Toscana

Acqua, in Toscana oltre il 40% viene perso nella rete. Rischio siccità per l’estate

Coldiretti ha denunciato la mancanza di adeguate infrastrutture di raccolta delle acque piovane a cui si aggiunge un tasso di perdite della rete idrica pari al 41,6% con marcate differenze territoriali: si va dal 55,8% di perdite lungo il tragitto dell’acquedotto della rete di Massa Carrara al 25,5% di Arezzo.

Il direttore generale dell’Autorità idrica toscana, Alessandro Mazzei, precisa però che «al 2021 il dato della dispersione media in Toscana in verità è del 40,3%. E nel 2022 è migliorato ulteriormente, scendendo ancora, ma avremo i dati definitivi a fine maggio». L’Autorità idrica toscana è un ente pubblico che regola e controlla il servizio idrico integrato per conto di tutti i Comuni della Toscana. E si occupa soltanto di acquedotto, fognatura e depurazione. «Quindi – aggiunge Mazzei – noi possiamo parlare soltanto dell’acqua potabile per l’uso umano. Vale a dire che l’autorità non si occupa dell’acqua per usi irrigui e agricoli, che sono di competenza diretta della Regione e dei Consorzi di bonifica». Anche le reti acquedottistiche per usi civili, tuttavia, hanno notevoli dispersioni, «anche se nei nostri territori ci sono varie differenze – spiega Mazzei – con zone virtuose che perdono poco più del 20% e zone meno virtuose dove si perde oltre il 50%. Tuttavia serve ricordare che in questi ultimi quattro-cinque anni i gestori toscani hanno investito molte risorse economiche nella riduzione delle perdite, recuperando oltre 30 milioni di mc all’anno». Un aiuto consistente in questo senso sta arrivando dal Piano di ripresa e resilienza che ha finanziato, anche in Toscana, alcuni progetti per il rinnovo della rete idrica e quindi per il contrasto alle dispersioni.

«Da oggi ai prossimi due anni – dice Mazzei – saranno investiti altri 87 milioni dai fondi del Pnrr soltanto per la riduzione delle perdite. I progetti ci sono e gli obiettivi che l’Autorità Idrica ha dato a tutti i gestori sono chiari: intervenire direttamente dove le reti sono più bisognose di manutenzioni o dove sono più vecchie. Noi speriamo, con questi progetti, di digitalizzare e distrettualizzare buona parte delle reti acquedottistiche toscane, oltre che sostituire i tratti più ammalorati, riducendo ulteriormente le perdite rispetto all’attività ordinaria, già molto intensa».

Tra i principali gestori idrici della Toscana c’è Publiacqua, la società a maggioranza pubblica che opera nell’area Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo. Il presidente Lorenzo Perra spiega che sul fronte della dispersione «siamo poco sotto il 40% e scenderemo al 28% nei prossimi due anni grazie a un finanziamento del Pnrr che ci permette di aumentare la spesa per investimenti senza variare le tariffe». Publiacqua andrà ad agire nei 12 principali comuni in termini di popolazione coperti della sua rete, con interventi di sostituzione dell’acquedotto e di digitalizzazione. «Stiamo sostituendo tratti importanti di acquedotto – spiega Perra – e stiamo anche digitalizzando: installeremo dei contatori intelligenti che misurano in via continuativa i consumi e aumenteremo la distrettualizzazione per avere una conoscenza più fine di quello che accade in modo da poter meglio intervenire». Per il progetto contro la dispersione di acqua il gestore aveva presentato un progetto da 67 milioni di investimenti: grazie al Pnrr ne ha ottenuti 50. «Dobbiamo concludere i lavori entro il primo trimestre del 2025». Ed è proprio su Bilancino, il grande serbatoio di acqua che tiene al sicuro la piana fiorentina dall’emergenza idrica, che conta Publiacqua in vista dell’estate.

La Toscana, infatti, pensa già ai mesi più caldi con apprensione perché secondo il Lamma servirebbero 180 mm di pioggia nei prossimi due mesi per scongiurare un’altra estate di passione. «Bilancino è pieno per il 95%», rassicura Perra. «Il Lamma dà un’estate calda con scarse precipitazione, ci aspettiamo un’estate come quella del scorso anno. Staremo accorti e faremo comunicazioni per favorire un utilizzo intelligente dell’acqua, ma comunque abbiamo un’infrastruttura che ci permette di gestire la situazione, senza saremmo messi molto male. Il problema della siccità del cambiamento climatico non è più un evento straordinario, è ordinario e tende ad avere dei comportamenti non ancor stabili, quindi ci aspettiamo che le cose possano peggiorare ancora nei prossimi anni. Per questo è importante fare investimenti sulla rete».

E altri investimenti sono in programma anche nell’area nord occidentale della Toscana, dove il gestore pubblico Gaia ha ottenuto più di 25 milioni, su un progetto da quasi 40 milioni per la rete idrica dell’area di Massa-Lucca. Il presidente di Gaia, Vincenzo Colle, spiega che «per dare una risposta concreta al problema della siccità e dei cambiamenti climatici, in quanto gestore idrico dobbiamo aumentare la resilienza delle nostre infrastrutture, affinché diminuiscano il più possibile i volumi dispersi. Per questo, dal 2018 al 2023 Gaia ha investito, o ha in programma di completare, su tutto il territorio gestito circa 47 milioni in interventi di sostituzione e manutenzione delle reti acquedotto, su circa 5.200 km di rete, in tutto il territorio gestito, ai quali si aggiungono anche ulteriori 6 milioni per interventi di ricerca perdite a seguito della modellazione degli acquedotti. Nell’immediato futuro, tra il 2024 e il 2026 ulteriori 40 milioni saranno investiti per le sostituzioni delle infrastrutture e 10 milioni per la ricerca perdite e proseguire la modellazione della rete».