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Papa Francesco al simposio di tennis e padel, “il buon gioco, come l’educazione, viene da una giusta dinamica di attacco e di difesa”

“Vi incoraggio a proseguire su questa strada educativa, e vi propongo una semplice riflessione, che mi pare si può ricavare dalla pratica del vostro sport: il buon gioco viene da una giusta dinamica di attacco e di difesa. E così avviene anche in un cammino educativo: si tratta di legare bene il rischio e la prudenza. E come fare questo matrimonio tra rischio e prudenza? Non è facile! Un bravo giocatore di tennis o di padel – ma questo vale per qualsiasi sport – non può sempre e solo attaccare, non può sempre rischiare, deve anche saper difendere. E ci sono qualità per l’attacco e qualità per la difesa, che vanno entrambe esercitate. Un maestro che concentra tutto il suo insegnamento sull’attacco, o al contrario sulla difesa, lascia il suo allievo ‘scoperto’ sull’altro aspetto. È interessante sviluppare questo paragone e trovare le somiglianze con l’educazione dalla personalità”.

Secondo Bergoglio “un buon educatore sa dosare bene il rischio e la prudenza. Rischiare vuol dire ad esempio permettere al ragazzo di fare un’esperienza nuova, che non ha mai fatto, e per la quale non si sa come reagirà, ma che riteniamo potrà aiutarlo a crescere. Questo è rischiare. Il rischio dev’essere sempre proporzionato e accompagnato. Il ragazzo deve sentirsi libero e nello stesso tempo non abbandonato. I genitori o gli educatori che, per proteggere il bambino, gli fanno evitare ogni imprevisto, oppure gli risolvono tutti i problemi, non lo fanno crescere. Questa non è prudenza, è un misto di paura della realtà e di egoismo possessivo nei confronti del bambino. Non fa bene”. Invece “la vera prudenza, come la buona difesa, è un atteggiamento sempre positivo, mai negativo. La difesa, per così dire, è un altro modo di attaccare. Così la prudenza nell’educazione è indispensabile per valutare bene le situazioni, in rapporto alle potenzialità del ragazzo e della ragazza. In particolare, l’educatore deve allenare alla resistenza, a non mollare, a cercare di rispondere a quei colpi che sembrano imprendibili e invece, con prontezza e agilità, si possono recuperare, in modo che l’altro giocatore rimanga spiazzato, perché non se l’aspettava”.

“E poi voglio ripetere anche a voi quella che per me è la cosa più importante: il tennis è un gioco, il padel è un gioco, e la loro forza educativa sta proprio nella dinamica del gioco. Non lasciatevi rubare il gusto di fare sport per passione, per divertirvi e divertire. Questa è la gratuità, lo spirito di gratuità con cui dobbiamo giocare”.