di Massabielle, si consacrò alla Vergine Maria. Frequentò le scuole presso un Istituto gestito dalle Suore inglesi di Santa Reparata.

Nel 1969 si iscrisse all’Apostolato della Preghiera, pregando con costanza e partecipando alla Santa Messa quotidiana. Conosciuto un sacerdote cappuccino missionario in Amazzonia, dal 1971 al 1973, intraprese l’opera di raccolta fondi per la costruzione di un battello ambulatorio da inviare in missione. Si iscrisse all’Unitalsi, svolgendo un generoso e umile servizio di carità verso bisognosi e infermi.

Iscrittasi alla Facoltà di Medicina, nel 1973, le sue condizioni di salute peggiorarono in maniera sempre più marcata, impedendole di frequentare l’Università.

Il 10 ottobre 1973, avendo mostrato sempre una grande sensibilità per la spiritualità francescana, fece la vestizione nel Terz’Ordine Francescano. Recatasi con la madre a Roma per tentare nuove terapie, morì l’8 gennaio 1974, all’età di 19 anni circa.

La Venerabile Serva di Dio, fin da piccola, mostrò una grande fede nell’accettazione della malattia che le provocava notevoli difficoltà motorie. Malgrado le sofferenze, non si chiuse in se stessa ma si aprì alla Grazia, imparando a offrire a Dio le proprie sofferenze per l’espiazione dei peccati.

Con straordinario dinamismo si dedicò alla raccolta di fondi per opere di carità che sembravano di difficile realizzazione. Il suo atteggiamento gioioso era contagioso e coinvolgeva altre persone nelle iniziative benefiche. Benché amasse operare nel nascondimento, la sua azione ebbe notevole risonanza. Malgrado le prove quotidiane, riservò una particolare attenzione per le necessità e i problemi degli altri, per i quali era solita pregare. Contemporaneamente s’impegnava nell’assistenza agli anziani soli e bisognosi. Non trascurò di interessarsi alle questioni sociali e politiche frutto dei fermenti ideologici di quegli anni. In particolare, si prodigò a favore della vita durante l’acceso dibattito sviluppatosi intorno ai primi tentativi di legalizzazione dell’aborto. Cercò di mantenere le relazioni di amicizia anche attraverso la corrispondenza.

La gioia interiore che le derivava dalla confidenza con il Signore non faceva trapelare la sofferenza che la malattia le cagionava, trasformandola in una continua opera caritativa.

Dopo la morte si manifestò e consolidò lungo gli anni una certa fama di santità.

Gli altri  servi di Dio divenuti venerabili sono: don Giuseppe Beotti, sacerdote diocesano, nato il 26 agosto 1912 a Campremoldo Sotto, frazione di Gragnano Trebbiense (Italia) e ucciso in odio alla fede il 20 luglio 1944 a Sidolo, frazione di Bardi (Italia); don Simon Mpeke (detto Baba Simon), sacerdote diocesano, nato intorno al 1906 a Batombé (Camerun) e morto il 13 agosto 1975 a Édéa (Camerun); don Pedro de la Virgen del Carmen (al secolo: Pedro Díez Gil), sacerdote professo dell’Ordine dei Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, nato il 14 aprile 1913 a Pampliega (Spagna) e morto il 14 dicembre 1983 a Saragozza (Spagna); sr. Edda Roda (al secolo: Edda Maria Caterina), suora professa dell’Istituto delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto, nata il 30 ottobre 1940 a Leno (Italia) e morta il 16 giugno 1996 a Bergamo (Italia); madre Tereza Margarida do Coração de Maria (al secolo: Maria Luiza Rezende Marques), monaca professa dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, nata il 24 dicembre 1915 a Borda da Mata (Brasile) e morta il 14 novembre 2005 a Três Pontas (Brasile); Arnaldo Canepa, fedele laico catechista, nato il 24 settembre 1882 a Roma (Italia) e ivi morto il 2 novembre 1966; Guido Vidal França Schäffer, seminarista, nato il 22 maggio 1974 a Volta Redonda (Brasile) e morto il 1° maggio 2009 a Rio de Janeiro (Brasile); Lorena D’Alessandro, fedele laica, nata il 20 novembre 1964 a Roma (Italia) e ivi morta il 3 aprile 1981.