Lucca

Lucca, Pasqua 2023: il messaggio di mons. Paolo Giulietti

Accanto al saluto «Pace a voi», con cui Gesù Risorto introduce i suoi incontri con i discepoli, nei testi evangelici risuona, sulla bocca degli angeli al sepolcro (Mt 28,5; Mc 16,6) e su quella del Cristo (Mt 28,10; Lc 24,38) l’invito a non avere paura, a non temere. La piccola comunità dei seguaci del Maestro di Galilea sta vivendo un’esperienza di grande spavento: tutti hanno assistito alla cattura, alle torture e alla morte inflitte al Signore e tutti ancora temono per la propria sopravvivenza. Lo stesso incontro con il Risorto è causa di turbamento, perché si tratta di un evento che esula dal vissuto di chiunque: non è facile capire cosa stia succedendo e «che cosa» sia la persona che, da poco uccisa sulla croce e deposta nel sepolcro, si ripresenta viva dinanzi a loro. Tutte queste paure, tuttavia, si cambiano rapidamente in gioia, perché si comprende che la nuova vita di Gesù non è un ritorno all’esistenza precedente, ma è l’immagine e la primizia di un destino luminoso che attende l’uomo al di là della soglia terribile della sofferenza e della morte. La soddisfazione dei nemici di Gesù è durata poche ore: adesso è chiaro che è lui, l’umiliato e lo sconfitto, il vero vincitore, trionfante sul male, sul peccato e sulla morte. Gli incontri con il Risorto dissipano pertanto ogni timore e trasformano un gruppo di pavidi traditori in un manipolo di testimoni che – animato dallo Spirito – annuncerà la buona notizia pasquale fino ai confini della terra, giungendo in molti casi a condividere coraggiosamente la medesima sorte del Maestro, con una morte simile alla sua. Il prezzo da pagare per la causa del Regno di Dio e per la diffusione della sua Parola di salvezza non fa più paura: è un passaggio alla Vita, come è accaduto per Gesù: «Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze, per entrare nella sua gloria?» (Lc 24,26). In questi tempi di incertezza, in cui l’incombere della guerra globale, del dissesto climatico e della crisi economica è causa di grande preoccupazione, la Pasqua di Gesù, che nuovamente celebriamo, è memoriale di un avvenimento che consente anche a noi di non essere sopraffatti dalla paura, mettendoci in condizione di vivere un’esistenza rinnovata e di edificare un mondo migliore. Chi è vinto dai propri timori, infatti, risponde alle sfide del presente con la chiusura, la violenza, l’ideologia…, chi invece è libero dalla paura sa fronteggiarle con generosità, creatività, fiducia… Le difficoltà, ovviamente, rimangono le stesse per tutti, ma il modo di sostenerle è profondamente diverso. Una società dominata dalla paura è incapace di futuro, perché il timore blocca ogni decisione e impedisce di affrontare il rischio del nuovo; al contrario, la vita si alimenta di fiducia e di speranza. L’evento pasquale ci incoraggia perché annuncia come nessuna azione in favore della verità e del bene, per quanto possa apparire dispendiosa, faticosa e – al limite – persino inefficace, rimane priva di frutti. L’esito di una vita piena e autentica sta dinanzi a chi possiede ragioni affidabili per affrontare e sconfiggere le proprie paure. Non abbiate paura, voi!

+ Paolo Giuliettiarcivescovo di Lucca