Vita Chiesa

Sinodo: suor Becquart, “promuovere la relazione tra le Chiese particolari e la Chiesa universale”

 “Per dare conto della diversità di esperienze e dei modi di procedere delle assemblee continentali ecclesiali è stato proposto di adottare un approccio flessibile attraverso linee guida comuni offerte dalla nostra task force continentale”, ha chiarito Becquart, rispettando “pratiche consolidate, elementi e linguaggi culturali, geografia e logistica di ogni continente”. “L’attuale processo sinodale, attraverso l’effettiva integrazione dei vari livelli di sinodalità e la loro articolazione in una dinamica circolare di ascolto, dialogo e discernimento – la tesi della sottosegretaria– fa emergere la necessità, la specificità ma allo stesso tempo l’interazione tra l’esercizio della sinodalità a livello locale, regionale, nazionale continentale con quello universale”. “La tappa continentale – ha concluso Becquart – ha voluto incoraggiare la creazione o il rafforzamento dei legami tra le Chiese vicine e, nello stesso tempo, promuovere le relazioni tra la Chiesa universale e le Chiese particolari”.

“C’è più di un modo di essere Chiesa”. Ne è convinto mons. Timothy John Costelloe, arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale australiana, intervenuto alla conferenza stampa, in Sala stampa vaticana, a conclusione della tappa continentale del Sinodo.  “Stiamo sperimentando una profonda unità, che non è basata sull’uniformità ma ci invita ad abbandonare ogni ricerca di una rigida uniformità”, ha testimoniato l’arcivescovo a proposito dell’assemblea continentale dell’Oceania: “Ci sono principi universali, ma i principi devono essere incarnati in contesti locali”. L’Oceania “è composta da una grande varietà di culture”, ha spiegato il relatore: “È anche un continente che contiene nazioni economicamente e politicamente stabili, ed altre nazioni molto meno stabili in entrambi gli aspetti”. Secondo Costelloe, fa parte del cammino sinodale il “riconoscerci come parte essenziale della realtà della Chiesa, facendoci voce delle nostre esperienze, speranze e drammi, delle nostre convinzioni sulla Chiesa, e nello stesso tempo esseri aperti alle convinzioni altrui, come compagni nel viaggio della vita e della fede e non come antagonisti o combattenti”.