Vita Chiesa
Pasqua, messaggio del vescovo Giovanni alla diocesi di Prato: mettiamo “mano ad un progetto di costruzione di una civiltà nuova perché diversa”
Carissimi e carissime pratesi,
non c’è Pasqua di Resurrezione senza prima la passione e morte di Cristo. San Giovanni, nel suo Vangelo, introduce questo itinerario descrivendo un gesto straordinariamente eloquente che ha per protagonista Giuda. Durante la cena, Gesù gli offre in segno di amicizia com’era tradizione in quel mondo (e come ancora si usa in certe culture) un boccone di cibo. «Egli preso il boccone subito uscì. Ed era notte». Quest’ultima annotazione non illustra una situazione «temporale» ma piuttosto «teologica», antropologica e spirituale. Dice che se l’uomo nel suo cuore rifiuta il gesto amicale, l’amore fraterno, la norma ed il progetto stesso di Dio si consegna alle tenebre, diventa tenebra egli stesso fino a concepire e coltivare progetti di morte che nel caso del discepolo, da lì a poco si sarebbero concretizzati. Così che, a Gesù che offre la sua vita per i suoi corrisponde Giuda che trama per togliere la vita all’amico, al maestro. Questa icona rappresenta efficacemente, a mio parere, la realtà che si apre davanti ai nostri occhi, gli scenari attuali.
In questi decenni il progresso scientifico e la tecnologia hanno fatto passi da gigante, ma non è cresciuta l’equità e la giustizia nel pianeta; le risorse sono immense ma non a disposizione di tutti e non per tutti le stesse opportunità di affermazione e riuscita; abbiamo acquisito conoscenze straordinarie ma siamo prigionieri dell’ignoranza della peggior specie che sceglie ancora la guerra per affrontare i problemi. Molti sono i popoli che ancora lottano da soli per affermare il loro diritto a scegliere chi li debba governare. L’emergenza ecologica ci vede ancora artefici di comportamenti delittuosi contro la natura e l’uomo e in ultimo se da una parte sono sensibilmente cresciute le libertà personali dall’altra mai come ora si riscontrano dipendenze di vario genere e natura che mortificano l’uomo. L’umanità è in cammino ma quante involuzioni.
La Pasqua di Gesù ci dice che il male e la morte si possono vincere e che anche a chi sbaglia è offerto il perdono ed una nuova opportunità ma anche che l’uomo non può mai dimenticare la libertà che gli è messa nelle mani, né sottrarsi alle sue responsabilità. Resta e pesa ciò che ha compiuto il Signore con la sua resurrezione ma conta e pesa ciò che facciamo noi, le scelte di ogni uomo. Senza la nostra fattiva collaborazione Dio è messo nell’angolo.
L’augurio che vorrei fare a tutti ed a me stesso è di proporsi di non voltare la faccia di fronte a ciò che non è giusto, lottare per vincere il male in se stessi e in questo non siamo soli, per poi mettere mano ad un progetto di costruzione di una civiltà nuova perché diversa. Dobbiamo credere che questo è un sogno possibile, concreto, non alienante e senza alternative.
Piero Nava, testimone dell’assassinio del giudice Livatino e primo collaboratore di giustizia, che per questo ha visto la sua vita e quella della sua famiglia completamente stravolta, dichiara: «Vorrei che i giovani sapessero che cosa è successo e capissero la differenza tra ciò che nella vita è facile e ciò che è giusto». Auguri sinceri.
+ Giovanni Nerbini, Vescovo di Prato